Nella parte precedente abbiamo analizzato le tre leggi di Sanderson e abbiamo seguito l’esordio dello scrittore nel mondo della letteratura fantastica. Inutile dirlo: l’incarico di concludere ‘La Ruota del Tempo’ (ovvero di darle “comunque una conclusione”) è stato il trampolino di lancio per la successiva carriera dello scrittore statunitense. Ma cosa ha trasformato il ragazzo del Nebraska nell’autore affermato che abbiamo imparato a conoscere?
Brandon Sanderson: presente & futuro
Lettori di George Martin, abituati ad attese infinite e alla ricerca di palliativi per rimpiazzare il vuoto tra un libro e l’altro, ecco l’autore che fa per voi! A differenza dello Zio, infatti, Sanderson fa bella mostra di un ritmo di scrittura eccezionale e di un rispetto delle scadenze quasi maniacale, tanto da offrire allo sguardo affamato dei lettori una barra con le percentuali di completamento dei suoi lavori (non ci credete? Controllate sul suo sito ufficiale!). Ebbene sì, lavori, al plurale. Come ha spesso affermato in diverse interviste, Sanderson trova il ritmo proprio nella possibilità di saltare come una cavalletta da un lavoro ad un altro, e per questo porta avanti sempre più progetti contemporaneamente: quando si annoia o si blocca con uno, si butta sull’altro, finché non ritrova l’ispirazione per andare avanti con il primo.
Nel 2009, anno in cui usciva ‘Presagi di tempesta’, Sanderson mandava alle stampe anche il bel romanzo singolo ‘Warbreaker’ (‘Il Conciliatore’). Qui la magia è basata sui Soffi vitali, capaci di infondere vita e colore negli oggetti. Una razza di dèi, i Ritornati, dominano la ricca ed esotica città di T’telir, al servizio di un potentissimo Re-Dio; ma, sullo sfondo, potenze malevole soffiano sul fuoco per condurre alla guerra. Il romanzo è particolarmente curioso, perché parte con una nota lieve e scanzonata – non a caso uno dei personaggi più divertenti e amati è Lievecanto, un Dio… ateo verso se stesso! – per assumere, svolta dopo svolta, un tono sempre più drammatico, fino alle note finali, dal sapore decisamente epico.
Quello delle divinità regnanti è forse uno dei temi più ricorrenti nella produzione di Sanderson, sempre trattato con una varietà di approcci: gli dèi governanti di ‘Elantris’, l’Imperatore-Dio di ‘Mistborn’, gli dèi di T’telir… persino la figura di Bao, il Wyld, in ‘Memoria di luce’ ha dei tratti divini. Sarà dunque un caso, o forse no, che Sanderson sia stato scelto dagli sviluppatori della ChAIR Entertainment per contribuire alla creazione del lore dei videogiochi della serie ‘Infinity Blade’, scrivendo anche due racconti che facessero da ponte tra un capitolo e l’altro della saga videoludica (ne abbiamo parlato in questa serie di articoli). Anche qui le divinità sono quantomai terrene: potenti, sì, dotate in un qualche modo di poteri magici – che in realtà altro non sono se non una evolutissima forma di tecnologia… –, ma tremendamente umane con le loro passioni, le loro vendette, le loro debolezze, la loro prevedibilità. Personaggi come Raidriar, il Re-Dio, o l’Artigiano dei Segreti sono esseri sovrumani vecchi di decine di migliaia di anni; eppure per Raidriar ci sono ancora margini per ricordare le parole del padre, di una vita lontanissima, di mille vite precedenti, e tornare ad essere umano nel senso migliore e più nobile del termine. Lo stesso vale per Siris, versione con la memoria cancellata del tiranno e signore della guerra Ausar il Vile, che negli scritti di Sanderson acquista una dimensione inedita, con i suoi pensieri, i suoi desideri, le sue paure… il suo Sé oscuro. E che, sull’esempio di Raidriar, trova la redenzione per i suoi peccati millenari e per il genere umano tutto.
