Dopo Gideon Jura è tempo di tornare alle origini e visto che fino ad ora ho tralasciato il mondo femminile dei planes, oggi parliamo della vita di una delle donne più calienti che abbiate mai conosciuto… Sto parlando ovviamente di Chandra Nalaar.
Iniziamo subito col dire che Chandra, a livello temporale, rientra nel gruppo dei primi Planeswalker pubblicati con l’espansione di Lorwin, e da lì è sempre stata presente nei set base, con in più qualche comparsata nell’espansione di Zendikar. È una piromante che usa i suoi poteri per derubare antichi oggetti magici. Sostanzialmente è uno spirito libero, fa quello che vuole, quando vuole e nessuno può imbrigliarla. Come l’elemento che controlla, Chandra poco sopporta le costrizioni e spesso agisce impulsivamente, utilizzando il fuoco come soluzione per ogni suo problema.
Non si conosce il suo piano di appartenenza, ma si sa con certezza che la sua famiglia era composta da una madre molto severa, un padre dolce (certo, il classico gioco del poliziotto buono e di quello cattivo…), due sorelle e un fratello che adorava alla follia. Il fratello morì in guerra e questo fu già un primo trauma. Scoprì i suoi poteri quando era molto giovane, giocherellando con le fiamme che lei stessa creava. La cosa preoccupò molto i suoi genitori, visto che la piromanzia era vietata in quel piano. Così pensarono che dandola in sposa ad un buon partito locale le responsabilità del matrimonio avrebbero assopito quello spirito ribelle che la caratterizzava. Appresa la notizia, Chandra pensò bene di spaventare la sua famiglia e il suo futuro marito generando un’enorme colonna di fuoco, che per poco non distrusse il villaggio. La cosa ovviamente non passò inosservata e molti abitanti videro la scena, così, presa dal panico, la donna fuggì sulla montagna, credendo che la cosa sarebbe finita di lì a poco, ma ovviamente non fu così. L’enorme colonna di fuoco fu notata anche dai soldati del regno, che si diressero immediatamente al villaggio. Vedendo l’enorme distruzione causata dal pilastro infuocato, si convinsero che non poteva essere stato creato da un’unica persona, ma che fosse l’intero villaggio ad essere implicato nella piromanzia. Così pensarono bene, su suggerimento di Francesco Amadori, di bruciare vivi tutti i membri del villaggio, compresa la famiglia di Chandra, che nel frattempo era ritornata al villaggio. Alla vista di ciò che stava accadendo, la piromante tentò in tutti i modi di salvare i suoi cari da quel terribile destino, ma fu tutto inutile. Rimase lì, costretta a veder morire tutti i membri della sua famiglia e tutti gli abitanti del villaggio… e la causa era stata proprio lei. Una volta finita la mattanza, i soldati decisero che era giunto il momento di uccidere anche la piromante, così le tirarono indietro la testa, presero la spada e la sferrarono con un colpo secco sulla sua gola ma… puff!!! Era svanita. La sua scintilla si accese e lei ascese alla cieca eternità: era diventata un Planeswalker.
Da quel momento inizia la sua carriera di ladra-piromante (della serie Lupin me lo mangio a colazione!). Tra le varie imprese di Chandra, quella più nota fu sicuramente la rapina al Santuario delle Stelle su Kephalai, dove ottenne una pergamena che custodiva degli importanti segreti magici. L’ordine decise di rivolgersi ad un altro planes, Jace Beleren, maestro dell’illusione e del controllo mentale, ordinandogli di riprendere la pergamena e di cancellare dalla memoria di Chandra ogni informazione relativa alla stessa. Dopo una lunga lotta sul piano di Regatha, Jace ne uscì vincitore riottenendo la pergamena e cancellando ogni informazione dalla mente di Chandra. Purtroppo per lui, Chandra quel mattino aveva mangiato pane e volpino: infatti l’astuta piromante aveva ordinato ad alcuni scribi di copiare le informazioni presenti sulla pergamena.
