Come probabilmente molti di voi sapranno, da qualche mese su “Steam” hanno iniziato a proliferare giochi indie di qualsiasi tipo. Tra le tonnelate di spazzatura putridume materiale che ogni giorno vengono pubblicate mediante “Greenlight” (servizio di Steam che permette agli appartenenti della comunità di votare per l’approvazione o meno di un videogioco indipendente) , Steam seleziona i 75 giochi più votati per immetterli all’interno dello store, nella sezione “Accesso Anticipato”, in modo tale che gli sviluppatori possano far finanziare e conoscere il loro gioco dagli utenti.
Ed è proprio da lì che è spuntato Delver, un hardcore rougelike pixellosissimo, e rigorosamente single player, in cui, per l’ennesima volta, ci troveremo nei panni dell’avventuriero assetato di fama, gloria e ricchezza.
Ma bando ai fronzoli, andiamo a parlare un po’ del gioco in sé.
Avviato il gioco ci troveremo di fronte ad un menu abbastanza scarno, in cui ci saranno semplicemente tre slot personaggio ed il tasto opzioni, in cui si regolano le dimensioni dell’UI, il volume di suoni e musica ed il dettaglio grafico, senza troppi parametri specifici.
Selezionando uno dei tre slot personaggio verremo catapultati direttamente nel gioco, senza uno straccio di introduzione narrativa od altro, e senza nemmeno scegliere classe od equipaggiamento del nostro personaggio: in Delver, infatti, il giocatore inizierà ogni partita con un equipaggiamento differente (eccezione fatta per il fido coltello di acciaio, arma iniziale in qualsiasi partita), e con un set di caratteristiche “fisso”, che verrà personalizzato nel corso della partita.
Ci troveremo dunque in una radura nei pressi del Dungeon, nella quale si sono accampati alcuni avventurieri con cui potremo parlare e da cui potremo acquistare oggetti con le monete d’oro che troveremo all’interno del dungeon. Qui ci saranno inoltre alcune pergamene, leggendo le quali si apprenderanno i comandi del gioco. A questo punto sarà il momento di dirigersi verso l’entrata del dungeon ed accingerci ad entrate al suo interno.
Una volta entrati si darà il via al gioco vero e proprio: dovremo esplorare ogni singolo piano del dungeon, generato casualmente ad ogni partita, nel tentativo di trovare le scale necessarie a raggiungere il piano inferiore per poi, una volta giunti al piano finale, cercare di sconfiggere il classico Boss di fine dungeon (mai una novità dai tempi di Super Mario…).
Naturalmente la nostra esplorazione sarà ostacolata da trappole, mostri, ed altri avventurieri, che infesteranno il dungeon e che ci attaccheranno non appena ne avranno l’occasione. Nel corso dell’esplorazione avremo inoltre la possibilità di recuperare sia dai cadaveri dei nemici che dalle casse, nuove armi, incantesimi, equipaggiamenti, monete d’oro e pozioni, il cui misterioso contenuto potrà sia aiutarci che essere controproducente (dato che “riconosceremo” una pozione solo dopo averne bevuta almeno un’altra dello stesso tipo) e, logicamente, ucciso un determinato numero di nemici si salirà di livello, ottenendo un nuovo punto caratteristica da assegnare a nostra completa discrezione ad una delle tre caratteristiche scelte a random dal gioco.
Una volta racimolato un cospicuo gruzzoletto di monete vorrete sicuramente rifarvi l’inventario da uno dei mercanti presenti all’esterno del dungeon, ma, purtroppo, ciò non sarà possibile, almeno finché il boss finale non sarà sconfitto! A quel punto avrete la facoltà di ritornare in superficie, perché la morte del boss alzerà esponenzialmente il livello di forza dei nemici, che vi daranno molto più filo da torcere di prima, ve lo posso assicurare.
E se per puro caso, in un qualsiasi momento il vostro eroe dovesse tirare le cuoia allora, beh, preparatevi ad iniziare ex-novo la partita, in un nuovo Dungeon generato casualmente, perché in Delver la morte è permanente, eccezione fatta per le monete d’oro che avrete accumulato nel corso del vostro peregrinare nel dungeon.
E poi? E…e niente… perché il gioco è tutto qui. Delver, infatti, non introduce meccaniche particolarmente innovative per il genere, ma si limita a modificare quelle canoniche. È forse proprio questa la più grande debolezza di questo gioco: sono tantissimi i rougelike che, nel corso degli anni, sono stati ideati e pubblicati per ogni tipo di dispositivo, e tutti presentano bene o male le stesse caratteristiche. Delver non introduce nulla ma anzi, in alcuni casi, rimuove alcuni elementi, come la storia, la presenza di vari boss, le abilità ed i poteri del personaggio, le classi, penalizzado di fatto la godibilità del titolo.
Certo, se quello che volete è un passatempo privo di qualsiasi spessore e da poter giocare una decina di minuti e via, Delver svolgerà molto bene il suo lavoro, ma se state cercando un titolo che presenti un minimo di profondità, allora cercate di evitare questo titolo, perché non sarà pane per i vostri denti.
L’unica cosa che in parte mi ha colpito di questo titolo è la pixel art che, seppur cartooneggiante, risulta molto curata e veramente godibile allo sguardo. Per il resto questo titolo, se non il vuoto, mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, perché mi sono trovato a ragionare sul fatto che ultimamente, anche a causa di titoli di questo tipo, la qualità di Steam sta scendendo notevolmente, con la pubblicazione, ogni giorno, di titoli che rasentano la mediocrità, che sembrano essere messi lì solo per soddisfare la voglia di novità degli utenti che hanno abbastanza soldi da buttare in puttanate giochi di bassa lega: è davvero questo l’indie che ci meritiamo?
Ma queste sono, come al solito, le mie umili opinioni, e probabilmente molti di voi avranno un’idea diversa dalla mia; vi invito quindi a dirmi che cosa ne pensate di “Delver” e, sopratutto, dirmi cosa pensate del recente andamento di Steam, a causa della pubblicazione dei giochi di Greenlight.