L’altro giorno mi chiedevo cosa potesse servire oggi per stupire un videogiocatore. Attenzione, non parlo del ragazzo che gioca a FIFA o Call of Duty una volta ogni tanto, ma del videogiocatore vero, quelli che si informa, che cerca di capire, che ha delle idee. Bella domanda, direte voi: se le aziende che campano grazie al mondo dell’intrattenimento avessero la risposta, noi saremmo più felici, e loro sarebbero più ricche. Insomma, jackpot per tutti.
Mi rendo perfettamente conto che, specialmente negli ultimi anni, è diventato sempre più complicato venire incontro alle esigenze del pubblico, il quale inaspettatamente ha iniziato a mutare in maniera molto più veloce che in passato, e non è raro che accada che una software house faccia delle scelte che finiscano col cozzare contro l’approvazione dell’utenza – e una cosa del genere costa caro all’azienda, non solo in termini economici, ma anche di immagine. Tra gli esempi più recenti, ricorderete sicuramente Microsoft alla presentazione di Xbox One, quando annunciò che la sua console next-gen non avrebbe permesso agli utenti di prestare agli amici i propri giochi, richiedendo una sorta di verifica online ad ogni avvio: la reazione del pubblico fu una di quelle che l’azienda di Redmond si ricorderà per sempre, tanto da spingerla a fare un rapido dietrofront; anche Nintendo non ne è uscita benissimo con Wii U, credendo di poter cavalcare ancora l’onda del successo di Wii presentando una console che ne seguisse le orme: le scarse vendite sono state senza dubbio un duro colpo per Iwata e soci; a PS Vita è toccata una sorte simile: Sony forse ha dato troppa fiducia al suo portatile, senza spingerlo e supportarlo in maniera adeguata, e adesso si ritrova praticamente con un mattone in stato semi-vegetativo… e la lista degli esempi potrebbe continuare.
Da qualche giorno si è concluso l’E3, che qui sulla nostra Isola abbiamo ampiamente trattato, soffermandoci sulle presentazioni più importanti. Ogni anno, più o meno nello stesso periodo, conclusasi la kermesse, i giocatori schematizzano tutto ciò a cui hanno assistito e si pongono le stessa fatidiche domande: questo E3 è stato soddisfacente? L’anno che verrà potrò ancora dire a me stesso di non aver comprato una console per utilizzarla come fermacarte? Specifico di non voler scatenare nessuna console war (tanto so che accadrà lo stesso), ma mi piacerebbe fare un’analisi super partes, insieme a voi, di ciò che le due principali “concorrenti” presenti attualmente sul mercato, ovvero Sony e Microsoft, hanno proposto a chi le ha seguite a Los Angeles. Non includo Nintendo in questa analisi perché, ne converrete, non può (leggasi, non vuole) essere posta in competizione con le altre due, puntando ad un tipo di pubblico piuttosto differente, né gli annunci delle aziende di terze parti, in quanto nella maggior parte dei casi sono stati presentati prodotti multipiattaforma.
Cosa posso attendermi, dunque, se sono un utente Xbox One? Sotto il punto di vista dei giochi, ci sono stati solo due annunci inediti: Sea of Thieves, l’action cooperativo a tema piratesco di Rare, e ReCore, titolo ad ambientazione post-apocalittica che pare basarsi sull’utilizzo di nuclei per animare dei robot. A parte ciò, sono stati mostrati tutta una serie di giochi dei quali già si conosceva l’esistenza, o che erano semplici sequel di prodotti ormai ben consolidati (Halo 5, Gears of War 4, Fable Legends…), conditi dall’annuncio della retrocompatibilità con i titoli Xbox 360 e la dimostrazione delle potenzialità di Hololens. Gli utenti PlayStation 4, invece, hanno visto sicuramente qualche gioco interessante in più: oltre alla presenza di The Last Guardian, c’è stato spazio anche per la nuova IP di Guerrilla Games, Horizon: Zero Dawn, e per l’esperimento di Media Molecule, Dreams. Accolti con somma gioia pure il remake di Final Fantasy VII e il lancio del progetto Shenmue III. Per il resto, stuolo di multipiattaforma e di indie, una demo di Uncharted 4 (bella quanto vi pare, ma ancora una volta parliamo di un gioco che si conosceva già) e nient’altro.
Mi è capitato di assistere, sia in rete che fuori, a varie reazioni sulle due conferenze: qualcuno ha detto che sarebbe potuta andare peggio (e su questo non c’è dubbio), ma ci sono anche molti che mi hanno detto di essere rimasti incredibilmente entusiasti. Ma davvero, ragazzi? Entusiasmo per cosa? Per un paio di nuove IP che rischiano di fare la stessa fine di The Order: 1886 (capolavori tecnici ma dal gameplay ormai stantio)?
Condivido la felicità per la conferma di un prodotto come The Last Guardian, che forse – forse – può rappresentare l’unica vera ventata di aria fresca nel mercato, e sono il primo sostenitore di Hololens (la dimostrazione mi ha convinto a pieno, anche se ha rafforzato la mia idea che si tratti di una periferica molto più utile al di fuori del mondo dei videogiochi, che non all’interno di esso – che figata sarebbe una partita a Dungeons & Dragons così?), ma come si fa ad essere entusiasti per un Gears of War 4, un Halo 5 o un Uncharted 4, titoli che nella loro indubbia qualità celano una struttura che ormai è stata sviscerata a fondo già nei precedenti episodi? E la questione retrocompatibilità? Interessante, ma era una cosa che potevano implementare già dall’inizio: a questo punto mi viene da pensare che sia stata una scelta obbligata per Microsoft, per sopperire molto comodamente alla mancanza di giochi tripla A degni di questo nome su Xbox One. Uno, poi, non fa in tempo ad essere contento per l’annuncio del tanto desiderato remake di Final Fantasy VII, che subito Square Enix gli precisa che la struttura base subirà delle modifiche, che in ottica videoludica può tradursi in un disastro totale. E gli indie? Una carrellata di roba che, No Man’s Sky a parte, nel giro di una settimana si dimenticheranno tutti.
E allora, è davvero questo quello che vogliamo da un evento che dovrebbe fornire un quadro di quello che aspetta il videogiocatore da qui a un anno? Siamo arrivati al punto di accontentarci del nuovo sequel del sequel del sequel? Come possiamo convincere un’azienda che è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e stupirci davvero, se continuiamo ad acquistare sempre gli stessi prodotti? Abbiamo tanto atteso queste nuove console, e guardando indietro non possiamo non notare quanto poco ci abbiano offerto di veramente valido sin ora. Mi auguro che il periodo di maturazione di queste due macchine debba ancora arrivare, e soprattutto che, nonostante le difficoltà di investimento, si tenti di osare di più per dare così uno schiaffo all’attuale trend del mercato.
Voi che ne pensate? Sono gli hardcore gamers che devono arrendersi all’andamento del mercato? Commentate e confrontiamoci sull’argomento.
– Mario Ferrentino –