Sul loro filo scorre il sangue di tante razze, la loro forma rappresenta culture diverse e sono le armi più affascinanti per un gioco di ruolo: le armi bianche.
“L’arma bianca indica tutte quelle armi che provocano ferite per mezzo di punte (come pugnali e baionette), forme contundenti (come martelli e arieti) o lame di metallo (come spade e sciabole); quelle che lanciano oggetti bellici (come archi, balestre, cerbottane e catapulte), e quelle che fungono da difesa da esse (come scudi e armature).
Il nome “arma bianca” deriverebbe dal bianco riflesso del sole sopra le superfici metalliche da parte di queste armi.”
(Fonte Wikipedia)
Non è facile trattare di un argomento così amato e così studiato da secoli, tanto nella cultura di vari popoli quanto, come è ovvio ricordare, nella letteratura fantasy. Non mi propongo quindi di bissare trattati e studi più approfonditi dei miei a riguardo, ma può essere utile a molti riassumere le caratteristiche principali e fare un breve accenno storico di questi strumenti di difesa o di attacco. Lo studio delle armi bianche non si ferma alla letteratura: la conoscenza della struttura di una spada o di un arco composito può essere determinante in un combattimento all’interno di un gioco di ruolo by chat – basato spesso molto sulle descrizioni e poco sul caso – o per farsi belli durante una serata di D&D con gli amici o, ancora, negli RPG più complessi.
Concentriamoci in queste poche righe sulle armi bianche per eccellenza: le spade.
Il mondo del fantastico, attratto com’è dalla storia antica e dal medioevo, raramente si affida a periodi storici dell’occidente che hanno già introdotto le armi da fuoco, importandole dai suoi primi inventori ed utilizzatori: i cinesi, millenni fa.
Per questo la cultura del gioco di ruolo si è particolarmente sviluppata su armi classiche, economiche, ed in particolare sulla spada che porta con sé secoli di storia. Riferendoci a più autorevoli scritti, l’enciclopedia Treccani spiega che l’evoluzione della spada si è avuta partendo dai pugnali quali antesignani, più corti e facilmente utilizzabili: infatti la “spada vera e propria si ebbe quando i progressi tecnici della metallurgia permisero un graduale allungamento delle lame dei pugnali di bronzo”. Tutto questo passando attraverso una lenta evoluzione che va dalle spade egeo-micenee fino al gladio degli antichi romani, per arrivare alla spada bastarda medievale o le flamberghe a due mani, armi quindi particolarmente impegnative e per il cui utilizzo è necessaria grande forza.
Addentriamoci ora nei dettagli, com’è fatta una spada?
La struttura di una spada classica – per non semplificare eccessivamente ma senza sfociare in una specie di trattato – è composta di due parti, che si replicano in ogni altro tipo di spada, la cui fattura varia a seconda del periodo storico, del gioco o di molti altri fattori (da non ultimo l’impegno economico che ci si voglia investire). Le due parti sono la lama e il fornimento.
La prima è idealmente divisa in altre tre parti, debole, medio e forte, a partire dalla parte in punta fino all’impugnatura: termini che richiamano lo spessore delle lame e le loro caratteristiche nella gran parte dei casi. A sua volta la lama è ulteriormente divisa in due parti, quelle affilate, dette fili, che rappresentano la parte di taglio.
Il fornimento invece è la parte più creativa: laddove non è possibile fare acrobazie metalliche sulla lama a pena di un suo minor potere offensivo, l’impugnatura, il pomo e la guardia (o baffi) sono i migliori amici della personalizzazione fantasy o meno.

Nomenclatura di alcune parti della spada
Oltre alla struttura della spada in sé – a volte semplice, altre non poco complessa –, un buon duellante nei GdR deve conoscere le principali posizioni e soprattutto i nomi degli attacchi che si sferrano con una spada, principale arma all’interno dei giochi di ruolo. Infatti, la nomenclatura degli attacchi che vengono inferti è importante per consentire al Master che regola il gioco di immaginare con chiarezza gli spostamenti e le azioni del proprio personaggio. Il fendente è, quindi, un colpo rivolto dall’alto verso il basso, opposto al montante che è un colpo rivolto dal basso verso l’altro; il colpo roverso è indirizzato verso la propria sinistra mentre il dritto verso la propria destra; gli attacchi ridoppi sono portati in senso obliquo dal basso verso l’altro, quelli sgualembro in senso obliquo dall’alto verso il basso. Di seguito uno schema estremamente intuitivo di quanto detto:
Tanto altro ci sarebbe da dire, ma evitiamo di appesantire argomenti che pure rimangono trattati a scopo ludico. La prossima volta cercheremo di affrontare altri tipi di armi bianche, apprendendone quanto più possibile le caratteristiche e l’evoluzione nella storia e nel fantasy. Vi lascio con un video che elenca e raffigura una serie di spade storiche:
– Alessio Giaquinto –