Appassionati di anime shonen unitevi: arriva Fairy Tail! E finalmente, aggiungerei. La Mediaset ne aveva comprato i diritti nel 2009, ma si è decisa solo da poco tempo ad occuparsi del doppiaggio in vista della messa in onda nel nostro Paese. È stato confermato da Leonardo Graziano via Twitte: il doppiatore milanese, dopo aver prestato la voce a Naruto e Franky (One Piece) da giovane, questa volta farà la parte di Lyon Vastia. E gli altri personaggi? Quelli non si sanno. Non si sa neanche su che canale sarà trasmesso l’anime, ma probabilmente Italia Due, visto che è lì che Mediaset manda le opere made in Japan di solito.
E ora… chi di voi conosce Fairy Tail? Chi sa chi sia Lyon o di cosa parli questa serie?
L’anime è tratto dal manga nato dalla mente di Hiro Mashima, già autore di Rave. In Italia il volume numero uno è uscito all’inizio del 2008, mentre il suo primo capitolo è stato pubblicato il 2 giugno 2006 sulla rivista nipponica Shonen Jump.
Ci troviamo nel Regno di Fiore, un Paese in cui la magia esiste e viene venduta e comprata come un qualsiasi oggetto, e chiunque abbia voglia di applicarsi può imparare ad usarla e diventare un mago. Siamo in un regno in cui fino a poco tempo prima esistevano i draghi, un mondo dove esiste una gilda per ogni cosa: mercanti, ladri, guerrieri. E maghi. Sopratutto maghi. Le gilde vengono pagate da privati cittadini o enti pubblici per svolgere le missioni più svariate, che possono passare dal salvare il gattino bloccato su un albero al catturare un pericoloso criminale. E Fairy Tail parla proprio di una queste gilde di maghi. Anzi, Fairy Tail è una di queste gilde. E non una qualsiasi, ma la più importante, la più forte, la migliore! Ed è piena di soggetti strani: non aspettatevi il solito incantatore avvolto dal mantello scuro, geloso dei suoi segreti e col viso nascosto dal cappello a punta, perché questi qui sono ragazzi alla ricerca di avventura e gloria. E a volte dei soldi per pagare l’affitto.
Seguendo Lucy, giovane maga degli spiriti e protagonista femminile della serie, entreremo in Fairy Tail. Lì troveremo il resto dei personaggi con cui vivremo avventure di ogni genere, primo tra tutti Natsu, Dragon Slayer del fuoco e protagonista maschile, ma anche Gray, il suo amico/nemico nonché mago del ghiaccio, Erza, maga più potente di tutta la gilda dal passato misterioso, il capo gilda, un simpatico vecchietto più forte di quanto si possa immaginare, Happy, un gatto blu parlante, Loki, Mirajane, Cana e un sacco di altra gente. Sono tanti, davvero, ma tutti meritano di essere conosciuti e vi racconteranno qualcosa di inaspettato e spettacolare. Alcuni daranno vita a delle saghe dell’anime, altri vi renderanno partecipi della loro storia e, piano piano, vi sentirete anche voi parte di questa grande gilda.
Ecco un elemento interessante di Fairy Tail: anche se in teoria si segue la storia di Natsu, alla ricerca di suo “padre” (sì, sono virgolette, ma non vi dico perché), il manga, e così l’anime, è diviso in varie saghe autoconclusive che ci diranno qualcosa in più sui nostri eroi e sul mondo in cui siamo, nonché su quello che accade nella gilda, sui suoi cambiamenti, la sua crescita, il suo passato e il suo futuro; in pratica conosceremo la sua storia. Perché se il titolo è “Fairy Tail” e non il nome del protagonista, ci sarà una ragione. A qualcuno farà storcere il naso: come può valere la pena di seguire qualcosa senza uno scopo finale preciso? Vi consiglio di fermarvi a pensare: noi persone comuni viviamo la nostra vita con un solo scopo? Voi vi svegliate al mattino pensando “voglio diventare l’uomo più forte del mondo”, senza concentrarvi su altro tutta la giornata e vivendo solo per quello, oppure mentre perseguite i vostri scopi affrontate anche ciò che la vita vi propone? In Fairy Tail è lo stesso. Non sempre è la gilda ad andare a cercare problemi, a volte sono loro che la trovano, e non sempre serviranno in qualche modo a portare avanti la ricerca di Natsu, ma ogni arco narrativo lascerà qualcosa a noi e a Fairy Tail.
Ovviamente per poter portare avanti una storia del genere servono dei personaggi ben strutturati e con carattere, altrimenti il tutto finirebbe per crollare come un castello di carte in una giornata di vento. Per fortuna Mashima sa il fatto suo e non ci deluderà: che siano cattivi o buoni, alleati o nemici, ogni incontro che faremo sarà degno di nota. E un po’ stupido, non dimentichiamoci che questo è uno shonen e Mashima è un fan di Oda. È facile notare delle somiglianze tra i due, sopratutto inizialmente, ma non in senso negativo. Non ci troveremo davanti una triste imitazione, ma qualcosa nato da un seme simile e cresciuto a modo suo. Un modo meraviglioso, se vi piace il genere, in cui potrete anche trovare una buona quantità di fanservice, che serve sempre. Ma non preoccupatevi, c’è altro! Potrei dilungarmi a dirvi quanto le saghe non diventino lunghe e noiose, ma abbiano diversi punti di svolta e non solo il combattimento come modalità per portare avanti la storia. O di come suddetti combattimenti siano precisi e ordinati nella loro caoticità, permettendo a chi guarda di non distrarsi o pensare che siano messi lì solo per riempire una puntata. O anche di come i soliti discorsi da shonen e le solite meccaniche da manga e anime del genere siano utilizzati in modo nuovo e non ripetitivo. Potrei dirvi che ci saranno tradimenti, guerre tra gilde, rapimenti, salvataggi, riappacificazioni, viaggi in mondi lontani, gilde illegali, alleanze, draghi, demoni, e molto, molto altro. Potrei andare avanti a lungo in effetti, ma non lo farò e vi lascio con un consiglio: quando lo trasmetteranno, guardatelo. E magari leggete anche il manga, che male non può fare. Meritano.
– Caterina Gastaldi –