Giocando a giochi di ruolo ci sono dei momenti in cui vi annoiate e vi sembra che il gioco sia stucchevole e fermo? In quali situazione? Chi? Perché? Come? Dove?
Lo spunto di questo articolo mi è venuto da una riflessione della pagina Facebook degli amici di “Roba da Giocatori di Ruolo”, cui dedico questo pezzo.
In effetti è vero, nelle sessioni di gioco possono capitare momenti, anche abbastanza lunghi, di noia e distrazione. Queste due cose rappresentano la parte più brutta (specie per un master) di un’avventura. Anche quando si gioca ai videogames ci si annoia, ma lì ti appalli perché il gioco diventa troppo difficile, impegnativo, hai sconfitto un boss per un pelo e vuoi rilassarti senza altre ansie, o per motivi che riguardano il fatto che il gioco continua e hai altre prove da superare. Oppure semplicemente perché non ti piace ed è una palla.
Nel ruolo la situazione è diversa. La storia è terribilmente sconvolgibile, e non ci sono dialoghi pre-impostati e cose da fare per forza, ma si è liberi, con un potenziale di azioni più che infinito da compiere in qualsiasi posto in qualsiasi modo.
Non ci sono pixel e motori grafici, ma il tutto funziona con una manciata di regole e tanta fantasia. Questa scivola per tutta l’avventura allontanandosi ed avvicinandosi ad una storia di fondo. Gli strumenti e le tecniche narrative permettono spostamenti di attenzioni, diverso coinvolgimento dei vari personaggi, situazioni globali o locali. Ma chi scrive una storia non per forza ha l’esperienza decennale da master oppure è uno scrittore che sa come toccare i punti nevralgici dell’attenzione dei giocatori coinvolgendoli emotivamente, che sa convincerli a volere quello che è stato previsto per loro come scopo finale, che li fa muoverle in un determinato range di azioni. È semplicemente qualcuno che pensa una storia, destinata ad un gruppo di giocatori decisi a portarla a termine.
Per questo motivo capita a volte che alcuni giocatori si annoino e decidano di fare cose insensate allontanandosi dall’allineamento e personalità del loro personaggio tanto per farle. Oppure si può assistere a giocate azzardate e immotivate pur di far qualcosa di diverso. Questo può centrare con la noia, ma incide anche il cattivo gioco.
Ma quando subentra l’appallamento?
Una delle cause principali, cosa che non accade dei videogames, è quando si smezza il gruppo. Avventurieri egoisti o sfortunate vittime di trappole fanno sì che il gruppo si spezzi e che quindi l’avventura si scinda in due momenti alternati, che dopo un po’ annoiano i non giocanti.
Troppi combattimenti di fila, o troppe chiacchiere possono annoiare questo o quell’altro pg del vostro party. Questa cosa è difficile da prevedere e regolare nella scrittura nella storia, ma va sistemata al momento grazie al master che deve saper accendere curiosità e muovere ognuno verso ciò cui è più propenso.
Troppa libertà o gioco troppo guidato. A volte i giocatori si scocciano di pensare. Se li piazzi dinanzi ad una situazione complessa ma in un ambiente in cui sono liberi di muoversi, interagire e cercare, a volte vanno in palla. E provano svogliatamente con mezzi stupidi a risolvere il problema. È lì che dovete ucciderli e mandarli a casa, cari master. In quei momenti vogliono il gioco pre-impostato, con l’artefatto incantato che si attiva non appena il party giunge nel luogo segreto. Come se tutto il mondo girasse intorno a loro. Altre volte invece si lamentano, perché il gioco è guidato, perché non si può far niente di nuovo.
Come potete ben capire chi fa il master può provare odio per i suoi giocatori. Se fate il DM non abbiate, però, paura di gente distratta o che giochicchia con lo smartphone durante una sessioni, quelli non sono bravi giocatori, non capiscono il vostro lavoro e non sanno divertirsi in una tipologia di gioco che non è passiva ma che chiede continuamente partecipazione ed inventiva. Quindi non disperate e dissipate ogni forma di noia nei giochi di ruolo!
E voi, cosa ne pensate? In quali momenti vi annoiate? Master di tutto il mondo, come risolvete i momenti grigi? Raccontateci la vostra esperienza..
Kal, Viandante dell’Ovest
–Luca Scelza–