Nell’articolo precedente avevo lasciato senza risposta la domanda se Star Wars: the Old Republic avesse realizzato o meno il sogno di ricreare in un solo videogioco l’intero universo di Star Wars. Dopo quella lunga, ma necessaria, presentazione veniamo finalmente al nocciolo della questione. Sì, perché quello di George Lucas è uno dei più vasti universi fantastici mai immaginati, secondo per profondità e ricchezza, forse, solo alla Terra di Mezzo di J. R. R. Tolkien. E come quest’ultima si è arricchita per i tantissimi libri postumi pubblicati dal figlio dell’autore, così per Star Wars gran parte del merito per la ricchezza di questa straordinaria ambientazione va al cosiddetto universo espanso, cioè a quella galassia di opere secondarie dei più svariati generi (fumetti, serie animate, videogiochi) che hanno approfondito in lungo e in largo ogni aspetto lasciato in sospeso dalla filmografia canonica, e che la Disney ha deciso con tanta leggerezza di cancellare di colpo, come se nulla fosse. Eppure la grandezza di questi universi narrativi (insisto sul termine perché si tratta davvero di “costruzioni” immaginative di così ampia portata, costruite da così tanti elementi diversi tra loro che il solo termine che possa descriverle al meglio mi sembra proprio universo) sta proprio nella loro capacità di far nascere dai loro margini sempre fertili nuove storie, nuovi germogli che li mantengono sempre vivi, in costante espansione. Lo possiamo vedere con le storie che ruotano sulle vicende della Terra di Mezzo, e allo stesso modo con quelle ambientate nella “Galassia lontana lontana”, sempre pronta ad accogliere nuovi tasselli della sua storia.
Contenere in un unico gioco una tale vastità in continua fermentazione era pressoché impossibile, ma ci si può avvicinare, come è stato fatto, per esempio, con il mondo immaginato da Tolkien. The Lord of the Rings Online mostra il lavoro quasi “filologico” fatto sulla Terra di Mezzo, ricreata virtualmente pressoché in scala 1 a 1, con ogni angolo perfettamente ricreato, seguendo pian piano il viaggio della Compagnia dell’Anello verso Mordor con la pubblicazione di nuove espansioni che aggiungono regioni alla mappa di gioco. Forse per Star Wars era ancora più difficile realizzare un simile progetto, tenendo conto anche di come la sua ambientazione sia più abbozzata nei film di quanto invece lo sia la descrizione minuziosa della terra di Bilbo Baggins fatta da Tolkien nei suoi libri. Ma The Old Republic ci si avvicina davvero molto, grazie anche ad una certa libertà che gli è concessa dal periodo storico che ha scelto di raccontare. Grazie proprio al fatto che ci troviamo 3500 anni prima delle vicende narrate nei film si può spiegare la grande abbondanza di jedi e sith presenti nel gioco, visto che ovviamente sono le classi più giocate. Ci troviamo infatti negli anni della Vecchia Repubblica, il momento di massimo splendore dell’Ordine Jedi e, specularmente, dell’Impero Sith, teatro di epici scontri per il dominio della galassia, dove il vedere più di una spada laser alla volta non era fonte di meraviglia (ricordate lo stupore, nel secondo episodio, quando nella guerra su Geonosis quasi tutto l’Ordine Jedi scese in battaglia, illuminando lo scontro del colore delle tante spade laser? Ecco, una cosa del genere è all’ordine del giorno in Swtor).
