Un adagio recita «‘o munaciello: a chi arricchisc e a chi appezzentisce» o meglio, se si vuole riportarlo in italiano, «il munaciello o arricchisce o manda in miseria».
Questi che leggete qui sopra sono echi di leggende campane che narrano di uno spiritello, e che dalle strade giungono alle mie orecchie mentre fanno da ammonimento a bambini vivaci, ma sono sulla strada di ritorno alla mia fortezza. Per un attimo esito, ma poi lo ammetto: inutile negarlo, la cosa mi incuriosisce, crudele o generoso, manna o castigo, quale che sia la tua natura, ti troverò!
Se volete tradurre il termine del folclore napoletano, vi risulterebbe come qualcosa di simile a “piccolo monaco”: esso infatti appartiene alla grande varietà di leggende e misteri delle terre del sud. Crudele o generoso, sorridete: è l’unica cosa che per la gente potete fare. Se ve lo ritrovate in casa, mostratevi ospitali e forse con voi sarà generoso, oppure mostratevi uomini di scienza e ignoratelo, ma in ogni caso speriamo apprezzi la vostra reazione. Questo è uno spiritello leggendario, di solito rappresentato come un ragazzino tipico dei vicoli che si trovano in molte cittadine campane; altre volte ha l’aspetto deforme o quello di una persona di bassa statura, abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe, simile, appunto, ad un piccolo monaco.
Ma come nostra usanza, non possiamo mai dare niente per scontato e se ogni leggenda ha un fondo di verità, ci vuole poco a reperire tutta la documentazione per fornire le due ipotesi maggiormente accreditate, dalle quali trarrete le vostre somme.
Una prima ipotesi ci porta a credere che questa sia una figura triste e umana: il munaciello sarebbe, infatti, il figlio di Caterinella, una signorina delle allora agiate famiglie napoletane, rinchiusa in convento dopo che il suo fidanzato fu assassinato nel 1445. Il bambino fu cresciuto nel convento, nascosto dagli indiscreti occhi della Napoli “per bene”, dove le suore mascherarono le sue deformità con un abitino da monaco, conferendo così al povero ragazzino il diminutivo munaciello, fino a quando egli morì in circostanze misteriose. Dopo la sua morte, il popolo napoletano continuò a vederlo nei posti più disparati, e iniziò ad attribuirgli poteri magici connessi al fatto che dalle sue apparizioni potevano ricavarsi dei numeri fortunati da giocare al lotto. Sfogliamo qualche altra pagina e vediamo che un’altra leggenda, invece, vuole che lo spiritello sia stato l’antico custode a guardia dei pozzi d’acqua, che riusciva ad entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio. Forse è giusto, per completezza, fornirvi anche la terza ipotesi, che descrive il munaciello come un piccolo demone, dispettoso perché cattivo anche quando lascia monete: in tal caso, il denaro sarebbe un’offerta ai vivi per attirarli dalla sua parte.
Camminate in fretta. Di sera, lungo i vecchi vicoli di Napoli, non la gente, ma gli spiriti e i demoni infatti tenteranno la vostra anima viaggiante: non a caso, la tentazione e il demonio sono temi ricorrenti della cultura popolare di molte zone della Campania. Sta all’anima dell’uomo superare questo tranello o al suo intelletto. A voi la scelta, che crediate o meno negli spiriti.
Risulta particolarmente difficile trovare questo piccolo spirito: esso non vive in nessun luogo, appartiene a ogni posto, alla memoria di queste terre, ma ragionevolmente, per quanto la ragione in queste indagini possa aiutarvi, si suppone che dimori tra le rovine di alcune di queste abbazie e monasteri che si trovano tra le colline che circondano la zona di Napoli. La leggenda popolare vuole che uno dei vari rifugi si trovi a Marina del Cantone, nella torre di Montalto, località di Sant’Agata sui Due Golfi. È un esperto delle vie sotterranee di Napoli, e le attraversa per frequentare vecchi palazzi, causando diverse seccature. Si dice che Villa Gallo sia una delle case infestate da questa creatura.
Sono riconoscibili e riscontrabili, nelle parole della tradizione e del popolo i modi che questo spirito ha per esprimersi sui padroni di casa : può infatti esprimere simpatia, lasciando monete e soldi nascosti dentro l’abitazione, oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto; di antipatia nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, soffiando nelle orecchie dei dormienti; in tal caso le anziane portatrici di regole e tradizioni vi consigliano fortemente di ingraziarvi lo spiritello, ma potrebbe anche rivelare un modo di apprezzamento per le signore di casa, sfiorando con palpeggiamenti le belle donne di casa.
In nessuno dei tre casi suddetti dovrete, per nessuna ragione, rivelarne la presenza: secondo il folklore napoletano, possono capitare disgrazie e sfortuna a chi rivela una visita del munaciello. Ci si può propiziare questo benefico spiritello domestico con il cibo, nella speranza di vedere trasformate le pietanze in oro. Ma non ci si deve vantare di tali doni soprannaturali, altrimenti svaniscono così come sono apparsi.
Dormite bene però e godetevi il panorama di giorno: la nostra ricerca continua col calare delle tenebre. Infatti, pare che il munaciello appaia alle persone sempre nel cuore della notte, ma solo a coloro che sono nel più estremo bisogno, e solo dopo che questi abbiano fatto tutto ciò che era in loro potere per alleviare l’angoscia che si è abbattuta su di loro, fallendo. Lui, senza parlare, farebbe cenno di seguirlo. Chi ha il coraggio di farlo, verrebbe portato in qualche posto dove è nascosto un tesoro. Il munaciello non porrebbe nessuna condizione per il suo utilizzo, non richiederebbe alcuna promessa di rimborso, e non esigerebbe né dazio né servizio in cambio. Non si sa se questi tesori siano i frutti di guadagni illeciti o i frutti del lavoro industrioso, messi da parte per le occasioni d’amore e di carità. Si dice che in molti abbiano fatto improvvisamente fortuna grazie al suo intervento e quindi, quando qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso, si dice “Forse avrà il munaciello in casa”. Si dice anche che il tesoro portato in dono dal munaciello sia appropriato per le esigenze di chi l’ha ricevuto.
Spirito, demone, piccolo angelo custode dalle ingiuste forme e che genera l’antico timore del popolo Napoletano, conosci la storia di queste terre e il suo passato, ma dimmi: ci sarai anche nel suo futuro? L’unica cosa che abbiamo per certo è che anche da questo caso possiamo lasciarci alle spalle un messaggio: comportatevi da giusti padroni di casa ed egli vi elogerà, aiutate voi stessi da soli fino alla fine e forse se anche non sarà lui a intervenire, avrete capito che potete farcela anche da soli. Passa la notte anche questa volta, ma non spetta a me la sua visita, a me non occorrono tesori per trovare quello che cerco, occorre solo sapere che il viaggio non è finito.
Shar-Karn, Viaggiatore di Mondi
–Michele D’Elia–