Se durante lo scorso Lucca avete fatto un salto allo stand di Editrice Nord, è probabile che vi sia capitato tra le mani un estratto del volume di cui vi parlo oggi, I Guerrieri di Wyld: L’Orda delle tenebre, romanzo d’esordio di Nicholas Eames, estratto che non può non avervi stuzzicato la curiosità. E ora che ho avuto modo di leggere il libro per intero, posso darvi le mie impressioni.
Partiamo dalla trama: Clay Cooper un tempo faceva parte dei Saga, la più famosa e possente banda di mercenari che il mondo avesse mai visto. Sfidavano draghi, sterminavano coboldi e uccidevano necromanti per colazione. Nonostante il loro numero esiguo, i Saga erano i veri padroni del mondo e nessuno osava mettersi contro di loro. Ma la vita da mercenario, si sa, non può durare per sempre: a un certo punto i Saga si sciolgono e gli eroi si accasano, mettono su famiglia e conducono vite indipendenti.
Nonostante la mezza età, Clay Cooper è ancora in grado di menare le mani e farsi valere in combattimento. Tornando a casa una sera dal suo lavoro come guardia, trova ad attenderlo Gabe, ex capo dei Saga, superbo spadaccino e oratore: sua figlia è partita per la repubblica di Castia, e ora la città è sotto stretto assedio, una situazione assai spinosa. Per questo Gabe chiede a Clay di aiutarlo a riunire la banda, attraversare tutto il mondo conosciuto, sfilare sotto il naso di un’orda di mostri e sottrarre sua figlia a morte certa. Il resto è tutto da scoprire.
Il tema principale affrontato nel libro è quello dell’avventuriero, un tempo forte e indomito, alle prese con un’età avanzata e portatrice di acciacchi. I riflessi più lenti e la schiena che non funziona più come una volta si scontrano con l’esperienza di una vita passata a combattere e con la voglia di rivivere le emozioni di tempi ormai andati. A questo tipo di mercenari si contrappongono i giovani, troppo spaventati per emulare le gesta di coloro che li hanno preceduti e buoni soltanto a sfilare con le loro sfavillanti armature. Il tutto si ambienta in una terra “sporca” dove il male minore non è preferibile, ma è l’unica via sensata; non ci sono creature benefiche, e l’essere umano non è meno mostro di troll e coboldi. Gli stessi protagonisti sono consci di quanto il mondo faccia schifo e non intendono migliorarlo più di tanto: fanno solo quello che è necessario per compiere la loro missione e salvare la figlia del loro ex leader. Ci sono barlumi di onore persino tra i ladri, ma questo molte volte non basta a salvare una persona da una freccia conficcata nella schiena.
Il secondo argomento fondamentale dell’opera è quello della paternità, ma non quella vista come una cosa meramente biologica, ma come un amore sconfinato del padre verso i suoi figli, capace di far scalare montagne e affrontare draghi a testa alta. Nell’opera vengono toccati tutti i punti dell’essere genitore, dal rapporto con più figli (non propri), a quello con gli “ormai ventenni” e in grado di decidere con la propria testa. Ognuno dei protagonisti ha una storia da raccontare e un modo diverso di vivere la vita dopo una giovinezza di avventure.
La geografia dell’opera non è particolarmente precisa (fortunatamente la mappa a inizio libro viene prontamente in aiuto), ma è sufficiente a dare l’idea di cosa sia l’Heartwyld, una foresta posta proprio al centro del mondo che incuterebbe terrore persino ad un drago, popolata da cannibali, mostri leggendari come l’orsogufo, tantissime creature mai neanche catalogate e portatrice di una malattia incurabile. Abbassare la guardia in un luogo come questo potrebbe essere fatale.
Insomma, alla fine penso che I Guerrieri di Wyld sia un valido prodotto, scorrevole nella lettura e in grado di tenere alta l’attezione: Nicholas Eames è un autore talentuoso che ha tutto il tempo per definire bene il suo stile e fare strada nel mondo della letteratura fantasy. Trovate questo volume in vendita ufficialmente da domani 8 febbraio, mentre il suo secondo libro dovrebbe uscire in lingua originale a fine anno.
–Simone Maccapani–
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I Guerrieri di Wyld di Nicholas Eames – Recensione
Simone Maccapani
- Personaggi unici e ben caratterizzati;
- Temi insoliti e ben affrontati in un fantasy;
- Richiami ad avventure degne di un gioco di ruolo;
- Un villain di spessore con il quale non è difficile empatizzare;
- Il worldbuilding è da migliorare;