Abbiamo parlato a lungo de Gli Ultimi Jedi, l’ultimo capitolo di Star Wars tanto amato dalla critica quanto odiato dai fan. Ne abbiamo analizzato pro e contro, personaggi utili e inutili, colpi da maestro e errori indicibili, così come buona parte del globo: a emergere tra le varie criticità è sempre stato un Luke Skywalker molto sotto le aspettative, difficile da comprendere tanto quanto da sopportare.
Anche Joseph Gordon-Levitt, attore e regista statunitense (lo ricorderete sicuramente in Looper, Inception e ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno), ha da poco visto il film e, dopo aver letto le molte critiche sull’ormai vecchio Skywalker, ha deciso di dare anche la sua opinione, scrivendo un lungo e articolato pezzo in merito, che trovate in versione integrale qui.
L’attore parte con un’introduzione volta a mettere le mani avanti: Gordon-Levitt è difatti buon amico di Rian Johnson (hanno fatto anche alcuni cammei nei reciproci film), il regista di Episodio VIII, ma il pezzo in questione non è volto a difendere l’opera di un amico, bensì a dare una visione differente alla domanda che tutti si sono posti: “What happened to Luke Skywalker?”.
Effettivamente è una delle questioni che più hanno turbato i fan sin da Il Risveglio della Forza: cos’era successo al Luke volenteroso e buono del sesto capitolo? Perché si era esiliato davanti a tutto il dolore causato dal Primo Ordine? Perché aveva abbandonato Han, Leia, Chewbacca e R2-D2 per trasferirsi in un eremo in mezzo a delle monache-pesce?
“Il Luke che conoscevamo era pieno di speranza” dice Gordon-Levitt, “un idealista pronto a viaggiare per la galassia e a fare la cosa giusta senza interessarsi a quanto questa gli sarebbe costata. Ora lo ritroviamo apatico, a volte cinico, esiliato su un’isola e interessato solo a se stesso. Sperpera il suo talento portando avanti una routine, giorno dopo giorno, che lo vede mungere animali e pescare da altezze indicibili, e quando una giovane apprendista giunge da lui, getta via la spada laser e si rifiuta di allenarla. Come se questo non bastasse, apprendiamo che ha tentato di uccidere suo nipote nel sonno, una cosa certamente poco da Jedi” (ricordate Darth Plagueis)
E su questo siamo tutti d’accordo: il Jedi che conoscevamo è stato cancellato e ricreato da zero con esiti spiazzanti sugli appassionati che speravano in un suo grande ritorno. Molti fan hardcore hanno quasi gridato alla strage nel vederlo (io compreso) e Gordon-Levitt lo dice chiaramente: “è cambiato in peggio”. E poi prosegue, ma in una maniera differente e, lo ammetto, stranamente ragionevole.
“Riproporre un Luke tale e quale a quello che abbiamo conosciuto quasi quarant’anni fa sarebbe stata una gigantesca occasione mancata; sarete d’accordo con me nel dire che non capiti tutti i giorni di avere a che fare con un personaggio invecchiato con l’attore stesso. In fin dei conti Star Wars: Gli Ultimi Jedi ha trattato di una delle cose più interessanti della vita stessa: diventare vecchi, o almeno, cambiare con l’età. Abbiamo trovato un Luke completamente stravolto e con moltissime debolezze. Un personaggio senza di queste, spesso, risulta tanto piatto quanto brutto da recitare. Quando abbiamo incontrato Han Solo nel settimo capitolo, d’altronde, abbiamo tutti avuto quella sensazione di aver ritrovato un vecchio amico, invecchiato ma spaccone, divertente e carismatico quanto quarant’anni fa.”
E anche su questo Gordon-Levitt non ha affatto torto: abbiamo avuto davanti agli occhi un Luke sicuramente cambiato, tanto quanto potremmo esserlo noi tra quarant’anni. Quanti anziani sono rimasti tali e quali, in tutto e per tutto, alle persone che erano da giovani? Sicuramente pochissimi, se non nessuno. Il discorso del regista va avanti e incoraggia ogni fan a guardare il lato positivo: d’altronde Episodio VIII è un film che spinge a non perdere la speranza, e molte scene sembrano girate solo e unicamente a promuovere questo scopo.
Gordon-Levitt sembra tutto sommato nel giusto fino alla fine, almeno a mio parere, ma commette un errore quando si sofferma sul film in quanto tale. “Non penso che una pellicola possa reputarsi giusta o sbagliata, essendo di per sé una sorta di forma d’arte tanto quanto un quadro, un libro o una scultura”.
Sicuramente ogni film andrebbe apprezzato, ma il senso critico deve rimanere. È solo grazie a quello che prodotti come Eragon e il lungometraggio di D&D del 2000 sono stati macellati dalla critica: erano oggettivamente fatti male e sbagliati sotto numerosi punti di vista.
Forse il “nuovo” Luke Skywalker è un buon personaggio, ma a parere di molti, me compreso, Gli Ultimi Jedi ha dimostrato di aver compiuto comunque troppi errori grossolani.
E voi cosa ne pensate?
–Yari Montorsi–
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