Attenzione! – Questo articolo contiene spoiler sul film ‘Star Wars: Gli Ultimi Jedi’. Se non l’hai ancora visto vai al cinema e poi torna qui!
Uscito da due giorni nelle sale e già non si fa che parlare d’altro. Star Wars: Gli ultimi Jedi è il tema caldo del momento e Babbo Natale dovrà farsi una ragione sul fatto che non se lo cagherà nessuno quest’anno. Ho visto il film la sera della prima, ho dibattuto con chi era al cinema con me, ho scritto la mia recensione spoiler free e ne ho lette tante altre di ogni tipo. Preparatevi, qui di spoiler ce n’è eccome, e anche di delusione. Tanta.
Inizio con il dire che il tono generale del film mi è parso un’enorme presa in giro per chi ben ricorda cosa sia Star Wars. La ricerca delle battute (brutte e scontate) a tutti i costi, una comicità che ricorda più i Pirati dei Caraibi che la premiata coppia Han/Chewie, momenti di una bassezza che a confronto la parodia Balle Spaziali pare un film d’autore. Se avessi voluto il cinepanettone sarei andato a vedere De Sica con Belen. Caro il mio Rian Johnson, non hai imparato nulla da quelle atmosfere da fiaba pop a cui George Lucas ci aveva, grazie a dio, abituato. Ché se proprio volevi fare un film comico – e come possa esserlo uno Star Wars, solo tu lo sai – almeno abbi la decenza di imparare prima qualcosa da mostri sacri come The Blues Brothers o Woody Allen. Perdio.
Il film, che è stato recensito anche in maniera entusiasta da diverse realtà, inizia con uno scherzo telefonico che sembra scritto dalla Gialappa’s. Ma si può caratterizzare il generale della flotta del Primo Ordine come un coglione che si fa prendere per il culo da un Poe Dameron al limite dell’indisponente? Perfino nell’odiato Star Wars: Il Risveglio della Forza i primi minuti sono stati epici, qua invece si scade nell’imbarazzante. Partiamo bene.
Poi ci si mettono pure le battute e i teatrini sparsi qua e là a mantenere questo tono da commediola. Rey dà la spada laser a Luke (si riprende da dove era finito il precedente film) e questi, che ci aveva lasciato con un’espressione che valeva tutto il film, la prende e se la getta alle spalle con un’espressione da Benny Hill Show. Sempre Rey, mentre si addestra, taglia un pezzo di masso che, ovviamente, cade di sotto e sfascia il carretto delle monache (e tutti a ridere). E anche nei momenti di tensione, quando pensi che ci sia qualcosa di buono, arriva puntuale la battuta che manda in vacca tutto. Kylo Ren e Rey si parlano e si vedono telepaticamente in uno scambio intenso di battute e siccome lui è a petto nudo lei esordisce con: «Non hai proprio niente da metterti addosso?». Ma di cosa c***o stiamo parlando? E di cose così è pieno il film!
Ma spostiamoci sulla trama, una storia spumeggiante che ci prometteva qualcosa di mai visto, con grandi rivelazioni e snodi epocali per la saga intera. Ecco, io non ve la saprei raccontare, perché mica l’ho capita! I leggendari titoli di testa (che almeno in Episodio VII preannunciavano qualcosa di interessante) sembrano il riassunto che un bambino farebbe de L’Impero colpisce ancora, e incredibilmente il Primo Ordine sta vincendo e DI NUOVO la Resistenza deve darsela a gambe. Decenni di fine dell’Impero Galattico e siamo punto a capo. Ci spiegano qualcosa? No. Devo per caso leggermi qualche romanzo o fumetto o giocare a qualche videogioco per capirlo? Se sì, andatevene aff****lo.
La vicenda poi è caotica, sconclusionata. Tutti continuano a rincorrersi, ma non si capisce per quale motivo, visto che il tanto atteso secondo round tra Rey e Kylo non comporta una risoluzione, ma l’inizio di una nuova fuga e conseguente caccia. Il fu Ben Solo vuole distruggere tutto, Rey vuole riportarlo sulla retta via e niente, se questo non basta a richiamare alla vostra memoria Episodio V, spero abbiate notato che il dialogo tra loro mentre sono nell’ascensore è identico a quello che hanno Luke e Vader mentre stanno raggiungendo l’Imperatore. Che qui è sostituito da Snoke.
A proposito di Snoke, parlerei anche un po’ dei personaggi se non vi spiace. Chi è questo cestista con il volto offeso, capace prima di fare quel che gli pare con la Forza e poi di farsi infinocchiare come un tordo ed essere segato a metà? Non lo sapremo mai, o meglio, non adesso. Utilità ai fini della storia di questo cattivone di turno? Nulla.
