Il mondo videoludico ha lasciato i fan di Star Wars a bocca asciutta per lungo tempo, soprattutto quelli che aspettavano con ansia il terzo episodio, poi cancellato, dell’amatissima serie di Battlefront. A dieci anni esatti dall’ultimo uscita della saga, DICE ed EA rispolverano la vecchia gloria supportati dalla benevolenza (e dai portafogli) dei più sfegatati e nostalgici fan, approfittando di una licenza decennale firmata dalla Disney che gli consente la possibilità di pianificare una lunga e fruttuosa politica aziendale. In effetti molto si è discusso di come EA stia incidendo sulle dinamiche di sviluppo e, visto che non sono affatto bravo a nascondere la mia amarezza, ritengo opportuno affrontare l’argomento sin dall’apertura, in modo da trasmettervi la mentalità con cui mi sono approcciato all’esperienza di gioco.
EA aveva presumibilmente cercato, insieme ad altre aziende, di fare un colpo grosso contro il mercato dell’usato, convincendo Microsoft a compiere scelte controverse che, tuttavia, sono state fortemente e (giustamente) ostracizzate dal pubblico. Il contraccolpo è stato tanto prepotente che la casa di Redmond ha fatto più di un passo indietro, e le aziende in questione, ormai messe in cattiva luce, hanno dovuto abbandonare anche la fetida tendenza dell’includere in ogni gioco un codice a uso singolo per accedere ai servizi online (sempre utile per ottenere ricavi dal mercato dell’usato). Con Battlefront EA ci è forse un po’ ricascata, tentato di offrire pacchetti ed edizioni dal valore quantomeno discutibile: le incarnazioni a budget contenuto sono differenziate concretamente dalla presenza di due emoticon, mentre la versione definitiva include l’onerosissimo Season Pack, che parrebbe avere quasi più contenuti di ciò che ci troviamo per le mani ora. Insomma, viste le esperienze passate piuttosto sibilline, ho percepito tanti segnali di allarme che, tuttavia, sedo accuratamente nel momento in cui analizzo l’opera, dovendola giudicare per quel che è e non per quello che sarebbe potuta essere.
Com’è quindi Star Wars: Battlefront? La risposta più immediata, che avevo anche già menzionato in occasione della beta, ha a che vedere con la strepitosa componente estetica che trascende ampiamente la mera grafica, includendo un sound design mozzafiato e una funzionale colonna sonora. I dettagli tecnici, notevoli e sfaccettati anche sui PC più modesti, sono caratterizzati da ambienti curatissimi e scenografici, impreziositi da piogge interminabili di blaster e scintille. In ogni singolo istante viene ricreata la peculiare atmosfera vissuta nelle concitate sparatorie delle pellicole: un misto di caos, alienante sensazione di essere carne da macello e desiderio di schiacciare la feccia ribelle. Le immagini sonore completano in tutto e per tutto la sensazione di immersione grazie a campionature e rumori che espandono le barriere percettive ben oltre la componente funzionale; anzi, a dire il vero, è un genere di gioco in cui è altamente improbabile riusciate a sentire qualcuno avvicinarsi alle vostre spalle, fin troppo presi dalla concitazione generale.
Potrei dilungarmi per ore sulla questione dell’aspetto, ma non farei altro che sottolineare mielosamente la sua gradevolezza e, inoltre, sono uno di quei videogiocatori di vecchio stampo che ritiene ancora che la grafica non sia tutto, quindi passiamo al gameplay. Inutile negare che nel parlare della giocabilità venga naturale prendere in considerazione le uscite PlayStation 2 di Battlefront, nonché i Battlefield per cui è nota DICE, ma ambo le misure stridono con questa nuova creazione, la quale prega di essere approcciata con mente libera e ambisce a voler accontentare tutti. Tra Call of Duty e Battlefield, in effetti, il mercato degli sparatutto pare essersi spaccato in due distinte fazioni: quella del dinamismo arcade snodato in spazi ristretti, e quella dei patiti di vaste mappe e approcci vagamente strategici. Battlefront si avvicina ad ambo le realtà con una serie di modalità ai limiti del disturbo schizofrenico che, tuttavia, ne escono egregiamente grazie a un sistema di controllo equilibrato ed elastico, che riesce ad adattarsi a qualsiasi superficie a seconda delle necessità. Dalle 8 alle 40 persone possono accedere in una stessa partita, a seconda che si tratti di un “cattura la bandiera” o una conquista campale, il tutto modificato quanto basta perché l’esperienza sia fresca e riminiscente della controparte cinematografica.