Durante il suo periodo di apprendistato, Chandra affinò la sua conoscenza dell’arte della piromanzia sul piano di Regatha, in un monastero fondato dal piro-planes Jaya Ballard, una planeswalker piromante i cui insegnamenti sono il cuore pulsante e le colonne su cui si reggono le regole del monastero: difendere la libertà personale e le proprie scelte ma senza violare i diritti altrui. Cosa che, però era poco gradita al nuovo ordine nato sul piano, l’ordine di Heliud, un ordine legato al mana bianco che professava il completo asservimento all’ordine e alle regole. L’Ordine dichiarò che la magia del fuoco era proibita nelle città e i suoi praticanti dovevano essere puniti con la morte. Direte voi, visto che il periodo era così “caldo”, la nostra planes starà tranquilla senza creare problemi? Ma assolutamente no! Infatti nel tentativo di far fuori uno spettro Chandra dà fuoco ad una parte della foresta abitata da una tribù pacifica del piano. Questi, giustamente, si incazzano e chiedono a gran voce la testa della ragazza, dando così all’ordine di Heliud un ottimo motivo per catturare la planes. La madre del convento di Chandra, Madre Luti, visti gli eventi che si vennero a creare, consiglò VIVAMENTE a Chandra di lasciare il piano e le ordinò di impadronirsi di nuovo della pergamena originale ripresa da Jace, visto che “il vero significato di ciò che era scritto nella pergamena non era nelle parole, ma in qualcosa di fisico della pergamena originale”. Il secondo tentativo, però, andò male, a causa dell’arrivo di un altro planes, Gideon Jura.
La coppia, insieme per una serie di eventi fortuiti, si ritrovò sul piano di Diraden, governato dal mana nero. Qui Gideon rivelò alla ragazza che la pergamena in realtà era una mappa per Zendikar. Ottenuta l’informazione e dopo aver salvato la vita di Gideon dalle grinfie del vampiro del luogo, Velrav, scappò dal piano insieme all’uomo e i due si rifugiarono nel piano di Regatha chiedendo aiutò ad un loro amico comune, l’elfo Samir. Qui Chandra distrusse una volta per tutte l’ordine di Heliud, anche grazie ad un piccolo aiuto involontario di Gideon (di questa vicenda ne ho parlato molto più approfonditamente in quest’altro link). Una volta salvato il suo monastero, Chandra partì verso Zendikar.
Dopo tre anni la donna raggiunse il piano. Con l’ausilio di diverse guide riuscì a raggiungere il campo di Anowon, dove un vampiro promise di aiutarla a raggiungere l’Occhio di Ugin, la reliquia che la piromante stava cercando. Durante la notte, però, il vampiro tentò di attaccarla, ma Chandra riuscì in un primo momento a contrastarlo. Ben presto, però, la ragazza si trovò senza i suoi poteri, a causa dell’imprevedibilità delle fonti di mana del piano stesso e quando sembrò che per lei non ci fossero più speranze, improvvisamente una figura apparve alle spalle del vampiro, eliminandolo con un potente colpo alla testa. Chi era quella figura? Ma Sarkan Vhol naturalmente. Dopo un primo scontro, decise di portare con sé Chandra e di condurla all’interno dell’edro. E poi un lungo cammino e una serie di discorsi deliranti, dove Sarkan rivelò le sue vere intenzioni: uccidere Chandra per rivelare i segreti di quella stanza. Così Sarkan si trasformò in un enorme drago e la attaccò, visto che a causa dell’edro non riusciva ad usare bene i suoi poteri.
Ancora una volta la nostra eroina era sul punto di soccombere, ma ancora una volta un nuovo planes accorse in suo aiuto. Jace Beleren, che aveva seguito le vicende del piano oltre che quelle della piromante, capì che la causa della debolezza della planes infuocata era l’edro, così ordinò alla stessa di generare un fuoco invisibile, in modo che l’edro non potesse assorbirne il potere. Lei con riluttanza ubbidì e grazie anche ad una magia di amplificazione di Jace riuscirono a sconfiggere Sarkan. I tre, però, a causa del potente colpo, svennero. Chandra fu la prima a svegliarsi e si avvicinò a Jace. Pensò per un istante di ucciderlo poiché finiva col ritrovarselo sempre tra i piedi, ma alla fine decise di aiutarlo e, quando si svegliò, lo aiutò ad uscire dall’Occhio. Jace ringraziò Chandra e chiese da chi aveva saputo e ricevuto le informazioni riguardanti l’edro, ma lei non rispose e si lanciò nella cieca eternità prima che Jace potesse leggerle nella mente. Così diede inizio ad un nuovo viaggio, meditando vendetta verso coloro che l’avevano usata.
“Ho incendiato praticamente di tutto… alberi, rocce perfino l’acqua. È arrivato il momento di bruciare le nuvole.” Chandra Nalaar.
Kardar, conoscitore di piani.
–Vincenzo Mirra–