Cari amanti del genere fantasy, ben trovati. Siete di quelli a cui piacciono draghi e altre creature magiche? Oppure le vostre storie predilette sono quelle dalle atmosfere gotiche condite con sangue e mistero? Magari siete sostenitori duri e puri dell’avventura “alla Tolkien”; magari, invece, preferite gli anti-eroi problematici o gli intrighi politici a corte. A ciascuno il suo, ma oggi non parliamo di niente di tutto ciò. Oggi proponiamo qualcosa di diverso e inusuale, che darà del filo da torcere a coloro che devono a tutti i costi mettere un’etichetta quando si parla di fantasy. Le sottocategorie ormai si sprecano: digitare “fantasy” su Wikipedia per credere.
L’argomento odierno è il ritorno sulle scene della serie a fumetti “Arcana Mater”, ideata e sceneggiata dal poliedrico autore Manfredi Toraldo assieme a David Messina. Durante il Lucca Comics & Games 2015, infatti, l’associazione editoriale torinese ManFont ha presentato sia la pubblicazione di un nuovo volume della suddetta saga, intitolato “Apocrypha”, sia la riedizione della storica prima stagione. Quest’ultima, da tempo esaurita, torna finalmente a disposizione in una nuova e preziosa ristampa dell’edizione integrale, riveduta e corretta, la cui attraente copertina è stata realizzata da Elena Casagrande; ma la vera novità – e non solo per i contenuti – è proprio “Apocrypha”, opera realizzata in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics di Roma e in cui è stato dato spazio al talento dei partecipanti al master di questo corso di fumetto. Un modo per la ManFont – di cui Toraldo è anche il CEO – per mantenere fede al proprio sforzo nel sostenere sempre i nuovi talenti. La particolarità più interessante riguarda il fatto che quest’opera è stata ufficialmente dichiarata copyleft: vale a dire che chiunque voglia scrivere, pubblicare e mettere on-line storie e disegni ambientati nel mondo di “Arcana Mater”, è libero di farlo, con l’unica limitazione di non poter utilizzare i personaggi principali e non poter modificare l’ambientazione di base definita nella prima stagione. Un po’ quello che succede con i giochi di ruolo, insomma.
Questa serie fantasy disegnata narra del viaggio di tre persone attraverso un mondo post apocalittico nel quale poco o nulla è rimasto della vita come la conosciamo noi. Ma non si tratta di un futuro immaginato dopo una guerra nucleare o un’invasione aliena, bensì dopo la vera Apocalisse narrata nelle sacre scritture. Dio è sceso sulla Terra, la guerra con le forze degli Inferi è terminata e l’Onnipotente ha condannato senza appello l’umanità intera. Nella sua immensa misericordia – lascio a voi decidere se di misericordia si tratta – Dio ha deciso di concedere una seconda occasione alla sua amata creazione, ma ha posto i suoi ancestrali nemici infernali, ora suoi schiavi, a governare il mondo riplasmato. E così, in un futuro non ben definito dopo il Giudizio Universale, settantasette demoni si ergono sparsi sulla Terra, come colossali guardiani immobili nel tempo, e attorno a ciascuno di essi si sono radunati milioni di persone a formare altrettante metropoli chiamate protettorati, nei quali vigono leggi e culti al di là della comprensione umana e dei quali si fanno amministratori alcuni prescelti dai demoni stessi. L’unica legge uguale in questa Terra, che non ha nulla dell’Eden in cui Dio pose all’inizio dei tempi l’Uomo, è il divieto a chiunque di conoscere o studiare la magia, pena la morte. Questo è l’ambiente in cui si intrecciano le storie di due personaggi destinati a viaggiare assieme verso la stessa meta: Mary, madre del piccolo Adam, che ha imparato a combattere per difendere il figlio nato con il dono proibito di saper dominare le arti magiche, e Caino, un immortale maledetto che custodisce il passato dell’umanità intera dall’alba della creazione, ma condannato a non conoscere il proprio. Entrambi sono alla ricerca della leggendaria Città Invisibile, governata da un settantottesimo demone, talmente potente che molti sono convinti che non sia altro che il Signore stesso. Chiunque esso sia, solo questo misterioso essere ha il potere di togliere al piccolo Adam il suo dono salvandogli la vita e, allo stesso tempo, conosce la vera storia di Caino.
