Numero dopo numero, la serie di fumetti fantasy ‘Dragonero’ prosegue il suo corso, approfondendo i personaggi e sondando in lungo e in largo la già vasta ambientazione dell’Erondar, della quale ci viene offerto ogni mese uno scorcio differente. Oggi andiamo a recensire il volume numero 22, intitolato ‘L’uomo delle foreste’, prima parte di una storia che si concluderà con l’albo numero 23, in edicola dal 9 aprile.
DISCLAIMER: Questo articolo contiene SPOILER dall’albo! Non inoltratevi nella lettura se non avete concluso quella del volumetto, o correrete più pericoli di un cacciatore isolato nella Vetwasilvhe!
L’albo si apre con un personaggio inedito, un cacciatore accompagnato da due cani che fa ritorno ad un capanno sperduto nella gigantesca Vetwasilvhe: la “Foresta Vecchia”, nella musicale lingua antica che, con notevole credibilità e coerenza semantica (oltre che fonetica), caratterizza la serie fin dagli esordi. Gli appassionati della prima ora e i più attenti scrutatori di mappe avranno notato che, all’interno dell’immensa selva, si trova Frondascura, sede degli Elfi silvani e patria perduta della pestifera Sera (latitante in questo albo). Ad ogni modo lo sventurato cacciatore arriva al capanno solo per scoprire che i compagni sono stati massacrati dal primo all’ultimo e, dopo aver visto morire anche i poveri cani da caccia, viene a sua volta ucciso da un’imponente bestia nera, a metà strada tra un orso e un lupo mannaro.
Neanche il tempo di dire “Khame adwerte!” e scopriamo che la magistratura locale ha messo proprio Ian Aranill sulle tracce della misteriosa creatura dei boschi. Ian è accompagnato dal solo Gmor, mentre apprendiamo da un discreto spiegone che Sera non si è unita alla spedizione perché per lei sarebbe troppo doloroso visitare la Vetwasilvhe, il luogo che ha dovuto abbandonare per unirsi alla combriccola del Romevarlo. Incontriamo quindi i cacciatori dell’avamposto più avanzato all’interno della selva, sotto il comando di Due Facce, un ceffo sorprendentemente affabile a dispetto del nome, dell’apparenza e della maschera che porta… sulla nuca. Tra gli occupanti del fortilizio spiccano Kuna, un cacciatore con una cresta da gallo e un temperamento a dir poco sanguigno, e la sua compagna Na’weh. Probabilmente è a lei che va la palma di personaggio più interessante del volumetto: discinta, belluina, sensuale, Na’weh è una cacciatrice delle terre del Sud che si vanta di aver ucciso una tigre con le proprie mani e, per celebrare questo conseguimento, porta un paio di canini supplementari. Ovviamente rimarrà preda del fascino del nostro Ian, che a sua volta resterà stregato dalle avances un po’ animalesche della cacciatrice.
Purtroppo è piuttosto chiaro fin dall’inizio che sia Kuna che Na’weh abbiano parecchio da nascondere, anche se Ian tarda a trarre le conseguenze dei loro atteggiamenti sospetti. Non vogliamo andare oltre con gli spoiler, ma teniamo a sottolineare come quella che doveva essere un’indagine diventi ben presto una battuta di caccia (ma c’è poi grande differenza?) e i cacciatori, in men che non si dica, diventino le prede. Ian ha occasione di confermarci che il suo orientamento è legale-buono, quando arriva a menare le mani pur di impedire il vilipendio di una sepoltura e quando mette in chiaro con la cacciatrice del Sud che lui “non è uno che gioca sporco” nelle relazioni amorose. Non avevamo dubbi, Ian, ma grazie del chiarimento.
Da segnalare, in questo episodio, la ricomparsa delle Pietre-portale degli Ubiqui, i misteriosi manufatti già trovati nel numero 12, ‘Minaccia dal profondo’, che avevano trascinato un gigantesco vermone a minare le fondamenta della pacifica Solian facendolo comparire da un altro mondo (o universo?). Questi oggetti magici, che consentivano agli Ubiqui di spostarsi da un luogo all’altro in pochissimo tempo, avranno probabilmente un ruolo importante per il futuro della serie, così come le mutazioni (termine forse atecnico, ma sostanzialmente adatto) che stanno interessando il sangue di Ian, che tra l’altro diverse persone sono interessate ad assaggiare, in questo volumetto.
Fatte queste debite premesse, è tempo di valutazioni. Iniziamo, com’è d’uopo, dalla copertina: come sempre è opera di Giuseppe Matteoni, storico disegnatore del romanzo a fumetti del 2007, copertinista d’eccezione; purtroppo, in questo caso, il lavoro non ci appare all’altezza di quelli passati: bello lo sfondo, con il Viresilvhe che scruta con occhi infuocati dal folto della foresta, ma i personaggi e l’ambiente in primo piano soffrono di quello che ci sembra un abuso di computergrafica e stonano sia con lo sfondo, sia con le copertine precedenti.
All’interno dell’albo, i disegni di Walter Trono si confermano una garanzia: chiaroscuri ben realizzati (soprattutto nella scena della tenda che vede protagonisti Ian e Na’weh, dalle forme morbidissime), volti sempre espressivi e una lodevole attenzione ai dettagli nelle scene che ritraggono ambienti esterni. La sceneggiatura, a firma di Luca Enoch, è complessivamente scorrevole (al netto del già citato spiegone sull’assenza di Sera e della scena del cacciatore che viene picchiato…), sebbene non brilli per l’alto tasso d’azione – la gran parte della storia è infatti incentrata sulla componente dialogo-viaggio-ricerca di indizi, quindi di nuovo viaggio e rientro alla base. In questo senso l’avamposto dei cacciatori funge un po’ da hub per le quest, come in un videogioco di ruolo.
La vicenda risulta intrigante, anche se i pezzi del puzzle si incastrano sotto gli occhi del lettore molto più in fretta di quanto non facciano nella mente di Ian; l’acuto di suspense del finale ci lascia in attesa del prossimo volume, ‘Sangue chiama sangue’, nelle edicole dal 9 aprile. Complessivamente un volume buono, quantunque non eccellente, che però fa ben sperare per il seguito: è lecito augurarsi che il numero 23, in vista della resa dei conti con il Viresilvhe, acceleri un po’ il ritmo della narrazione.
– Stefano Marras –
Dragonero 22 – L’uomo delle foreste: recensione
Isola Illyon
+ Vicenda investigativa intrigante
+ Il personaggio di Na'weh è piuttosto affascinante
+ Tornano le Pietre-portale
+ I disegni di Walter Trono
+ Il volume getta le basi per la seconda parte della storia con un epilogo piuttosto truculento
- Peccato per la copertina: troppa computer grafica!
- Ritmo blando, l'azione è confinata nelle prime e nelle ultime pagine dell'albo
- La colpevolezza di Kuna e la complicità di Na'weh sono fin troppo prevedibili
- Ian continua ad incarnare lo stereotipo del PG legale-buono