È un dato di fatto ormai: più di qualsiasi altro genere narrativo, il fantasy è immancabilmente causa di scontri verbali quali polemiche da parte dei benpensanti, risse fra critici politicizzati dalla penna facile, e controversie tra fan per decidere se i personaggi di Tolkien batterebbero quelli di Martin in un ipotetico scontro in campo aperto – e a costoro dico: ma non avete altre assurdità a cui pensare? Godetevi la lettura senza elucubrare per una buona volta!
La mela della discordia questa volta è la serie tv “Lucifer”, annunciata dalla FOX per il 2016 e ispirata al personaggio omonimo creato da Neil Gaiman per il suo capolavoro a fumetti “The Sandman”, pubblicato dalla DC Comics tra il 1989 e il 1996, in seguito protagonista in uno spin-off dalla Vertigo a cui questa produzione televisiva si rifà. Infatti in questa serie, di cui vi mostriamo qui sotto il trailer ufficiale, il Signore degli Inferi decide di dare una svolta alla propria noiosa esistenza nel regno dei morti prendendosi un periodo di aspettativa e trasferendosi niente meno che nella abbagliante Los Angeles, sotto le spoglie di un affascinante barman di un locale trendy interpretato dall’attore Tom Ellis – dall’aspetto molto distante dal biondo ed elegante Lucifero di Gaiman, devo dire –, intenzionato a collaborare con la polizia per catturare e punire i criminali dopo il brutale omicidio di una bella pop star fuori dal suo locale. Una sorta di angelo caduto che diventa eroe, insomma.
E fin qui, penserete voi, dove sta il problema? La letteratura è piena di anti-eroi dalla morale dubbia, ma portatori di un messaggio che va interpretato come positivo. Rimanendo nell’ambito dei fumetti, come non pensare al “Watchmen” di Alan Moore, il cui scopo ultimo sembra essere quello di dire ai lettori: il mondo non lo cambiano i supereroi, il mondo lo cambiano le persone comuni, basta aprire gli occhi e prendere coscienza del fatto che il nostro peggior nemico siamo noi stessi. Non apriamo poi il capitolo “Game of Thrones” per quanto riguarda la natura del Bene e del Male, perché sarebbe un discorso lungo e, soprattutto, già affrontato più volte. Mi limito solo a farvi presente che Martin ci ha ricordato che difficilmente le persone sono inequivocabilmente buone o malvagie, e che possono anche cambiare, pensate un po’. Ebbene, l’associazione conservatrice cristiana One Million Moms, che si rifà alla American Family Association e che tra i vari propositi ha quello di combattere le cattive influenze dei media sui più giovani, ha lanciato una petizione on-line per chiedere al network la cancellazione di “Lucifer”, appello che nel momento in cui scrivo ha già superato le 15mila adesioni. Colpa dello show sarebbe quella di glorificare Satana e di farlo apparire come un essere simpatico e premuroso, di dare un’immagine fuorviante del maligno rendendolo “buono” e troppo simile ad un essere umano, prendendo così in giro le Sacre Scritture. E mentre la FOX non si è ancora espressa su questa dura presa di posizione, Neil Gaiman non ha di certo perso tempo e ha risposto all’attacco delle mamme disperate con poche parole, ironiche ma composte: Ah. Sembra solo ieri (ma era il 1991) che l’associazione “Concerned Mothers of America” annunciava che avrebbero boicottato Sandman per il suo contenuto di personaggi gay, lesbici, bi e transessuali. Wanda era il personaggio che li disturbava maggiormente: l’idea di una donna trans in un fumetto… ci dissero che stavano organizzando un boicottaggio di Sandman, cui avrebbero posto fine solo se avessimo scritto alla American Family Association promettendo di modificare il personaggio. Mi domando se abbiano notato che questo metodo non ha funzionato nemmeno la scorsa volta…
