Dopo Assassin’s Creed Unity, la fede che molti fan riponevano in Ubisoft si è parecchio incrinata. La sensazione non è neanche stata di totale tradimento da parte del team di sviluppo, quanto di profonda mestizia. Insomma, l’annuncio era stato eclatante: un AC ambientato niente meno che a Parigi, durante la Rivoluzione Francese! Come sarebbe stato vivere Parigi in un periodo così travagliato? Come sarebbe stato correre fra i tetti di una delle più grandi città d’Europa? Beh… stile Benny Hill Show, direi. Nel senso che ci camminavi, sui tetti, ma guai a tendere una corda: potevi rischiare di incastrarti nell’aria. Ma nell’aria ti ci potevi anche arrampicare, e attraverso l’aria scivolavano cittadini acquattati e terrorizzati. Questo è il momento in cui potete cercare uno spigolo e ripetere convulsamente “non è vero, non è vero, vi prego, ditemi che non è vero”.
E invece è vero, ed è stato il problema per cui molti, dopo Unity, hanno giurato di abbandonare per sempre AC. Bug, bug e glitch ovunque! Bug e glitch in un gioco da settanta euro, e non alla prima edizione! Certo, certo… cambi grafici, nuove texture, nuovo motore di gioco, nuove feature, una città più grande che mai, e così via, ma ogni tanto sembrava di stare in un quadro di Picasso, con le texture delle facce della gente letteralmente esplose, cubiste, aiuto!
Quindi alcuni l’hanno presa molto male, altri più goliardici si sono fatti una grassa risata, hanno sfruttato i glitch sfruttabili, e hanno pazientemente atteso le patch per il fix dei bug e il nuovo capitolo, pregando tutti gli Eterni che non fosse rilasciato sul mercato in una versione così prematura. Negli ultimi giorni, intanto, sono emersi dettagli che non fanno di certo fare una bella figura all’azienda: pare, infatti, che Ubisoft fosse consapevole del fatto che il titolo non fosse pronto al rilascio, ma si rifiutò comunque di posticiparne l’uscita per evitare di causare disagi allo sviluppo degli episodi successivi (che, ricordo, ormai vengono pubblicati a candenda annuale).
In ogni caso, per l’azienda è arrivato il momento di rimediare al pasticcio fatto con la Rivoluzione Francese: Assassin’s Creed Syndicate. Sfuggito alla scatola segreta in cui era stato rinchiuso con il nome di Victory, finalmente siamo a conoscenza del titolo reale e delle sue peculiarità. Inutile dire che gli (a)spettatori si sono subito ritratti come ricci: da un lato un trailer che spacca, dall’altro i grotteschi ricordi di Unity. Ma le speranze potrebbero mai morire? Certo che no! I più furbi hanno già affermato che non acquisteranno Syndicate al day one neanche sotto tortura, in modo che se il casino di Unity si dovesse ripetere, potranno attendere le patch. I meno furbi hanno direttamente bocciato il titolo come “superfluo, dopo il macello Unity”. Diciamocelo: tutto è superfluo dopo 15 titoli (+1 per Syndicate). Potevano stringere tranquilli tranquilli con massimo 5 capitoli spalmati sui mille anni di storia che separavano Altair da Desmond e finirla lì, invece hanno voluto cavalcare l’onda e strafare… e l’anno scorso sono stracaduti.
Tuttavia, tra una cosa e l’altra, il titolo continua ad avere molti appassionati, che borbottano, certo, ma che poi acquistano. “Potrebbero cambiare un po’ i protagonisti”. “Potrebbero migliorare le dinamiche di combattimento”. “Che palle ‘ste missioni tutte uguali”. “Beh, ancora mi sto ad arrampicare?”. “Ma ‘sti Templari sfigati?”. “È noioso!”. “Già visto…”. E così via. Sembra però che il giro di boa alla maggior parte delle accuse di noia e ripetitività stia proprio in Syndicate.
Dopo il tentativo fallito di introduzione della storia nella grande Parigi, Ubisoft punta addirittura a Londra, e si sposta nel 1868. Le difficoltà tecniche sono le stesse della Francia, se vogliamo: una città molto grande, che deve essere resa con più fedeltà possibile e che, per le necessità tattiche del sistema di gioco, deve unire spazi ampi e poco coperti, a vicoli più piccoli e defilati. Sembra siano riusciti a conciliare i due aspetti molto meglio di quanto sia stato fatto con Unity e, di certo, l’introduzione del rampino faciliterà parecchio l’approccio con le crescenti altezze degli edifici da scalare. Al contempo, si riduce la distanza degli scontri, presumibilmente molto più ravvicinati di quanto siano mai stati. Il trailer di annuncio ha mostrato alcuni frammenti di gameplay e, vicino a mannaie, kukri, tirapugni, pistole e botte, non sono state viste spade, una carenza che ancora non si può immaginare come verrà recepita, ma assolutamente in linea con il periodo storico.