Avrete notato che ho scritto di “persone”: questo è invero un punto chiave. Se siete alla ricerca di una ricca e completa esperienza single-player, magari accompagnata da un’elaborata e profonda trama, siete liberi di proseguire, perché questo non è il gioco che state cercando. La “modalità storia” è del tutto assente e le proposte offline sono ben smilze; in solitaria si possono giocare di fatto solamente i tutorial, la modalità sopravvivenza e una passabile modalità battaglia in cui un plotone di bot cerca di contrastare o aiutare le gesta degli utenti. Tutto dà ad intendere che queste modalità siano state inserite quale contentino completamente separato dall’esperienza, ben più completa, dell’online. Le partite ospitate su server, apparentemente potenziati rispetto a quelli della beta, offrono a tutti coloro dotati di connessione performante una gamma di opzioni ben nutrita, tra cui l’intrigante personalizzazione del proprio combattente, per il quale si possono scegliere aspetto, dotazione di armi e le utilissime abilità secondarie.
In effetti Battlefront adotta un sistema insolito nel gestire le possibilità del giocatore. Il soldato di turno seleziona un’arma al momento dell’ingresso in partita e, fin tanto che non ci lascia le penne, ha accesso unicamente a quella e a un set di tre “carte”, anch’esse organizzate a priori. Questo “mazzo” è composto da due equipaggiamenti extra e un talento particolare, utilizzabili a seguito di un breve cool-down, quel tempo d’attesa tanto usato nei giochi di ruolo online, e possono essere personalizzate in base a necessità o gusti con granate, missili, fucili da cecchino e molto altro ancora. A queste si sommano i potenziamenti raccattati sul campo interagendo con dei generici loghi luminosi sparpagliati sulle mappe, il cui contenuto è perlopiù casuale. Potrebbero essere torrette o droidi automatici, ma anche granate particolarmente potenti o un deludente reset automatico di tutti i cool-down; eccezione alla teoria del caos sono i loghi specifici che permettono di salire su veicoli/velivoli o di combattere nei panni di un eroe.
Ebbene sì, per somma delusione di tutti gli amanti di Battlefield e dei vecchi Battlefront, i mezzi non saranno presenti su schermo fintanto che qualcuno non li evocherà dall’aria rarefatta e, di conseguenza, non sarà possibile salirvi in più persone. Se questa peculiarità può far storcere il naso, ancora peggiore è il destino capitato ai personaggi tratti dai film (Luke, Leila e Han contro Vader, l’imperatore e Boba) che, acquisiti allo stesso modo di un potenziamento generico, potranno essere usati indiscriminatamente da chiunque sia abbastanza rapido da raggiungere per primo l’icona. In passato, il campione era assegnato al giocatore che, stando ai punteggi, era il più capace o il più esperto, garantendo una certa sicurezza nell’averlo affianco, ma questa nuova scelta pare andare contro ogni logica, suggestionando i giocatori a ostracizzarsi pur di recuperare il potenziamento e vedere lievitare di conseguenza le proprie statistiche uccisioni/morti. Restando in tema, gli eroi/nemesi risultano estremamente sbilanciati, quindi non sorprendetevi se Leila e Palpatine passeranno il proprio tempo in panchina per lasciare il passo ai potentissimi Luke e Fett.
Star Wars: Battlefront è ora disponibile per Xbox One, Playstation 4 e PC e, grazie al motore grafico Frostbite, appare mozzafiato sia per fluidità che per estetica su ogni piattaforma. Il prezzo di mercato spazia dai 59.90€ ai 119,80€ in base all’edizione, mentre il pass stagionale viene proposto direttamente nel menù di gioco a 49.90€. Almeno Star Wars Companion, l’applicazione annessa per smartphone, viene generosamente regalata… anche se, per ora, non sono riuscito ad avviarla a causa di un bug, magari voi sarete più fortunati.
–Walter Ferri–
Star Wars Battlefront – La recensione
Isola Illyon
- Atmosfera eccezionale;
- Il primo grande gioco di Star Wars dopo anni di prodotti non all'altezza;
- Sistema di gioco anomalo e interessante;
- Molti contenuti sembrano essere stati delegati al Season Pack da 49.90€;
- Il doppiaggio italiano si appoggia alla traduzione nostrana, compresi i nomi "storpiati";
- Veicoli/velivoli funzionali, ma deludenti;
- Sistema di spawning discutibile;