Che cosa succede se due dei brand più famosi dell’entertainment mondiale come D&D e Star Wars si incontrano? Nasce Star Wars Roleplaying Game, Gioco di Ruolo ambientato nell’universo lucasiano e basato sul sistema derivato dall’edizione 3.0 di D&D, da non confondere con il gioco di ruolo del 1994 della West End Games, sempre ambientato nella galassia lontana lontana, ma basato sul d6 system e del quale abbiamo parlato qualche settimana fa.
La versione della Wizards di un GdR su Guerre Stellari ebbe inizio nell’ormai lontano 2000, quasi in concomitanza con l’uscita di Episodio I (e infatti il manuale base conteneva le statistiche di molti dei personaggi del film), proprio quando la WEG perse la licenza per produrre materiale ruolistico per il suo GdR basato sul d6. La serie vide la sua ultima pubblicazione non molti anni fa, nel 2010, quando uscì, come canto del cigno, l’espansione The Unknown Region. Da allora la palla è passata, a partire dal 2012, ad un terzo soggetto, la Fantasy Flight Games, che tuttora produce un terzo Gioco di Ruolo ad ambientazione SW: ma questa è ancora un’altra storia.
D&D O STAR WARS ROLEPLAYING GAME?
La domanda non risulti oziosa: non riguarda solamente il fatto che la casa editrice sia la stessa, ma ben di più la constatazione che SWRG prenda praticamente in blocco il sistema d20 utilizzato per l’edizione 3.0 di D&D. Nemmeno da menzionare il fatto che ci troveremo ad avere a che fare quindi con Caratteristiche, Abilità, Talenti, Coefficienti di Difficoltà, prove contrapposte, tiri salvezza e via di questo passo, il tutto ovviamente adattato ad un universo sci-fantasy, a partire dall’equipaggiamento fino ad arrivare a razze e classi, vero nucleo della parte interpretativa. A questo proposito, si ricordano una quantità spropositata (per la media di un sistema d20) di razze interpretabili. In SWRG, infatti, possiamo vestire di volta in volta i panni (o le squame, o i peli, o le piume) di Umani, Bothan, Cereani, Duros, Ewok (fantastico, chi non vorrebbe interpretare un orsetto peloso?!), Gungan (giusto per uccidere Jar-Jar nella culla), Ithoriani, Kel Dor, Mon Calamari (carisma!), Quarren, Rodiani, Sullustani, Transhodan, i sensuali Twi’lek, gli immancabili Wookie (io, io!), e gli Zabrak (pant!). A questa dovizia di razze fa da contraltare una relativa ristrettezza nelle classi abbinabili, in un ideale rovesciamento con le consuetudini di Dungeons&Dragons.
Forse per bilanciare la quantità di razze, forse per circoscrivere l’ambientazione senza consentire troppi voli pindarici ai giocatori, sta di fatto che le classi per i Pg si limitano a Fringer (una specie di esploratore/scout), Nobile, Canaglia (chi ha detto Han Solo?), Soldato, Adepto della Forza, Jedi Guardiano e Console Jedi. Va detto che tale poca varietà è in parte attutita dalle Classi di Prestigio, che permettono ai personaggi una discreta possibilità di specializzazione, soprattutto per i Jedi, per i quali queste finiscono per rappresentare un po’ il percorso che si è scelto nell’utilizzo della Forza. Per esempio, un Jedi particolarmente empatico col prossimo può scegliere la CdP del Guaritore Jedi, un altro portato per l’insegnamento quella di Maestro Jedi, un altro l’Asso Jedi, fino ai Sith che sono caratterizzati come Devoto del Lato Oscuro. Unico elemento di discontinuità con il core del d20 è il sistema delle ferite, che ai canonici punti ferita sostituisce un sistema Vitality / Wound, suddividendo le eventuali ferite in superficiali (Vitality) e critiche (Wound): in pratica, un personaggio ha sia un totale di Vitality Points che soggiace grosso modo alle stesse regole dei PF dungeoneschi (con tanto di tiro di dado e somma della costituzione al passaggio di livello), sia un totale di Wound Points che eguagliano esattamente il punteggio di Costituzione di un personaggio.
Nel 2002, in concomitanza con l’uscita nelle sale cinematografiche dell’Episodio II, fu pubblicata un’edizione revisionata del core rulebook (comunque retrocompatibile con tutti i moduli dell’edizione originale), seguita da un discreto numero di espansioni. In totale, tra l’edizione originale e quella revisionata, furono pubblicati circa una ventina di manuali, dei quali la 25 Edition tradusse in italiano esclusivamente quello base ed i moduli Astronavi della Galassia e Minacce della Galassia.
Infine, nell’estate del 2007 la Wizards rilasciò un’ulteriore edizione: SWRG: Saga Edition che, nonostante mantenesse l’impostazione di base del d20, si orientò verso una maggiore semplificazione del regolamento e un’agevolazione nell’utilizzo delle miniature che, nel frattempo, l’azienda si era assicurata con la Star Wars Miniatures Line. I cambiamenti più importanti della Saga Edition si imperniarono attorno al ritorno sostanziale dei punti ferita al posto del sistema Vitality / Wounds e attorno ad una ventata semplificatoria che riguardò parecchie feature del gioco. Furono ulteriormente ridotte le classi giocabili a cinque (Jedi, Canaglia, Nobile, Soldato ed Esploratore) e furono accorpati tiri salvezza e classe armatura in una categoria nota complessivamente col nome di “Difese” contro attacchi fisici o poteri mentali. In molte delle semplificazioni del sistema di gioco della Edizione Saga è possibile scorgere, in embrione, la filosofia che ha animato la nuova versione 5.0 di Dungeons&Dragons: l’eliminazione dei punti abilità in favore di una selezione delle stesse basata sulla propria classe e sull’“addestramento”; la progressione del bonus di attacco base esente da attacchi multipli, utilizzabili solo grazie all’acquisto di talenti o a specifiche feature legate all’avanzamento di classe; l’eliminazione di un bel po’ di bonus e malus minori, sostituiti dal rilancio del dado in determinate circostanze. Anche il sistema di utilizzo della Forza fu semplificato in un’unica abilità che si articolava in diversi “poteri”, o usi della Forza.
L’avventura di Star Wars versione d20 ebbe fine nel maggio del 2010, dopo che la Wizards ebbe annunciato di non essere interessata a rinnovare la licenza riguardante la produzione di materiale GdR e Miniature. E adesso, invece, con l’hype alle stelle per la nuova trilogia di Abrams, che ne pensate, Illyoners? Forse qualcuno si farà di nuovo avanti per offrirci una nuova incarnazione ruolistica dell’universo espanso? Vi piacerebbe? Dite la vostra!
– Luca Tersigni –