4-5-6 aprile al Castello di Paderna: alla scoperta de La Fortezza dei Vinti, evento autoconclusivo di Terre Spezzate!
L’etereo popolo dei Neviani, avveduti mercanti dalle labbra livide. Il terragno esercito dei Brumiani, gente sanguinaria e assetata di gloria bellica.
Genti in rivolta, nobili e plebei, incrociano le spade tra le mura del Baluardo, sulla Strada del Re, in un Regno scosso da ribellioni e sommosse, mentre i Signori di queste terre ne sono lontani, partiti per una campagna di conquista, ed un colpo di mano costringe gli abitanti del Forte a vivere asserragliati nelle sue mura, difendendolo da un assedio lungo tre giorni.
Il tutto immerso in un’ambientazione low-fantasy, a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, condito dalla presenza di ogre e branchi di enormi lupi attorno al castello in cui, prima che si scatenasse tutto ciò, una quieta comunità di castellani viveva la sua monotona (e presumibilmente breve, data l’epoca) esistenza: intrighi, maledizioni, sortilegi, omicidi, duelli d’onore…cose così, in puro zio Martin-style.
Se vi sembra un incipit avvincente, sappiate che la storia è ancora tutta da scrivere. Sì, perché la battaglia si terrà il 4, 5 e 6 aprile prossimi, nel forte di Paderna, a una dozzina di chilometri da Piacenza, per dar vita alla seconda edizione de “La Fortezza dei Vinti”, l’evento GRV (Gioco di Ruolo dal Vivo) della community di Terre Spezzate, che già lo scorso ottobre ha coinvolto 130 persone, chiudendo le iscrizioni con largo anticipo e addirittura allargando il numero di partecipanti.
E la replica, rispetto agli stessi eventi organizzati in questi sette anni da Terre Spezzate, si pone sul canovaccio della scorsa edizione, affermatasi secondo modalità molto innovative, nello scenario italiano del LARP (Live Action Role-Playing, per menarcela con l’inglese).
Si abbandona l’impostazione player versus player, per privilegiare, invece, l’immedesimazione e la vera e propria recitazione, alla faccia di Romeo e Giulietta.
Una trentina scarsa di pagine il regolamento, snello, conciso e nell’insieme completo di tutte le indicazioni pratiche, mentre lo stile di gioco è disciplinato da un vero e proprio Manifesto, una manciata di regole per ogni GRV organizzato da Terre Spezzate.
La regola fondamentale è “What You See Is What You Get”, ovvero “è come lo vedi”, immersione completa nella finzione narrativa che i personaggi stessi creano con la loro azione scenica.
Tutto è curato al dettaglio: ai partecipanti è offerto di scegliere tra un elenco tassativo di “soggetti”, con una descrizione di massima (che comporta alcune abilità e peculiarità), idea forse singolare ma che permette di caratterizzare la performance di ognuno e rendere coinvolgente l’azione.
Scelto il ruolo (è già partita una prima ondata di richieste!), in un momento successivo verrà fornito, ad ogni partecipante, una descrizione dettagliata del proprio background e della fisionomia caratteriale.
E le mazzate, dove sono? Molto semplicemente, se si vuole fare qualcosa, basterà compiere fisicamente l’azione. Questo comporta grande libertà per ognuno degli interpreti, seppure, come visto, già impostati precedentemente. Si può rubare, sfidarsi, colpirsi, scagliare malefici e addirittura “punire” l’avversario! Ma no, che andate a pensare…sono solo turni di servizio alla cucina del castello!
La vita del Forte è ricreata in modo particolareggiato nella realizzazione dei numerosi ambienti di gioco, che spaziano dalla sala dei banchetti, alla taverna, alla bottega del fabbro, fino ad arrivare, dolorosamente, alla sala delle torture.
Ogni elemento della scenografia è rappresentato in modo realistico, senza concessioni a elementi moderni (nessuna traccia di torce elettriche, bottiglie di plastica o gazebo, per intenderci).
Il mago, il guerriero, il nobile, il cerusico, il sacerdote, il ricco, il tenace, sono ricreati ed impersonati con precisione e naturalezza, e il mondo al di fuori della finzione svanisce grazie all’attenzione di Terre Spezzate al fine di evitare frasi, battute, accessori di vestiario e suppellettili varie che in qualche modo violino l’atmosfera e l’ambientazione.
Ogni elemento esterno al gioco, dalle chiamate telefoniche ai segnali convenzionali, è stato eliminato, e gli stessi organizzatori entrano nell’area di gioco sempre vestendo i panni di un personaggio: interessante, a questo proposito, l’introduzione di ruoli appositi, come il padre confessore, punto di riferimento dei giocatori per il contatto con gli organizzatori, che permette di non interrompere la magica sospensione dell’incredulità.
La bellezza dell’iniziativa sta, però, nel corollario di queste innovazioni: proprio per l’estrema libertà e la necessità di recitare e coinvolgere nell’azione perfetti sconosciuti, il gioco è rivolto veramente a tutti, giocatori incalliti di LARP, neofiti o curiosi, più o meno entusiasti, stufi della vecchia impostazione o solo desiderosi di novità, perché il modo migliore per capire come funziona è provare!
Non solo. Sovvertiti gli schemi, il gioco si fa forma d’arte, nel palcoscenico della lotta che attira armigeri da tutta Italia, e crea inevitabilmente aggregazione, già a partire dai viaggi in auto per raggiungere la meta, in stile BlaBlaCar.
Sta di fatto che i reduci delle scorse battaglie tessono le lodi degli eventi made in Terre Spezzate, dunque le aspettative sono alte, viste le premesse.
E voi isolani, cosa pensate dei Giochi di Ruolo dal Vivo? Avete mai provato, sareste curiosi di farlo, o temete la punta acuminata delle frecce nemiche?
Rendeteci partecipi delle vostre opinioni, e per chi sta già pensando di partire alla volta del Forte, per tutte le info o per soddisfare le vostre più arcane curiosità, vi catapultiamo, è il caso di dirlo, sul sito ufficiale dell’evento.
Alabarde in pugno, l’avventura ha inizio!
– Maria Lorena di Somma –