Appunto, di che periodo storico parliamo? La Rivoluzione Industriale. Syndicate sarà ambientato nel cuore dell’epoca dei grandi progressi, Londra, nel bel mezzo della lotta di classe che vedeva da un lato le grandi invenzioni, industrie, macchinari, la possibilità di una produzione massiva, e dall’altro lo sfruttamento del popolo, le cui miserevoli condizioni portarono alla creazione dei primi “sindacati”, da cui il gioco prende il titolo. Progresso contro popolo, borghesi contro nobili, Assassini contro Templari: le possibilità per rendere accattivante la trama sono molteplici, ma ancora non sono state rilasciate notizie approfondite in merito. Sappiamo che, dopo aver rinunciato alle disastrose campagne multiplayer di Unity, la software house si è concentrata di nuovo sul single player, ma con l’accortezza di non introdurre un solo personaggio giocabile, bensì di affiancare alla testa calda Jacob Frye, sua sorella Evie, che rappresenterà la quota riflessiva del duo. Un’indiscrezione vuole che il gameplay sarà spartito 75/25 fra i due, ma non si hanno notizie precise sulle modalità di cambio personaggio, anche se la possibilità di switchare su Evie è confermata.
Grande attenzione all’ambientazione, dicevamo poco più sopra – eccezion fatta per il logo della British Railways che compare sulla locomotiva del trailer, nonostante la compagnia sarà fondata solo nel 1948. In generale, comunque, parrebbe che la cura sia anche maggiore del solito: ci aspetta una Londra affollata, non solo dagli individui che dalle compagne si spostano nelle città, ma anche dalle carrozze che si potranno usare per nascondersi, utilizzare come punti di appoggio per mosse di parkour sempre più mozzafiato (così sembra promettere il trailer)… e addirittura rubare! L’interattività con l’ambiente potrebbe essere un altro dei grandi punti di forza di Syndicate. Laddove i precedenti capitoli di Assassin’s Creed si sono sempre mantenuti parchi di interazioni con gli elementi che circondano il giocatore (a parte il chiedere informazioni, uccidere le guardie e rubare ai cittadini), questo nuovo titolo introdurrà corde da tagliare, torce da utilizzare, pesi da far cadere, e speriamo anche molto altro. La valutazione del level up fatto dal team di sviluppo si giocherà parecchio su questo aspetto, che non vedevamo l’ora venisse introdotto fin da Assassin’s Creed II.
Infine, l’elemento di dubbio risiede nelle modalità di approccio alle situazioni. Forse questa volta gli Assassini non dovranno sobbarcarsi tutto il lavoro: il trailer mostra un Jacob che incita la folla a seguirlo, ed è stato confermato che si potrà ricevere aiuto nelle risse. Questo cosa dovrebbe suggerirci? Che non saremo più soli a combattere contro tutti gli altri? Oppure che in punti particolari del gioco porteremo a casa i nostri obiettivi soltanto con la giusta scelta di parole? Avremo anche una sorta di componente da RPG? Certo, nessuno si aspetta interazioni della profondità di quelle di Mass Effect o Deus Ex, ma se Ubisoft dovesse darci anche questo, sarebbe un colpaccio.
L’ultima informazione rimasta è la data di uscita: 23 ottobre 2015, in versione PlayStation 4 e Xbox One (quella PC è prevista per un generico “autunno”, ma non dovrebbe tardare molto). Sono già state previste tre edizioni speciali: la Big Ben Collector’s Case (in vendita solo su Uplay Shop) includerà il Season Pass, due missioni extra riservate a chi preordinerà il prodotto, un box da collezione ispirato al Big Ben, un cofanetto in metallo, colonna sonora su disco, Artbook, fiaschetta griffata AC, una litografia, una mappa di Londra e l’immancabile fighissima action figure di Jacob (30cm, con simbolo degli Assassini composto da ingranaggi); la Rooks Edition includerà invece un box da collezione, due missioni extra riservate a chi preordinerà il prodotto, la colonna sonora su disco, l’Artbook e la mappa di Londra; la terza è la Charing Cross Edition, composta anche questa dal box da collezione, le due missioni preorder, la colonna sonora su disco, la mappa di Londra, l’Artbook e una variant della action figure di Jacob, figa anche in questa versione.
Voi che ne pensate? Siete rimasti colpiti dal gioco? Darete fiducia ad Ubisoft al day one?
– Elena Torretta –