In un 2022 immaginario viene lanciato un MMORPG in Realtà Virtuale chiamato Sword Art Online, al quale ci si può connettere attraverso un elmetto che influenza tutti e cinque i sensi e che dà l’impressione di essere pienamente immersi nel gioco: il NerveGear. Purtroppo l’esperienza risulta devastante per molti giocatori i quali, una volta entrati in SAO, non possono più a uscirne, restando intrappolati nel mondo virtuale a meno di non riuscire a completare tutti e 100 i livelli del castello d’acciaio Aincrad. Cosa peggiore, la morte nel gioco corrisponde alla morte nella realtà…
Kazuto Karigaya e Asuna Yuruki sono due giocatori che si incontrano nel mondo virtuale: insieme tenteranno di scoprire la vera identità di chi si celi dietro al tranello di Aincrad, e a distruggerlo per liberare tutti i 10.000 giocatori imbrigliati nella tela di SAO.
Questo, in poche parole, l’incipit di Sword Art Online, l’opera di Reki Kawahara che dal 2002 è stata declinata in vari media, tra light novel, manga, anime, film e svariati videogiochi, e che ora si prepara a tornare sul piccolo schermo in veste di live action.
L’annuncio è arrivato dalla sceneggiatrice Laeta Kalogridis (Terminator Genesys, Avatar, Altered Carbon) durante un’intervista rilasciata ai colleghi di Collider: sarà lei la produttrice esecutiva, e sempre a lei toccherà il compito di scrivere l’episodio pilota. A distribuire lo show, neanche a dirlo, ci penserà ovviamente Netflix.
La donna ha anche svelato che gli attori principali, gli interpreti di Kirito e Asuna, saranno orientali, e che questa è stata una delle condizioni per l’acquisizione dei diritti imposte al colosso dello streaming, che pare abbia accettato di buon grado. Ricorderete, infatti, le critiche mosse a Netflix per la realizzazione del live action di Death Note con attori dai volti occidentali.
In attesa di scoprire nuovi dettagli sull’opera non resta che sperare che questa, dal punto di vista della trama, sia trattata meglio di produzioni come quella di Fullmetal Alchemist (molto scialba dal punto di vista della trama) e, appunto, Death Note (molto scialba, punto).
Nel dubbio, rispolvero il mio NerveGear e mi connetto… speranzoso.
–Fabrizio Palmieri–
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