Il libro non è più disponibile in quanto il materiale presente è stato ripubblicato e rielaborato in una nuova struttura dal nuovo editore: Astro Edizioni. Info qui.
Elen sila lumenn omentielvo avventurieri! Ho bei ricordi del liceo classico: all’epoca, quando ero un baldo giovinotto che guardava al mondo con ingenua dolcezza, amavo leggere libri storici. Valerio Massimo Manfredi era uno dei miei autori preferiti, che grazie alla sua narrativa riusciva a farmi rivivere la storia dell’antica Grecia o di Roma lasciandomi un brivido scavato nelle ossa, fatto del fragore di grandi battaglie e di eroi leggendari (lo Scudo di Talos è un fomento assoluto).
Leggere il testo che sto per presentarvi, quindi, è inevitabilmente un ritorno ai bei tempi andati e si fa (a livello strettamente personale) un po’ carico di qualcosa che è per metà nostalgia, per metà una propulsione verso ciò che mi ha caratterizzato con una certa decisione. Accingiamoci dunque alla recensione di Latrunculi, un’opera che si propone di rileggere il periodo dell’Impero Romano del IV secolo dopo Cristo in una chiave fantasy molto avvincente. I Demiurghi, per chi segue il nostro giornale da un po’, li ricorderete di sicuro: tra interviste (che troverete qui) e recensioni (“Requiem/Domine e Serva“, “Un Morto che Cammina“), oramai sono delle costanti tra le nostre sponde. Cosa avranno di interessante da sottoporci oggi? Sguainate la daga e seguitemi, soldati! Andiamo a vedere cosa ci aspetta.
Latrunculi: uno sguardo alla trama, alcune considerazioni.
“Il gioco dei Latrunculi (soldati) era un gioco da tavolo simile agli scacchi praticato nell’antica Roma. Di questo gioco ci sono pervenute notizie vaghe, quindi le dinamiche del gioco sono solo ipotizzate. Il numero delle pedine è sconosciuto, alcuni suppongono che siano state 30, altri 16. Delle pedine è noto che avevano diversi compiti: c’erano le mandrae, i milites e i bellatores (di queste ultime due non si è certi se fossero le stesse chiamate con nomi diversi). Neanche la grandezza della tabula lusoria ci è nota, è stata ritrovata una scacchiera di 18 caselle in Danimarca ma non essendo completa non è sicuro se fosse rettangolare o quadrata. Nella Basilica Iulia a Roma è stata invece ritrovata una tabula lusoria con 8 caselle per lato. Secondo l’interpretazione di altri la tabula lusoria sarebbe stata di 12 caselle per 18.” [Wikipedia]
Da questo gioco dell’antica Roma prende il nome il romanzo, che porta la firma di Azia Medea Rubinia Antinea e di Elios Tigrane. La storia principale ci riporta ai fasti dell’Urbe del IV secolo d.C., dove Diocleziano fonda la Legio M Ultima, un corpo militare elitario con a capo la Specula, una società segreta avvolta da una grande aura di mistero. Le storie che si dipanano all’interno di questo libro, che hanno come filo conduttore una lunga partita a Latrunculi che sembra poter decidere la sorte e la stabilità dell’Impero Romano, sono caratterizzate da una buona ricerca. Altra questione interessante di questo prodotto è che, pur contando poco più di trecento pagine, risulta essere una lettura molto leggera. Non che ne svilisca il risultato finale, anzi: in questo i nostri autori hanno saputo dare il giusto equilibrio alle cose.
Senza dubbio è un prodotto interessante e molto immersivo, che ho apprezzato per molti aspetti e per i diversi rimandi e le citazioni all’interno della trama.
Un plauso personale lo faccio al loro impegno nel tessere l’ambientazione. Iniziare creandone una nuova è relativamente semplice: ci si può ispirare a qualcosa, ma in sostanza è un lavoro che parte da zero. Quando si decide, invece, di portare avanti un’ambientazione storica, ciò richiede secondo me un diverso grado di competenze culturali, decisamente più rilevante.
Saper ricreare determinate atmosfere non è da tutti: io riprendo sostanzialmente come riferimento il già citato Manfredi. Quando si lavora su queste cose mi sento particolarmente esigente, soprattutto per quanto riguarda una certa coerenza storica.
Come ultimo dettaglio, una piccola chicca. Latrunculi è su The Incipit, ovvero un sito dove c’è la possibilità di scrivere la propria storia, ma dove sono i lettori a gestire l’andamento della trama, tenendo fede, insomma, alle proprie radici da GdR.
Signori, che altro dire? Vi rimando alla pagina ufficiale dei Demiurghi (che potete visualizzare qui) dove potrete trovare, oltre a Latrunculi, anche altre proposte molto interessanti. Quest’opera è molto piacevole da leggere, voi lo avete fatto? E cosa ne pensate? Ditelo qui sotto con un commento! Buona fortuna, avventurieri!
–Michele Giuliani–
“Latrunculi”: la recensione del libro
Isola Illyon
- Narrazione molto coinvolgente ed interessante;
- Alcuni punti sono descritti in maniera impattante ed efficace;
- Quando si intrecciano le vicende di più di tre personaggi, la narrazione diventa a tratti confusionaria;