Come si diceva, però, Brandon Sanderson non sta mai fermo: il suo desiderio di creare mondi trova sempre nuovo sfogo. Nasce così una serie di libri a tema supereroistico, il cui primo volume, ‘Steelheart’, è stato pubblicato nel 2013. Ma, soprattutto, si inizia a macinare una delle più grandi serie fantasy attualmente in lavorazione: ‘The Stormlight Archive’ (da noi ‘Le Cronache della Folgoluce’), una decalogia iniziata nel 2010 che, se Sanderson – come fa sempre – rispetterà la scaletta, dovrebbe concludersi nel 2024 (la saga avrebbe comunque nove anni in meno rispetto a ‘La Ruota del Tempo’ e Dio solo sa quanti in meno de ‘Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco’!).
Si tratta dell’opera più ambiziosa, ma anche più profonda, completa, coinvolgente di Brandon Sanderson. Ad oggi sono stati pubblicati (anche in Italia) i primi due volumi: ‘La via dei Re’ e ‘Parole di luce’, quest’ultimo distribuito da Fanucci solo ad ottobre scorso. Perché – vi chiederete voi – imbarcarsi nell’impresa di leggere questi tomi impressionanti (lunghezza media dei primi due volumi: 1.100 pagine!!!)? La risposta è piuttosto semplice: perché sono dei f***uti capolavori, ecco perché! E, se amate il fantasy, non potete farveli sfuggire. I romanzi sono autoconclusivi, nel senso che alla fine di ciascun volume un arco narrativo giungerà a conclusione; ma i personaggi sono ricorrenti e l’intreccio complessivo si potrà apprezzare solo con la lettura combinata di tutto il malloppo.
‘Le Cronache della Folgoluce’ sono ambientate nel mondo di Roshar, un pianeta con un unico continente piuttosto simile alla nostra Terra, se non fosse per delle paurose altempeste che si scatenano senza il minimo preavviso con la violenza del più forte degli uragani. La vita animale e vegetale si è adattata ad un ambiente così ostile, per cui la maggior parte delle creature ha sviluppato gusci o esoscheletri per proteggersi (ricordate la terza legge di Sanderson?). Come se non bastasse, poi, in questo mondo si scatena periodicamente una minaccia tale da riportare la civiltà indietro di migliaia di anni: una piaga ricorrente che prende il nome di Nichiliferi. Un tempo a contrastarli c’erano creature divine, gli Araldi, e semi-divine, i Cavalieri Radiosi: ora i primi sono scomparsi e i secondi sono stati condannati e banditi dalla Ierocrazia. Il continente è, per lo più, assoggettato ad una divisione in caste tra occhichiari (tanto più puri quanto più chiari sono gli occhi e… più scuri i capelli) e occhiscuri.
Tra i diversi Regni spicca quello di Alethkar, recentemente unificato da Re Gavilar: qui gli altiprincipi, i più potenti tra i luminobili, conducono una vita di guerra e competizione spinta fino all’eccesso, lasciando alle donne ogni diversa occupazione e, soprattutto, lettura e cultura. Tra i luminobili gli status symbol immancabili sono la Stratolama e la Stratopiastra: la prima è una spada capace di bruciare l’anima alle vittime, sempre a portata di mano in quanto basta evocarla perché si materializzi nel palmo del proprietario in dieci battiti del cuore; la seconda è una sorta di esoscheletro alimentato dalla folgoluce che conferisce a chi la usa forza, agilità e resistenza impareggiabili. In questo quadro ricco e affascinante si muovono personaggi sfaccettati, in un vorticare di punti di vista e di intrighi politici, di amori e di battaglie, nel quale non mancano momenti umoristici e scene dal sapore epico.
E voi, Illyoners? Avete mai letto un libro di Brandon Sanderson? Non pensate che sia ora di mettersi al passo?
– Stefano Marras –