Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! Ricordo bene il giorno in cui sono stato all’anteprima di Ex-Machina: era uno di quei giorni in cui Roma ama essere qualcosa di diversa da se stessa, ma al contempo unica come sempre. Quel giorno, aveva deciso di interpretare il cosplay di Venezia: bagnato oltre ogni limite di decenza mi apprestai così alla visione di questa pellicola (non prima di essermi strizzato perfino le ossa), che fece molto più che scaldarmi. Se qualcuno tra voi ama le digressioni filosofiche ed è appassionato di fantascienza e del famoso tema portante della questione dell’uomo macchina (argomento che abbiamo provato a sviscerare qui, ricordate?), questo è un film che fa decisamente per voi. Ma bando alle ciance, esploriamo con cura questa meraviglia.
Ex-Machina: la trama in breve, alcune impressioni
Diciamoci la verità: prodotti come questo dovrebbero uscire più spesso al cinema. Alex Garland, già noto ai più per aver sceneggiato produzioni come “28 giorni dopo” o “Dredd“, fa il suo esordio in regia con Ex-Machina, offrendoci sin da subito un’atmosfera straniante e di tensione che mostrerà il precipitarsi di eventi terribili per la storia dell’umanità.
La storia si incentra su due personaggi, il primo è Caleb (Domhnall Gleeson), un impiegato che lavora per uno dei più grandi motori di ricerca esistenti. Impacciato, timido, ma con molto talento, è il classico uomo che vive la sua vita con semplicità, quel ragazzo della porta accanto col viso acqua e sapone, tutto casa e lavoro. Un giorno vince, tramite un concorso della sua azienda, la possibilità di poter trascorrere una settimana con il suo capo, colui che ha ideato il prestigioso algoritmo su cui si basa il successo della società.
Diametralmente opposto, Nathan (interpretato da un glaciale Oscar Isaac) è l’uomo che ha ottenuto tutto dalla sua vita e che, grazie al suo genio, sta per portare nel mondo la sua grande scoperta. Il nostro simpatico amico timido scoprirà che questo invito non è semplicemente un caso: è stato selezionato, infatti, per partecipare ad un test di Turing. Come molti di voi sapranno, questo test serve per determinare se una macchina sia in grado di sviluppare un pensiero razionale. Concetto delineato prima da Cartesio nel Discorso sul Metodo ed elaborato poi dallo scienziato, in questo test è previsto che la macchina sia celata all’esaminatore, e che le risposte che debba offrire vengano fornite esclusivamente in formato dattiloscritto. Questo test è diverso, però: sin dall’inizio Caleb si ritroverà faccia a faccia con Ava, l’IA creata da Nathan stesso dopo anni di studio. Ma tra le pareti claustrofobiche della tenuta, un terribile mistero giace sottopelle…
Le mie considerazioni
Nelle Meditazioni Metafisiche, Cartesio ci ricorda come ciò che ci dicono i sensi risponda al vero: ma è sempre così? No, anzi: molto spesso ci ingannano, portandoci a leggere la realtà in maniera diversa. Non sempre le nostre percezioni rispondono al vero. Considerare questa affermazione diventa molto importante per distinguere il vero dal falso, anzi, di vitale importanza.
Il film trasmette un senso d’angoscia sin dall’arrivo nella tenuta di Nathan, dove tutto è perfetto nei minimi dettagli, asettico e moderno. A più riprese ho apprezzato come la struttura in parte richiamasse la famosa Casa sulla Cascata, nome italiano della Casa Kaufmann (dal nome del suo proprietario), nonché i vari piccoli riferimenti culturali i quali, come complemento alla trama, la impreziosiscono anche a livello tecnico. L’intera pellicola sviluppa un gioco linguistico in cui ogni membro mente e manipola il prossimo, fino ad intorbidire il tessuto reale di ciò che accade.
Di suo Ex-Machina richiede molta attenzione: non necessariamente una cultura troppo elevata per essere fruito in maniera sufficiente, ma non è esattamente il tipo di film da filosofia spicciola. Non mi sento di consigliarlo a chiunque perché è un prodotto che ha sicuramente molto da dire e non adatto quindi a chi voglia mantenere il proprio cervello spento. In sostanza, Garland ci mette davanti agli occhi le possibili conseguenze di come una vita trascorsa “a giocare a interpretare Dio”, se mi si permette un’espressione piuttosto abusata, possa portare non soltanto un mero decadimento fisico.
Signori, l’articolo di oggi finisce qui. Posso assicurarvi che questo film è riuscito ad emozionarmi, e non è semplicemente ben concepito: quando una produzione è in grado di portarti oltre il reale, di condurti per mano verso delle riflessioni importanti, ci si rende conto di come in realtà la filosofia non sia così distante dall’uomo. Vi rinnovo l’appuntamento nei cinema italiani per il 30 luglio, giorno di uscita di Ex-Machina nei cinema italiani. Buona fortuna, avventurieri!
–Michele Giuliani–
Al cinema arriva Ex-Machina: ecco la recensione
Isola Illyon
- Grande tensione, dall'inizio alla fine;
- Colonna sonora incalzante ed appropriata;
- Sa emozionare e far riflettere;
- Non esattamente il tipo di film da guardare a cuor leggero;