Nel 1988 debuttava Akira, il film di animazione di culto che costituisce la proverbiale ciliegina sulla torta del fenomeno cyberpunk. Le atmosfere cupe di Neo Tokyo continuano a ossessionare i sogni di scrittori, registi e scenografi, e i semi dell’opera sono ovunque, germogliati nella modernità come un tumore meccanico. A modo suo, Akira fa da spartiacque fra due epoche: figlio di un’era, padre della successiva.
Nulla di strano che in questa stessa modernità si avverta il desiderio di resuscitare il corpo mai realmente morto del Mostro Sacro: assistiamo così a eventi che vanno dalle proiezioni cinematografiche in HD, fino alle esperienze partecipative. Akira Ikebana rientra nel secondo genere: è un live, un evento di gioco di ruolo dal vivo, in programma per il 20 maggio 2017 presso il Centro Ekidna di Carpi (in provincia di Modena). L’ambientazione è quella dell’opera originale, seppur spostata di trent’anni in avanti: Neo Tokyo è cresciuta malamente sulle proprie stesse rovine, e si regge su un precario equilibrio di potere. Bande criminali, multinazionali spietate, divisioni deviate dell’esercito e culti religiosi tengono le redini della città. Una sola notte all’anno mettono da parte le rispettive divergenze, per un incontro pacificato dagli esiti sempre incerti. Nel buio sempre più fitto della città, chi può dire cosa li attenda?
Il gioco di ruolo dal vivo (“LARP”, all’inglese) sta vivendo quella che è certamente un’epoca d’oro, anche e soprattutto in Italia. Si va dalle più piccole realtà provinciali (scarpe da ginnastica e spade di gommapiuma) ai fenomeni “blockbuster”, eventi ad alto budget e grandi numeri, spesso di più giorni consecutivi.
Akira Ikebana sembra voler riempire la nicchia di mezzo: dura una notte ed è limitato a 40 giocatori, ma si presenta come a budget medio-alto. Un gioco profondamente interpretativo, dove la massima libertà di azione si accompagni a un’alta immersività scenografica; quaranta personaggi pregenerati, una fitta rete di segreti e relazioni e una generale cura maniacale per il dettaglio: limitare i partecipanti significa dedicare loro la massima attenzione possibile.
Le meccaniche del live sono ridotte al minimo e basate sull’interpretazione, proprio per spostare l’attenzione il più possibile sulle dinamiche di relazione: in fin dei conti, se qualcuno ci spara in fronte, possiamo intuire quello che succederà senza troppi fronzoli. Il presupposto è, ovviamente, l’onestà: ma il live è una “one shot”, un evento autoconclusivo nel quale l’attaccamento al personaggio parrebbe da dimenticare. L’invito è proprio a lasciarsi andare: “play to lose”, come si suol dire, giocare per perdere.
C’è, come sempre, il dilemma di ogni evento autoconclusivo, ovvero il rischio di morire a cinque minuti dall’inizio e restarsene con le mani in mano. Ma a sentire i responsabili del LARP, sul punto l’evento offre un altro lato forte: concentrarsi su un numero relativamente ristretto di giocatori significa anche prevedere un meccanismo che permetta di annullare questo rischio. Morte o vita che sia, a ogni giocatore è garantita un’esperienza piena, e direi che possiamo fidarci: gli organizzatori (quasi tutti dalla Toscana) sono un gruppo nuovo, ma che ha alle spalle un discreto cumulo di anni di esperienza e tanta voglia di portare sulla scena qualcosa di nuovo.
Il sito ufficiale offre tutte le informazioni di ambientazione, quelle logistiche e un sistema integrato per l’iscrizione e la scelta dei personaggi. La quota è di 50 euro, pagabili in due tranches separate: qui trovate anche la pagina Facebook.
–Luca Scelza–