Tornano “I Demiurghi” su Isola Illyon, con il loro ultimo libro, pronti a farci immergere nella polvere e nelle spade della civiltà romana. Cosa vi attende?
L’ultimo libro sfornato dal collettivo di scrittori, giocatori di ruolo, appassionati di narrativa e scrittura creativa e tante altre cose, chiamati “I Demiurghi” si intitola “Un morto che cammina” ed ho avuto il piacere di leggerlo per parlarvene in questa recensione.
Ho già parlato degli altri due libri scritti dal loro collettivo, che se vi siete persi siete proprio destinati ad essere decapitati da un gladiatore, nel mentre però ritrovate tutto a questo link.
STORIA ED AMBIENTAZIONE
Come già raccontato nell’altro pezzo, l’ambientazione che è stata creata da questi autori riprende i fasti della Roma antica e inserisce al suo interno personaggi, incroci amorosi, di potere e desiderio, oltre che misteriosi poteri, che i libri tendono sempre a tenere nascosti, lasciando aloni di mistero e di intrigo. L’ambientazione è chiamata “La Specula”, che viene dalle esperienze del loro background di giocatori di ruolo accumulate negli anni di schede e dadi lanciati per il bene di Roma e dell’Imperator.
Senza allontanarsi dal complesso ed ampio mondo de “La Specula”, questo nuovo libro, “Un morto che cammina”, è molto più politico dei precedenti, e racconta lo scontro tra due potenti famiglie della Roma antica, viste dagli occhi di un ragazzo, giovane, innocente, e scevro dalle menzogne, dalle false identità e dalle cose a cui credere, senza sapere se siano vere o false. Tutto epurato dal fuoco, che infiamma gli animi e brucia le persone. Non ci sono purtroppo, elementi fantastici, in questa storia, ma il ritmo e le cose che accadono tengono il lettore incollato all’ e-reader per capire come si snoderà la vicenda e come quello sguardo innocente diverrà quello del bambino divenuto uomo, per quello che vedrà, e per quello che accadrà.
LO STILE
Come accaduto nei libri precedenti, le opere de “I Demiurghi” si leggono in maniera veloce e senza intoppi, nonostante parole latine e nomi di personaggi lunghi, con facilità si ricollegano referenti ad azioni commesse, e si rimane saldi alla storia. Esistono vari punti di vista nella scrittura, che a volte si alternano, aggiungendo alla narrazione valore aggiunto e diversità di registri e linguaggi.
Un concetto ereditato anche in “Un morto che cammina” è quello di non svelare mai la verità nuda e cruda, quello che accadrà, o se il protagonista ha compiuto o no la scelta giusta. Sembra sempre che qualcuno stia per tradire, o per rilevare verità inattese e pronte a sconvolgere tutta la narrazione. Il meccanismo è lento, insito nel testo, ma lo governa bene, dando a tutta la struttura un’altalenanza tra evento avvenuto e sospetti di varia origine e natura sull’azione appena compiuta, su questo o sull’altro personaggio. Questa cosa mi ha colpito molto e, collegata alla fluidità della lettura rende queste storie romanissimamanete interessanti.
Leggetelo e raccontateci i vostri pareri in merito. Inoltre non dimenticate di visitare il sito delle Cronache della Legione Ultima per scoprire di più su “Un morto che cammina” e su tutti i progetti, gli articoli e i prossimi lavori del gruppo “I Demiurghi”. Buona lettura!
-Luca Scelza-