Neutralizzati i piani folli della Signora Nera, per Ian, Gmor e Sera si prospetta una leggera parentesi di relax…forse.
Ah, ragazzi… queste ultime fatiche fieristiche in terra toscana ci hanno veramente scombussolati! Rivoltati come un calzino, sia fisicamente che psicologicamente, manco ci avessero tranciato di netto una mano con una spada laser e rivelato che il nostro vero padre è un grandissimo figlio di buona donna. E cosa c’è di meglio, per riprendersi dal Lucca Comics&Games di quest’anno, che spararsi tutto d’un fiato il numero 5 di Dragonero?
Il più grande raduno nerd d’Italia ci ha visto scarrozzare freneticamente da uno stand all’altro, sempre pronti a fiondarci sull’ignara preda di turno, con la stessa rapidità che impiega un’Aquila della Terra di Mezzo per attaccare un Nazgûl. E tra tutti gli ospiti che abbiamo intervistato, potevamo non dare doveroso spazio alla serie fantasy italiana per eccellenza? Ma questa è un’altra storia: rimanete collegati, la prossima settimana, ché ne vedrete delle belle. Nel frattempo, avendo scritto quattro righe di testo e buttato lì già due citazioni seriali, direi che per qualche tempo siamo apposto. ¡Vamos con el número 5, Il Raduno degli Scout!
Dove eravamo rimasti? Il numero quattro (QUI il link alla recensione, nel caso ve la foste persa) terminava la mini-saga posta come introduzione alla serie vera e propria: in maniera drammatica (e anche un po’ tamarra, ringraziando Gmor), i nostri eroi riuscivano a sventare gli ambiziosi piani di Xara, antico amore di Ian, e dell’elfa Atrea, rivelatasi nient’altro che un burattino tormentato da spiriti oscuri. Ho detto finale drammatico? In effetti, ci mancava solo che Ian si mettesse a cantare tragicamente, Mario Merola-style.
E cosa potrà mai succedere, invece, in un volumetto intitolato “Il Raduno degli Scout”? Mah, un’invasione aliena? No, ragazzi, sbagliato! Preparatevi a raccogliere le mascelle per lo stupore, perché quello che accade in 98 pagine è, sembra assurdo, un raduno degli esploratori dell’Impero. Come ci spiega Ian, il corpo, fondato più di 300 prima delle attuali vicende, nel periodo dei secoli bui, è coordinato da tempo immemore da Yeraban Sarra e si riunisce, di norma, una volta l’anno.
In realtà, non accade molto che sia degno di nota: al di là di conoscere, tavola per tavola, tutti i componenti del gruppo (a proposito, tutti ben caratterizzati, dai gemelli chiacchieroni Jinza e Kyoden, alla possente Yannah), ciò che vediamo è praticamente vita da campo: gli scout familiarizzano e rinsaldano i propri legami ragguagliandosi sulle ultime avventure, combattendo corpo a corpo, o andando a pesca. A proposito, nota positiva per il cuccioloso Gmor: anche se, da orco, non potrà mai diventare ufficialmente uno del gruppo (ordini imperiali), si dimostra, di fatto, uno di loro. Cucina, lotta, è ben voluto da tutti e, soprattutto, fa partire, con la musica della sua ocarina, una suggestiva scena corale attorno al fuoco: “diverso è il passo, uguale il cuore”, cantano a turno gli scout, roba che anche i veri lupetti sono soliti fare. E ancora, Sera, uscita definitivamente dal bozzolo, sempre più pungente ma sempre più a suo agio con i suoi compagni di viaggio, che resta ammirata dallo spirito cameratesco dell’accampamento. E poi Ian, il nostro Dragonero, che ormai è in pieno mood da Dylan Dog e se le tromba davvero tutte: questa volta, a cadere fra le sue braccia, è Briana, la bella cacciatrice delle foreste centrali.
Questo numero cinque è, per forza di cose, un numero transitorio, molto leggero e molto alla “esticazzi”, se si considera il plot generale. Ciononostante, non va preso sotto gamba (cit.) come numero inutile: contiene, a mio avviso, innumerevoli indizi su “come funziona” l’Erondár” (uno fra tutti, il peso che ha la Gilda dei Mercanti), o svariati spunti, che sono sicuro verranno sviluppati nei numeri seguenti. La conversazione finale tra Ian e Alben è come un sasso tirato in uno stagno, al seguito del quale vorremmo riuscire a scorgere tutte le increspature che sconvolgono la superficie dell’acqua. Il passato del protagonista ci viene sempre centellinato, una goccia alla volta, che sia attraverso l’apparizione dei cadaverici “Ritornanti” (ebbene sì, gli zombie hanno invaso anche Dragonero…), o mostrandoci, ancora una volta, l’incontro con suo nonno Herion e la sua investitura a “Uccisore di Draghi”.
Infine, piccola nota grafica: da questo numero Giuseppe Matteoni rimane alle copertine, mentre subentra, come illustratore, Gianluca Pagliarani. Un tratto più affilato il suo, che esalta la fisicità dei personaggi, rimanendo in ogni caso pulito e piacevole alla lettura.
E voi, isolani, avete apprezzato questo numero “di passaggio”? Vi diamo appuntamento, nel frattempo, ai prossimi giorni, perché sono in arrivo succulente news, sia per la serie regolare, sia per il recentissimo gioco di ruolo basato sull’universo di Dragonero. Buon viaggio a tutti!
– Mario Venezia –