Ovviamente era impossibile aspettarsi di veder ricreato ogni singolo pianeta presente nell’universo espanso, ma il gioco presenta comunque quasi tutti quelli più importanti e famosi, riprodotti con grande cura, rendendo molto vario l’ambiente di gioco di volta in volta che ci si sposta con la propria astronave. Vagheremo per gli ambienti estremi e tra loro opposti di Hoth e Tatooine, ma anche su pianeti dal clima più mite, come Alderaan e Balmorra, in cui i deserti di ghiaccio o le distese infinite di sabbia rovente lasceranno il passo a foreste rigogliose e colline verdeggianti, o a megalopoli labirintiche, come su Coruscant. Questo cambio repentino di scenografie rende l’ambientazione del gioco sempre varia e interessante, grazie soprattutto alla maestria e alla cura che i ragazzi di Bioware, come loro solito, hanno impiegato nel ricreare ogni angolo della galassia. Molti pianeti, poi, vengono direttamente dall’universo espanso, come Korriban e Nar Shaddaa, e alcuni sono stati creati da zero proprio per il gioco. Un occhio di riguardo merita Taris, un pianeta completamente ricoperto da un’unica città, in cui si rifugiarono i protagonisti di Knights of the Old Republic e che proprio in quel videogioco venne bombardato dalla flotta dei sith. Lo ritroviamo anche in Swtor, dopo 300 anni dalla sua distruzione, con le rovine della sua civiltà ormai avvolte da una ricca vegetazione che sembra aver divorato tutto. Ma nella jungla impenetrabile scopriremo anche tanti dettagli che ci riporteranno alla mente proprio quel capolavoro che è Knights of the Old Republic, facendo vivere ai veterani che hanno avuto la fortuna di giocarlo momenti nostalgici di grande impatto emotivo, sottolineati dal tema principale di questo storico rpg.
Oltre alla grande varietà di pianeti avremo a disposizione anche una vasta scelta di classi giocabili e di razze, anche se quest’ultime sono purtroppo limitate nella versione free, così come molte altre caratteristiche estetiche, che comunque non intaccano la giocabilità del titolo. Non esistono solo jedi e sith in fondo, e nonostante tutto sono tantissimi i giocatori che decidono di impersonare classi meno appariscenti ma allo stesso modo divertenti. Come non cedere infatti al fascino di interpretare uno spietato cacciatore di taglie o un valoroso soldato della Repubblica? Ogni classe, come da tradizione per i MMORPG, ha dei ruoli specifici ed è ben caratterizzata, tanto che non troveremo in Swtor un solo personaggio noioso da giocare. Sono presenti quattro classi per ogni fazione, che a loro volta si dividono in due classi di specializzazione per ognuna di esse. Se per esempio decideremo di interpretare uno spietato Inquisitore sith (Sith Inquisitor), ad un certo punto della nostra storia, raggiunto il livello necessario, dovremo decidere se specializzarci in un furtivo e letale Assassino sith (Assassin) o in uno Stregone (Sorcerer), il massimo conoscitore del Lato Oscuro della Forza, capace di annichilire interi eserciti a suon di fulmini.
Per concludere, siamo ancora lontani da una rappresentazione completa dell’universo di Star Wars, cosa forse impossibile, ma Swtor si dimostra un ottimo compromesso, grazie anche alla sua cura nei dettagli e all’impegno di Bioware nel creare un gioco che potesse soddisfare tutti gli appassionati della “Galassia lontana lontana”. I giochi di ruolo online hanno poi la fortuna di poter essere continuamente aggiornati e ampliati, e sono già tanti i pianeti aggiunti nelle ultime espansioni e patch, quindi la speranza è che continuino così, rendendo sempre più completo questo gioco. Gioco che consiglio assolutamente a tutti gli appassionati della saga, che forse non lo troveranno un MMORPG innovativo, essendo troppo simile a tanti altri giochi che la rete offre, ma che sicuramente si dimostra essere un titolo solido e curato, che vi farà impugnare una spada laser o un blaster pesante, che vi farà sfrecciare con la vostra astronave personale in frenetiche battaglie spaziali, che vi porterà negli angoli più estremi dello spazio cercando nuovi pezzi per il vostro equipaggiamento e nuove avventure da affrontare con i vostri amici o contro persone che hanno avuto la sfortuna di schierarsi contro di voi. E tutto questo gratis, viste le nuove politiche del gioco. È davvero giunto il momento di ritornare a “tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana”.
– Davide Carnevale –