L’arrivo su GameCube di The Wind Waker, come vi avevo già accennato nello speciale dedicato, è stato da molti accolto come una sorta di tradimento: c’era gente con le mani nelle mutande in attesa di poter vedere un titolo “realistico” come Ocarina of Time trasposto in grafica a 128-bit, e Nintendo cosa fa? Rilascia un gioco cartonooso e dal tono più leggero, un fulmine a ciel sereno. Okay che il giocatore esperto non si è lasciato intimidire e l’ha comprato lo stesso, scoprendo quale grande capolavoro fosse, ma tanti non hanno comunque digerito l’amaro boccone. Per fortuna, due anni dopo, alla fiera E3 del 2004, Nintendo con una sola mossa ha riconquistato i fan delusi, presentando con un trailer The Legend of Zelda: Twilight Princess. Il momento dell’annuncio si può ovviamente vedere su YouTube, e ancora oggi gli appassionati si ritrovano con la pelle d’oca a riascoltare le grida di giubilo e le acclamazioni che hanno accompagnato il video (ri-emozionatevi qui).
The Legend of Zelda: Twilight Princess (2006)
Dunque, dopo The Wind Waker i fan devono attendere quasi 5 anni prima di poter rimettere le mani su un nuovo Zelda per home console. Inizialmente previsto per novembre 2005 (come esclusiva GameCube), l’uscita di Twilight Princess viene ritardata di un anno per permettere agli sviluppatori di adattarlo e pubblicarlo anche su Wii, offrendo così subito un pezzo da novanta a chi acquistava al lancio la nuova console. Parliamo subito della trama: ambientato un secolo dopo Majora’s Mask, il gioco ci mette nei panni di Link, giovane abitante di un piccolo villaggio, che si ritrova proiettato nel mondo del Crepuscolo in seguito al rapimento di alcuni suoi amici. Qui assume le sembianze di un lupo e si risveglia incatenato in una prigione; a venire in suo soccorso ci pensa una strana creatura umanoide, Midna, che lo libera e lo porta al cospetto della principessa Zelda, incapace di lasciare quel mondo a causa di una maledizione lanciatagli dallo stregone Zant. Tocca quindi a Link aiutarla, viaggiando tra la Hyrule della luce – dove può assumere di nuovo la forma umana – e il mondo del Crepuscolo, raccogliendo dei cristalli oscuri e soccorrendo alcuni spiriti della luce. Ovviamente tante cose accadono durante l’avventura, ma non anticipo altro a chi non l’ha ancora giocato.
Ciò che più colpisce e affascina di questo gioco sono l’ambientazione e il carattere generale: nonostante il mondo sia diviso tra luce e crepuscolo, c’è sempre un’aura di oscurità che permea le lande di Hyrule. Nelle espressioni dei personaggi, nella struttura degli ambienti, nelle musiche… anche cavalcando semplicemente senza una meta si percepisce una maturità decisamente superiore a Ocarina of Time, elemento che per certi versi rende questo titolo ancora più epico del capolavoro apparso su Nintendo 64. Strutturalmente, si tratta di uno Zelda classico, che pesca a piene mani dai precedenti episodi tridimensionali.
Ovviamente quando Link assume le sembianze di lupo il sistema di controllo si modifica, e di conseguenza il gameplay: è possibile marcare i nemici per attaccarli in rapida successione, scavare fosse per creare passaggi o scoprire oggetti sepolti, e seguire tracce sfruttando l’olfatto sensibile del nostro lupacchiotto. Le differenze tre la versione Wii e quella GameCube sono minime: sulla prima chiaramente è stato implementato un sistema di controllo basato sui sensori di movimento del Telecomando, che possiamo scuotere per menare fendenti con la spada (in realtà a casaccio, ma vabbe’) e puntare verso lo schermo per prendere la mira quando dobbiamo scoccare una freccia o sparare l’arpione. Inoltre, siccome Link è mancino (Nintendo ci tiene a queste piccole cose), e Telecomando Wii si impugna invece con la mano destra, il gioco è stato “specchiato” rispetto alla controparte GameCube, per tradurre in maniera più realistica i movimenti nostri e quelli dell’alter ego digitale. L’unica cosa che a me ha fatto storcere il naso è stata la traduzione italiana: in Twilight Princess spesso ci si ritrova a viaggiare per location già esplorate ai tempi di Ocarina of Time, come il Kakariko Village o la Death Mountain. Nella nostra lingua, però, tutti i nomi originali sono stati inspiegabilmente modificati, dunque è un po’ fastidioso scoprire solo in un secondo momento che il Deserto Geld sia in realtà, nell’edizione americana, il ben più noto Gerudo Desert, facendoci perdere così quella congiunzione con i vecchi capitoli della serie (e anche la scoperta di come, in 100 anni, luoghi già conosciuti possano aver subito cambiamenti).
Per quanto riguarda l’accoglienza, non c’è bisogno che vi dica che è stato un altro grande successo: la critica l’ha amato, con molte testate giornalistiche che gli hanno assegnato un punteggio pieno, descrivendolo come il degno successore di Ocarina of Time. In totale le vendite sono state decisamente soddisfacenti, con poco più di 7 milioni di copie piazzate globalmente, considerando entrambe le versioni. Non tutto bene, però, perché Twilight Princess è stato anche il titolo che ha aperto – in tutti i sensi – il Wii agli hacker, i quali, grazie ad un bug presente nel gioco, sono riusciti a “bucare” il sistema operativo della console e a far girare su di essa del codice creato ad hoc, dando poi effettivamente il via a tutti i vari sistemi di modifica software che negli anni si sono susseguiti sulla macchina. Alla fine il bug è stato risolto con un aggiornamento ufficiale di Nintendo, ma ormai la frittata era bella che fatta.
Dunque, abbiamo finito anche per quanto riguarda Wii. Sì, qualcuno probabilmente avrà visto sugli scaffali anche un altro gioco, un certo Link’s Crossbow Training, ma non ne parleremo perché si tratta semplicemente di un giochino creato per vendere il Wii Zapper, la periferica che trasformava Telecomando Wii e Nunchuk in una sorta di fucile, e completamente slegato dalla saga principale. Per quanto riguarda la reperibilità di Twilight Princess, non dovreste avere eccessivi problemi a trovare ancora da qualche parte la versione Wii, tra l’altro anche ripubblicata in edizione economica da Nintendo qualche anno fa. Se cercate quella GameCube, invece, le cose si fanno molto, molto più difficili: già all’uscita era raro trovarla nei negozi, per via di una distribuzione molto limitata (era stata data priorità – e fondi – alla versione Wii), figuratevi ora. Anzi, se possedete questa versione tenetevela stretta, vale un bel po’!
– Mario Ferrentino –