Oggi vi parliamo di una storia editoriale travagliata che non ha impedito un successo inatteso per una delle saghe fantasy a fumetti più amate in Italia. 2700 nasce nel 1994 dalla mente del diciassettenne Manfredi Toraldo, come una visione: cosa sarebbe successo se i robot dei manga e dei cartoni animati giapponesi – tanto in voga all’epoca – si fossero mossi in un’ambientazione fantasy-futuristica? Per essere precisi, in un nuovo Medioevo cupo e distorto, in cui per l’uomo non sembra esserci libertà di scelta, né tantomeno di redenzione. È un fittizio libero arbitrio: si può ubbidire a una Chiesa che impone una vita fatta di assoluti, oppure morire.
Il progetto che andiamo ad analizzare, 2700: Apocrypha, nasce in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics di Roma e con il fumetto Arcana Mater – Apocrypha, edito nel 2015 da ManFont, di cui è attualmente in lavorazione la seconda stagione (ve ne abbiamo parlato qui). Come quest’ultimo, anche 2700 è un volume antologico e raccoglie storie che possiamo considerare dei brevissimi spin-off autoconclusivi. Sono, infatti, scritti in continuity con le saghe di riferimento, ma non dai creatori originari, bensì da altri autori che, nel rispetto dei medesimi universi narrativi, ci mostrano in questo caso il lato più oscuro e malato di questo strano mondo del 2700.
Come fu per Atlantide, prima di noi, così accadde per la nostra civiltà. Maremoti, distruzioni, antiche terre sprofondarono e nuove emersero. Ma l’uomo sopravvisse. Barbarie… Clan, paesi e poi città… e tornò il Medio Evo. Allora furono scoperte le Sinapsi e la loro scienza. Allora, armi sempre più potenti vennero studiate fino a giungere ai Gearing. Chiesa e nobiltà, alla guida di questi titani d’acciaio, si spartirono il mondo incontrastati. Stato e Chiesa, Master e Made: dicotomia Uomo e Donna sulla quale si basano le Sinapsi. Comparvero però i Fanti. Mutanti Androgini, nuovo potere che, incontrollato, avrebbe preso in mano il globo. Si affacciarono alla vita per essere odiati, temuti e inseguiti, nella terra del 2700.
Così si legge sul retro di copertina di questo volume, un brossurato di 158 pagine in bianco e nero. L’Inquisizione è al potere, uomini e donne vivono nell’oppressione o, meglio, nella non possibilità di scelta. Le loro azioni sono dettate dal terrore delle conseguenze e solo pochi eroi tragici riescono a trovare la forza di opporsi a questo sistema che ha perso totalmente il significato della parola giustizia. Storie che suonano come un monito, raccontando di un’umanità del futuro regredita a uno stadio in cui la libertà è stata atrofizzata dalla paura, dalle credenze, dall’ignoranza. E se non fosse per l’ambientazione, direi che c’è un chiaro parallelismo tra questa civiltà e la società contemporanea addormentata dagli slogan sensazionalistici della post-verità. La stessa impaginazione classica e poco mobile, i segni grafici elementari (inteso non in senso negativo, non mi fraintendete), il linguaggio o molto semplice o molto criptico, quasi a significare una distanza enorme e incolmabile tra popolo e ordine costituito: ecco, queste tre cose non sembrano che confermare questo regresso totale.
Cinque storie per raccontare la condanna di chi nasce Fante, cioè androgino e assessuato, e capace per natura di controllare le Sinapsi, misteriosi cristalli divini, contro il volere di Dio. Già perché solo Master e Made sono autorizzati ad avere questo potere: da qui la spietata caccia alle streghe nei confronti dei Fanti. Tra inquisitori spietati ed enormi Golem da guerra, armature medievali futuristiche che combattono come robot Gundam, si muovono le storie drammatiche di chi non ha scelto di nascere così e che ora deve fare i conti con il proprio destino crudele. Sono stralci di vita di adolescenti sognanti, di novelli Tristani e Isotte, di infanti ancora in fasce, di popolani facilmente raggirabili. Tutti costretti a vivere nella sofferenza perché il loro, più che un dono, diventa un fardello.
Chi non ha letto la saga originale potrebbe trovare difficile immergersi in questa ambientazione a una prima lettura, ma i cultori della serie saranno sicuramente felici di ritrovare tutto come l’hanno lasciato ventitré anni fa. In ogni caso, le cinque storie – cui si aggiunge quella che fa da cornice scritta da Toraldo e disegnata da Giorgio Pontrelli – sono semplici e di facile lettura, ciascuna con una rivelazione finale che lascia poco all’immaginazione riguardo la bruttura di questo mondo. Solo la saga di Lucas Camminastelle (vi ricorda niente questo nome?), messa in scena dal teatro itinerante di cui fanno parte gli unici veri eroi di questo fumetto (Ariel, Behmoth e Abner), sembra lasciare spazio a un sottile barlume per una nuova speranza. E chissà che in un volume futuro il lato oscuro dell’umanità non lasci finalmente spazio alla redenzione.
–Michele Martinelli–
2700 Apocrypha – Recensione
Michele Martinelli
- Il progetto Apocrypha si conferma un’ottima operazione per il fumetto italiano;
- Rinasce un fumetto che ha fatto la storia del fantasy in Italia;
- Contenuti maturi, coerenza interna tra le storie, alta qualità del volume;
- Chi non conosce 2700 deve rileggere più di una volta l'opera per orientarsi in questo mondo e conoscere i personaggi;
- Ambientazione, elemento imprescindibile di un buon fantasy, da approfondire ulteriormente;