Questa la trama dei sei capitoli in cui è divisa la prima serie. Nel volume “Apocrypha”, le cui storie sono scritte dagli sceneggiatori di ManFont e disegnate dagli alunni della già citata scuola romana (al di fuori della storia-cornice degli autori originali), ciascun episodio approfondisce aspetti dei personaggi e del mondo che non toccano i protagonisti. È una raccolta di spin-off, insomma, che si inseriscono coerentemente nella continuity narrativa e che arricchiscono l’ambientazione originale, dilatandone i confini disegnati inizialmente nel corso della serie.
Insomma, è evidente che non siamo di fronte ad un fantasy classico. “Arcana Mater” racconta una storia intrisa di misticismo dal sapore biblico, in cui la simbologia che sta alla base della struttura narrativa si muove tra riferimenti ai Tarocchi, alla numerologia e ai quattro elementi. Ne deriva una strana alchimia fra tradizione religiosa antica e filosofia new-age, in cui c’è tutta una serie di stilemi ben evidenti, come quello del viaggio iniziatico, il tema messianico e la dissociazione tra il reale e l’onirico. Oltre ai nomi usati per i personaggi – tutti tratti dalla tradizione cristiana – chiaro è anche il richiamo alla Sacra Famiglia, con tanto di asino che accompagna i tre protagonisti nel viaggio: Mary, il suo figlioletto Adam, e Caino, rappresentato graficamente come Giuseppe con il bastone.
Dal punto di vista della sceneggiatura, il ritmo cinematografico sopperisce all’eccessiva, e a volte invasiva, presenza della parola. Dialoghi talvolta prolissi, e purtroppo in qualche isolato caso anche scadenti dal punto di vista dello stile linguistico, tolgono spazio all’azione – e tra sangue e sesso ce n’è molta –, e anche a livello visivo certi balloon occupano più superficie del dovuto nelle tavole. È il rovescio della medaglia quando si deve raccontare per immagini una storia tanto complessa. Il punto forte di queste due opere, invece, è certamente la rappresentazione delle metropoli, ciascuna contraddistinta da una propria particolare atmosfera. È l’effetto della presenza inquietante dei demoni che vi governano, la cui caratterizzazione metaforica si riversa sull’aspetto delle persone, sulle attività a cui si dedicano, sui culti e sui riti che vengono praticati. Il demone, insomma, diventa lo specchio dei vizi e dei peccati di coloro che vivono alla sua ombra, i quali a loro volta ne replicano fattezze e caratteristiche. Di conseguenza, tutto ciò è sapientemente sottolineato da specifiche peculiarità dal punto di vista grafico. È evidente come questi aspetti rendano le metropoli vere e proprie protagoniste al pari dei personaggi che agiscono nella storia, in quanto i tratti distintivi che connotano ciascun episodio dipendono proprio dal taglio ogni volta diverso dell’ambientazione. Questo ha dato modo agli autori di sperimentare diverse tradizioni narrative, dall’horror allo steampunk, dal classico cappa e spada al grottesco, restituendo con efficacia tutte le sfaccettature e tutta la forza visionaria di una saga disegnata come se fosse la proiezione su carta di un grande sogno allucinante degli autori, e i cui presupposti sono quantomeno interessanti e inusuali per il pubblico italiano.
Non mi resta che invitarvi alla lettura di questi due volumi che, come dicono quelli di ManFont, non sono altro che l’antipasto per una spettacolare seconda stagione in cantiere per il 2016.
– Michele Martinelli –
Ritorna la serie “Arcana Mater”: la recensione
Michele Martinelli
- Ambientazione davvero originale, con tratti distintivi grafici e narrativi molto ben costruiti;
- Quasi rivoluzionaria, almeno per il nostro Paese, l'idea di rendere "open source" il fumetto;
- Finalmente un po' di spazio ai giovani artisti italiani emergenti;
- Dialoghi troppo lunghi, a volte disposti confusamente, e in alcuni momenti non appropriati dal punto di vista lessicale;
- Ho sentito la mancanza di un cambio grafico e di impaginazione nei momenti narrativi non al presente (sogni, flashback...);