Cari isolani, oggi voglio porvi una domanda: quanti di voi sanno come funziona un’orda zombie? O meglio…ve lo siete mai chiesto? Fateci caso: ogni volta che ci si para dinanzi una serie tv o un videogioco a tema zombie, quasi mai ci si ritrova davanti una situazione in cui i nostri siano solo da poco alle prese con l’orda. Si inizia sempre con la stirpe umana ormai soverchiata da un numero innominabile di carne in putrefazione. E sapete il perché? Semplice: TUTTI conoscono gli zombie. La spiegazione più plausibile sarebbe che alla vista del primo non morto la gente fuggisse a gambe levate o impugnasse il primo tagliacarte per forargli il cranio (sì, lo sogno sempre in ufficio) ma, dato che gli zombie scivolano via da qualsiasi logica spiegazione, non si sa il perché ma gli umani finiscono sempre con l’essere soverchiati. Questo è quanto avviene nel mondo della fantasia, in qualsiasi contesto, sia esso videoludico, letterario o televisivo. Ma ciò non è molto diverso da quanto avviene anche nella realtà. Sapevate che ci sono survivalisti che si preparano davvero ad un’orda zombie? Se si guarda, quindi, quanto avviene nel mondo reale, si rimane sbalorditi: stiamo assistendo ad un vero e proprio assalto zombie. Dal momento in cui hanno iniziato a fare capolino dal terreno strisciando lentamente con Romero, i non-morti sono entrati nelle case di tutti noi almeno una volta, mordendoci parte del cervello e portandoci a dire “wow… fighi gli zombie!”. Ciò ha portato a un proliferare di questa figura, trasformandola universalmente in uno dei mostro più conosciuti e apprezzati. Il “morto che cammina” riscuote molto più successo del “non-morto succhiasangue”, per il fatto che è come noi: tutti potremmo essere zombie o trovarci ad affrontarne uno, facendolo divenire quindi una figura molto popolare, diversamente appunto dal vampiro, che è un “non-morto di élite”. Uccidere un vampiro è roba da eroi, essere un vampiro è cosa nobile, rendendo questa figura romantica ancora più snob di quanto non lo sia già (il sole mi fa una pippa, io sbrilluccico… se se..) Ma abbiamo davvero bisogno degli zombie? Ancora?
Walking Dead, Fear the Walking Dead e Z-Nation
Sulla base di quanto detto prima, quindi, iniziamo con il parlare della serie che ha portato gli zombie in casa nostra, ovvero The Walking Dead. Liberamente ispirato dal fumetto omonimo, in TWD uno sceriffo in coma si risveglia in un ospedale pieno di non morti, non sapendo una cippalippa di nulla e determinato solo a sapere che fine abbia fatto la sua famiglia: da qui iniziano le peripezie di quello che sarà il leader di un gruppo di sopravvissuti. Nel corso della storia si incroceranno le vicende dei vari Michonne, Deryl – il più apprezzato dei sopravvissuti guarda caso nel fumetto non esiste! – Carl, Andrea, e tutta un’altra vagonata di gente che viene e che prima o poi inevitabilmente andrà.
Nel corso delle cinque stagioni, si assiste al cambiamento interiore, cupo, dei personaggi. La serie scorre bene, ma se si segue con un pizzico di attenzione in più, si scopre facilmente che l’andazzo è lo stesso: c’è sempre un nuovo super cattivo (l’equivalente di un gruppo di psicopatici di Dead Rising) per stagione, e le puntate sono un ripetersi di nuovi sopravvissuti che si uniscono al gruppo, la scoperta che alcuni di essi non sono quello che sono, gente che viene uccisa, zombie usati in tutte le salse (come arma, come copertura, come trappola) e il colpo di scena. Ma quindi come mai, se TWD è così noioso riesce sempre a tenere frotte di gente incollata allo schermo? Semplice: gli zombie. Il sangue, la violenza e il pericolo costante tengono sempre in tensione lo spettatore, che sa che in qualunque momento i non morti sono in agguato. Anche se lo schema delle puntate rimane inalterato, non si può fare a meno di guardare TWD. Il problema è che la storia non potrà che finire in due modi: o i nostri riescono a ricostituire un barlume di civiltà, o muoiono tutti. Ma il punto è: quando accadrà? E fra quante serie, dato che i fumetti non sono finiti? E si sentiva proprio la necessità di uno spin-off, il già annunciato Fear the Walking Dead? La mia risposta sinceramente è NO. Amo gli zombie, ben inteso, ma TWD nelle ultime stagioni ha dato davvero, davvero poco, deludendo frotte di telespettatori, che comunque rimangono attaccati allo schermo. Sì, TWD ci ha reso degli zombie. È una cosa che ha quasi del mistico, ma i morti vaganti funzionano, SEMPRE. Certo, anche le ultime stagioni possono contare su qualche scena particolarmente riuscita (nella quinta, per esempio, in quanto a feeling e potenza espressiva, quella delle porte rotanti non la batte nessuno), ma rimane sempre la questione che, per ogni momento più interessante, ci sono intere puntate dove non accade nulla. Si massacrano solo zombie.
Cosa mi aspetto, quindi, da Fear the Walking Dead? Essenzialmente niente. Spero di sbagliarmi, ma la verità è che con la scusa di farci vedere cosa sia successo a Los Angeles durante l’epidemia (quindi in corso d’opera), temo si tenti di nascondere la fame di soldi (e non di cervelli) dello showbiz, che può così sfruttare questo trend per macinare sempre più grana. Se non riescono a rimettere in moto a pieno regine lo show principale, dubito che uno spin-off potrà farlo al posto suo. Sicuramente le darò una possibilità perché ci sono gli zombie, ma è semplicemente l’alternativa giovane e contemporanea a Beautiful. Siamo nell’epoca d’oro dei non morti, quindi è inevitabile che insieme a prodotti di buona fattura ne vedremo altrettanti di qualità pessima. O di “so horrible so good”. Gli sceneggiatori sanno che ormai tutto ciò che andava sfruttato è stato sfruttato, così ci si reinventa in serie che non si prendono tanto sul serio. Parliamo appunto di roba tipo iZombie (la nostra Lucrezia ne ha parlato proprio qualche giorno fa qui) o Z-nation (a mio avviso una serie così piena di stereotipi e grezzate stile “armata delle tenebre” da impressionare anche il più b dei b-movies). Americanate, insomma, che danno in pasto a gente che vuole solo più zombie. Ci stanno riempiendo di non morti, solo perché fanno fare tanti soldi, la verità è questa.
Chiudendo i cancelli
In chiusura posso dire solo una cosa: le serie tv sugli zombie sono arrivate ad un punto in cui difficilmente sono in grado di offrire qualcosa di veramente nuovo agli utenti. Un discorso a parte meritano i videogiochi: certo, di quelli più classici come Dead Rising, Dead Island, Day Z ne trovate a bizzeffe, ma ci sono anche perle come “Plants vs Zombies” o “Types of the Undead”, che spiccano dalla massa. E anche quelli che non spiccano non possono che soddisfarci. Perché? Perché tutti vorrebbero perforare il cranio di uno zombie con un tagliacarte. Gli zombie vincono. Sempre.
– Andrea Fabiano –