Come quella di Phasma. Ah cara la mia Phasma, prima sei finita nei rifiuti, ora in mezzo alle fiamme. Ma cosa mai avrai fatto per meritare così poca considerazione da parte degli sceneggiatori!? Dai, almeno nei negozi venderanno qualche Trooper con la corazza argentata perché le vendite di quelli bianchi era un po’ calata.
Ma passiamo a Kylo Ren. Avete venduto poche mascherine o ci avete ascoltato mentre dicevamo che il suo casco è una scemenza? Ok, distrugge la maschera e poi qual è il suo vero scopo? Regnare su tutto, a quanto pare. Vabbè, bello, come tutti i cattivi insomma. Niente di nuovo. Darth Maul, che pronuncia tre parole durante tutto Episodio I – La minaccia fantasma ha una parabola personale più originale, al momento.
Per quanto riguarda i personaggi del Lato Chiaro, il povero Luke, diventato maestro Jedi, ritorna purtroppo alle sue origini rurali: da giovane sparava alle pantegane giganti, poi ha salvato la Galassie e da vecchio munge delle vacche-tricheco aliene e si sbrodola con il latte (una scena degna di PornHub). L’uomo capace di combattere come copia di se stesso a pianeti di distanza per salvare tutti, scopriamo che nel passato si è fatto fregare da Ben Solo come un pirla.
Leia, invece, è la Madonna. L’esplosione della nave su cui si trova la sbalza nello spazio e lei non muore, riesce a levitare magicamente fino a tornare sulla nave, in fin di vita. Vola usando poteri che nessuno le ha mai insegnato ad usare. Una delle scene più abbiette, non so nemmeno come hanno fatto a immaginarsela. Che poi serve a dirci cosa esattamente?
Finn e Rose sono due falliti. Ma scusate, Rogue One è fantastico perché celebra il sacrificio di uomini e donne per un bene superiore che è di tutti. Perché avete avuto paura di mostrarci la loro morte? Almeno sarebbero serviti a qualcosa, invece se li togliamo dal film non ce ne accorgeremmo nemmeno. Non spreco parole.
Ma Yoda, il mio carissimo Yoda (apprezzabilissimo che sia stato filologicamente caratterizzato come il vecchio pazzo della Trilogia Originale), può lui, il più saggio di tutti, dire a Luke che la conoscenza non serve a un tubo? E bello poi il modo con cui sbeffeggia Luke: «Ma tu li hai letti quei libri?», come a dire fan**lo il tramandarsi la conoscenza. Bel messaggio del film!
In generale, insomma, i protagonisti sono vuoti e piatti. Il viaggio dell’eroe di Anakin Skywalker rimane solo un vecchio ricordo.
Ok, ci sono anche cose positive. Qualcuno dice che Mark Hamill sia un attore scarso. Di certo non uno da Oscar, fatto sta però che la sua interpretazione è quella che mi ha convinto di più (e mi ha fatto rivedere il Luke un po’ spaccone di L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi) insieme a quella di Benicio Del Toro. Se il suo personaggio rimane avvolto nel mistero, bastano poche espressioni per ricordarci di che calibro è il suo talento. Spero solo non torni nel prossimo film come copia dell’altro imbroglione galattico, Lando Calrissian.
Le battaglie tolgono il fiato da tanto che sono belli gli effetti speciali e la fotografia, su tutti l’esplosione sospesa e silenziosa della nave di Snoke dopo il sacrificio del Vice Ammiraglio Holdo e la battaglia finale sul terreno bianco sanguinolento.
Come Luke spiega la Forza a Rey, e come il regista ha scelto di renderlo per immagini, è forse il momento più originale del film, assieme al colpo di scena della copia dello stesso Maestro Jedi che combatte a distanza con Kylo.
Il momento più alto invece è di certo la morte di Luke. Se inizialmente ho pensato fosse stato un modo troppo sbrigativo per dire addio a un personaggio chiave, devo dire che è congeniata bene: dopo anni di chiusura alla Forza, nel momento in cui Luke si riapre ad essa, raggiunge un tale grado di risonanza da fondersi con essa. Più che di morte potremmo quasi parlare di ascensione.
Ho trovato un solo elemento di continuità restante in tutta la saga, cioè il “passaggio di consegne” al bambino che nel finale mostra l’anello della Resistenza e lascia presagire un futuro Jedi.
Ecco, ho detto tutto d’un fiato. Ma dovevo dirlo. So che molti di voi mi staranno maledicendo ora, ma succede così quando si chiamano in causa i miti fondativi di una civiltà e li si stravolgono. C’è chi non vi si riconosce più e ci sono nuove generazioni che attraverso essi raccontano se stesse. E comunque ciascuna epoca ha le leggende che si merita: la mia aveva Obi-Wan Kenobi e Darth Vader, adesso ci sono Rey, Finn e Kylo Ren. Vedete voi.
– Michele Martinelli –