Nel corso dei decenni, il mondo del fantasy ha avuto modo di esprimersi in modi e verso le direzioni più impensabili. Racconti, film, giochi di ruolo (da tavolo e non) sono solo alcune delle molteplici sfaccettature di un genere immortale che, da fenomeno di nicchia di 30 anni fa, è riuscito ad affermarsi con vigore in tutto il mondo. Una delle sfumature che, nonostante la crescita costante, risulta essere ancora un po’ meno conosciuta, è quella dei LARP (Live Action Role-Playing), ovvero i giochi di ruolo dal vivo dove i partecipanti interpretano fisicamente i propri personaggi, di cui più volte avete letto anche qui su Isola Illyon.
In Italia sono diverse le associazioni che si occupano di organizzare eventi della durata di una o più giornate e che, spesso, riescono a riunire anche migliaia (sì, migliaia) di giocatori da tutto il paese. Le ambientazioni sono infinite: si va dal fantasy classico, al futuristico, allo steampunk, passando per sfumature più piratesche, spesso fusi tra loro a creare realtà ibride e uniche.
Il LARP di cui vi parlo oggi va a ispirarsi a quella che è una delle saghe videoludiche fantasy più celebrate e amate di sempre, quella di The Elder Scrolls. Per questo ho fatto due chiacchiere con Laura Dolla, a capo dell’associazione The Elder Scrolls GRV, che mi ha svelato un po’ di retroscena su questo GdR dal vivo tutto nostrano ispirato alla serie di Bethesda.
Ciao Laura, come e da chi nasce l’idea di creare un LARP ambientato nel mondo di The Elder Scrolls?
Ciao a tutti ragazzi! Innanzi tutto devo dire che per me l’universo dei LARP è stata una vera e propria rivelazione. Ho scoperto il gioco di ruolo dal vivo al Lucca Comics del 2015 all’età di 16 anni, e me ne sono subito innamorata. In meno di 3 anni ho imparato a conoscere questo fantastico mondo e ho incontrato decine e decine di persone, fra giocatori, Master ed organizzatori di tutte le età e provenienze.
The Elder Scrolls GRV è un progetto folle nato un po’ per caso, un po’ per passione. In un giorno di noia nel lontano novembre del 2016, scrissi un post su Facebook, chiedendo chi fosse interessato a ricreare un pomeriggio LARP tranquillo e a tema. Inaspettatamente, quest’idea riscosse successo e velocemente prese vita, culminando nell’evento di aprile 2017. In un solo anno di gioco, la piccola realtà che abbiamo creato ha attirato numerosi giocatori e appassionati di ogni età e provenienza, crescendo di giorno in giorno grazie al lavoro gratuito di persone eccezionali che mirano a un solo scopo: divertirsi assieme in uno dei setting fantasy più belli di sempre, Tamriel.
Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato lavorando sul progetto?
In primis, gli ovvi costi legati alla mancanza di un magazzino associativo per scenografie e costumi, che abbiamo dovuto ricreare ad hoc. Sul piano relazionale, ci sono state alcune differenze con chi non ha da subito ben capito che giocare è sì una passione, ma che organizzare è un lavoro. Del resto un nuovo progetto partito da zero richiede una quantità sconsiderata di tempo ed energie, e porta a dei risultati solo sul lungo periodo, che non tutti sono in grado di intravedere. Fortunatamente questi casi sono sempre stati isolati, in uno staff che posso fieramente definire ora estremamente lanciato e motivato.
Fino a che punto il vostro LARP si accosta alla lore e alle trame originali dei videogiochi Bethesda?
Fin dalla sua fondazione, abbiamo definito chiaramente che intendevamo discostarci dalla linea tradizionale dei videogiochi, per esplorare i lati nascosti e spesso meno conosciuti di questo universo. Abbiamo infatti scelto un tempo di gioco di molto antecedente rispetto agli eventi narrati nella saga digitale (i primi secoli della 3E, Terza Era), eppure allo stesso tempo familiare ai giocatori. Per quanto possibile, cerchiamo di avvicinarci alla lore originale giusto per quanto riguarda l’ambientazione, la scenografia e i costumi, mantenendo poi la massima originalità per le trame e i personaggi narrati. A ogni evento esploriamo un diverso regno di Tamriel, coi suoi luoghi e peculiarità, e sebbene la trama principale sia chiusa rispetto all’evento in sé, si collega alle altre tramite un filo narrativo conduttore.
Ringraziamo Laura per averci parlato di The Elder Scrolls GRV: se avete voglia di partecipare o cercate informazioni più specifiche sul progetto, vi invito a visitare il sito ufficiale del gioco, dove lasciarsi catturare da questo mondo bellissimo fatto di Dremora, Sangue di Drago, Argoniani e, soprattutto, di persone.
–Alessandro Fresta–
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