Adesso, lungi dal sottoscritto voler fare la contro-morale a genitori, credenti e attivisti che ce l’hanno con il fantasy, con i videogiochi o con le serie tv, perché, se vogliamo dirla tutta, non ho nessun titolo in ambito psico-pedagogico per farlo. Tuttavia mi permetto una semplice riflessione personale. Non sarà che a forza di demonizzare i media sciorinando motivazioni religiose, politiche o psicologiche si va a de-responsabilizzare famiglie e educatori, quando non addirittura a offrire una giustificazione per le loro eventuali mancanze come mamme e papà, insegnanti e guide spirituali? Come dire, non possiamo certamente dare la colpa alle famiglie se i giovani non hanno più modelli positivi da seguire, perché la società fa di tutto per traviare le loro povere e innocenti menti. Scusate, ma i primi modelli educativi da seguire quali sono? I genitori o l’Xbox? Giusto per fare un esempio noto a tutti, secondo voi moralisti, all’adolescente americano di turno che prende il mitra del padre e fa una strage a scuola, quel padre possessore di armi ha spiegato a sufficienza come va il mondo? O vogliamo dire che tutto è successo perché il pischello – o meglio, l’assassino – ha passato troppe ore a giocare a Fallout? Come mai io, allora, non smetto di giocare a Skyrim, non vado in armeria a comprare un’ascia e non mi metto a minacciare i miei vicini rompipalle? Voi moralisti chiedetevi questo innanzitutto, poi possiamo parlare di dove stia la colpa.
Tornando al fantasy e a “Lucifer”, e tralasciando l’effettivo valore artistico di questa serie che potrebbe anche essere molto basso, quello che penso io è che sia naturale per questo genere letterario attingere dall’ingente bacino di categorie narrative quale è il mito, e l’Antico Testamento – insultatemi come volete, ma non lo dico io, lo dicono tutti gli antropologi di questo mondo – altro non è se non la mitologia su cui si fonda la religione cristiana. I credenti non saranno d’accordo con me, lo capisco certamente, ma a livello prettamente narrativo prendere Thor e farlo diventare un supereroe dei fumetti è lo stesso procedimento che avviene quando prendo Lucifero e lo faccio diventare un barman redento che aiuta i poliziotti. L’archetipo del fuorilegge, o comunque di colui che vive oltrepassando i limiti condivisi dei costumi sociali, che sta dalla parte dei buoni, non l’hanno certo inventato alla FOX. “Lucifer” farà schifo? Poco male. La FOX ha il diritto di produrre questa serie? Certo che sì.
Anticamente, la funzione sociale del mito era quella di offrire dei modelli che fossero attuali per capire quale fosse il proprio posto nel mondo. Attenzione, non solo dei modelli positivi, ma anche e soprattutto negativi! Cioè veniva mostrato cosa era opportuno non diventare. Adesso che il genere letterario fantastico in tutte le sue forme ha raccolto questa eredità – vi consiglio a tal proposito la lettura di tutti i testi di Joseph Campbell e di alcuni interessantissimi saggi della Tunué – bisogna tener presente che se veniamo a contatto con il male, tra le pagine di un libro o sullo schermo della televisione, questo non significa che il racconto o la serie mandino messaggi negativi. Semplicemente vengono proposti anche i modelli da non seguire. Guardando “Il Trono di Spade” in tv, quanti spettatori credete che si identifichino in Ditocorto? Pensate che tutti “da grandi” vogliano divenire gestori di bordelli e intrallazzati con la politica tanto da diventare assassini su commissione? Ricordo poi che tale procedimento è alla base della narrativa del tanto-caro-ai-cristiani-conservatori Tolkien, e cioè evidenziare dei modelli negativi e mettere in guardia chi li segue sul futuro che li attende.
Voi pensate, cari moralisti, che il mito e il fantastico siano solo delle bugie ben confezionate, invece, se faceste vedere più Star Wars ai vostri figli, spiegando loro dove sta il Bene e dove sta il Male, e meno “Amici di Maria” o “16 anni e incinta”, forse non dovreste preoccuparvi che essi in futuro siano capaci di pensare con la propria testa e non secondo le imposizioni – come le chiamereste voi – dei vostri tanto odiati nuovi media. Ma questo è solo il pensiero di uno che di pedagogia non sa nulla.
– Michele Martinelli –