DISCLAIMER: Questo articolo vuole essere una panoramica dell’anime Tokyo Ghoul, e proprio per questo contiene diversi spoiler che potrebbero rovinare la visione della serie.
Tokyo Ghoul nasce dalle matite di Sui Ishida nel lontano 2011 ed è arrivato a noi in versione manga solo a novembre 2014, dopo la presentazione da parte dell’editore Jpop al Lucca Comics & Games dello stesso anno. Quello che però ha riscosso un grande successo, come spesso accade per molti altri manga, è l’anime, distribuito dalla Dynit e che comprende due serie: Tokyo Ghoul e Tokyo Ghoul √A.
Veniamo al dunque: di fronte a cosa ci troviamo? Siamo a Tokyo e stanno accadendo dei fatti inspiegabili, o meglio, aumentano sempre di più il numero di misteriosi omicidi dove le vittime vengono divorate vive e dove gli assassini non sono esseri umani, ma creature sovrannaturali, dei ghoul precisamente, che si cibano esclusivamente di esseri umani. È in questa macabra cornice che si svolge la nostra storia, in cui un giovane e brillante ragazzo universitario, nel giro di poco tempo, trova la sua intera vita ed essenza totalmente stravolte. Kaneki Ken si trova, a seguito di un brutto incidente, tra la vita e la morte: pur di salvarlo i medici optano per un trapianto di organi, prendendoli dalla ragazza che il giorno dell’incidente era con lui, Rize, un ghoul che qualche minuto prima del tragico fatto non aspettava altro che il momento propizio per cibarsi del ragazzo. Al suo risveglio Kaneki si sente cambiato: comincia a non avere più interesse per il cibo e nota che un suo occhio è strano. Capisce poi, tornando a casa che è come se il suo corpo fosse mutato, provando nausea ogni volta che tocca cibo e sentendo una irrefrenabile fame d’altro, segno che ora ha un istinto da predatore che lo porta a cercare carne umana. Kaneki è diventato per metà ghoul ed è proprio attorno a questo avvenimento che tutto l’anime si sviluppa, alla continua ricerca dell’equilibrio psicologico tra l’essere umano e l’essere inumano. Anche se, essendo ghoul, Kaneki dovrebbe da un lato cibarsi di esseri umani, allo stesso tempo la sua natura umana non gli permetterebbe mai di praticare una cosa tanto immorale come il cannibalismo…si rifiuta di cibarsi di umani, ma contemporaneamente si avvicina al deperimento, che per un ghoul vuol dire soprattutto debolezza, fino ad arrivare poi alla morte.
Fortunatamente Kaneki, dopo giorni di totale disperazione e in preda al panico, conoscerà Touka, una ragazza che lo aiuterà e che gli farà conoscere una associazione, la Ainteku, politically correct per capirci, che si ciberà solo di particolari esseri umani, quelli che scelgono di porre fine alla propria vita con il suicidio. È questo il gruppo che lo accetterà, ma soprattutto lo sosterrà moralmente (anche grazie al suo capo, che alla luce del sole si presenta come l’anziano gestore di un bar, un tipo che mai andremmo a pensare possa essere invece un ghoul), e nel quale Kaneki accetterà almeno in parte la sua nuova vita, legando con i membri di questa associazione che diventeranno per lui come una famiglia e dove stabilirà specialmente con Touka un particolare legame. All’associazione dei ghoul buonisti, si contrappone quella dei “cattivi” alias l’Aogiri, nella quale poi, dopo una serie di eventi, entrerà a far parte anche Kaneki: se nella prima serie infatti assisteremo all’adattamento di quest’ultimo nell’essere sia umano che ghoul, nella seconda serie invece ci ritroviamo, a causa di svariate disavventure che lo stesso Kaneki subirà sulla propria pelle, con un protagonista diverso che perde quasi la sua ragione morale fino ad impazzire facendo quello che tempo prima aveva sempre evitato di fare: uccidere.
A queste due fazioni di ghoul quindi, quella buona (l’Ainteku) e quella cattiva (l’Aogiri) si affianca quella dei “difensori” dei civili, ed è rappresentata da una particolare forza di polizia chiamata la CCG, un corpo militare addestrato solo per la caccia e la cattura dei ghoul. Qui, spicca tra i vari membri, Kotaro Amon, un giovane e brillante ragazzo dal passato misterioso, che fa della caccia ai ghoul la sua unica ragione di vita. Affiancato dal suo partner, più una sorta di “sensei“ Kureo Mado, impara sul campo tutto ciò che c’è da sapere sui ghoul, seguendone le tracce tra le varie circoscrizioni (le zone dove cacciano i ghoul).
Tutti i ghoul sviluppano degli organi interni che, all’occorrenza, durante la caccia o il combattimento fuoriescono: le kagune. Ogni ghoul sviluppa la propria kagune con una forma diversa dagli altri e queste armi sono indistruttibili così come gli stessi corpi che sono praticamente imperforabili. Ciò che caratterizza un ghoul durante la fase di combattimento e di predazione sono gli occhi neri dall’iride rossa, che comparirà nel massimo momento di fame. Questi esseri vivono comunque alla luce del giorno e frequentano le stesse attività degli umani e proprio per questo, quando di notte diventano dei veri e propri cacciatori alla ricerca continua di prede di cui cibarsi, portano una “mask”, una vera e propria maschera che gli permette di non farsi riconoscere durante la notte dalle Colombe (soprannome dato dai ghoul ai membri dell’associazione che gli da la caccia). La CCG è alla continua ricerca dei ghoul e combattono contro di loro usando le Quinque, alias delle armi fatte proprio dai kagune di ghoul morti. L’unico modo quindi per tenere testa ai ghoul e poterli uccidere è usare le loro stesse armi.
Quello che caratterizza questo anime, che fondamentalmente ha una trama abbastanza diversa dal manga omonimo, è l’animazione molto curata tipica delle produzioni più recenti. Lo studio Pierrot, che ne cura infatti questo adattamento, ha fatto un ottimo lavoro, visibile non solo dai disegni, che in generale sono molto belli, ma soprattutto dalle scene di combattimento, sempre molto dinamiche. Certo, c’è da dire che a condire questi bei combattimenti ci sono vari personaggi, ognuno con la propria kagune, e questo contribuisce a non annoiare mai lo spettatore. Inoltre, citata per ultimo, ma di vitale importanza come in ogni anime (così come nei film) è la colonna sonora, qui affidata per entrambe le serie a Yutaka Yamada che integra i suoi pezzi a volte dinamici, a volte più malinconici, con diversi brani appartenenti alla musica classica, come i Carmina Burana di Carl Orff, che sinceramente sotto le scene di combattimento non lasciano di certo indifferenti!
Non ci resta che aspettare per vedere come finisce, visto che attualmente siamo arrivati al sesto episodio sottotitolato in italiano della seconda stagione (potete vedere l’intera serie, in maniera completamente legale e gratuita, qui), e per la prima stanno uscendo ora gli episodi in italiano, sperando che finalmente levino le censure, perché in certe scene sono un po’ esagerate. Mi raccomando, correte a vedere Tokyo Ghoul e fateci sapere cosa ne pensate con un commento proprio qui sotto!
– Alessia Bellettini –