E così, ha inizio. Mai citazione potrebbe essere più azzeccata per il tourbillon di emozioni che ci ha preso in questi giorni da quando, nel bel mezzo di Lucca Comics & Games, è piombata la notizia (riportata per prima da pesi massimi dell’informazione hollywoodiana come Variety e Deadline) che diversi soggetti sarebbero stati in trattativa con i detentori dei diritti (e, a quanto pare, con gli eredi di Tolkien – notizia importantissima, ci torneremo in seguito) per produrre una serie tv su piattaforma digitale riguardante, udite udite, Il Signore degli Anelli. All’annuncio, noi qui sull’Isola ci siamo armati di tutta la pazienza zen di cui disponiamo e ci siamo accinti a tenere faticosamente a bada la tempesta di emozioni contrastanti, in attesa che si depositasse il polverone che di solito si alza in queste occasioni, fatto di illazioni, rumor infondati, smentite e, in generale, gara a chi la spara più grossa: sono coinvolti Netflix e Amazon, anzi no Rockefeller e Berlusconi; sarà incentrato su Frodo, no, saranno storie nuove, anzi no, sarà basato sulle vicende de Il Silmarillion e farà un cameo-crossover anche Mazinga. Insomma, ci siamo capiti.
Ora che la situazione si è calmata e abbiamo riacquistato un minimo di visione d’insieme, facciamo un po’ di chiarezza su ciò che a oggi è sicuro, su ciò che rimane nel campo delle ipotesi e su ciò che probabilmente i fan vorrebbero vedere in una serie incentrata sul capolavoro del Professore.
Ieri si è avuto l’annuncio ufficiale che i detentori dei diritti relativi alla Terra di Mezzo hanno concesso le licenze televisive globali alla divisione entertainment di Amazon, il gigante delle vendite online, per una cifra che secondo Deadline dovrebbe aggirarsi sui 200-250 milioni di dollari. Attenzione, stiamo parlando di una cifra stanziata per la sola acquisizione dei diritti, cui vanno aggiunti i costi produttivi che, per uno show simile, potrebbero essere stimati tranquillamente sopra i 100-120 milioni di dollari a stagione. Per quanto Amazon possa permetterselo, un esborso simile dovrebbe garantire circa l’effettiva volontà di sfruttare fino in fondo un universo destinato a diventare per la multinazionale di Seattle ciò che Game of Thrones è per la HBO.
A tal proposito, ancora più interessante è la parte che avrebbe visto, sempre secondo Deadline, la Tolkien Estate (che cura gli interessi degli eredi) come soggetto attivo nel proporre i diritti televisivi ai leader mondiali della distribuzione digitale (Amazon, Netflix e la stessa HBO), con il gigante di Jeff Bezos a spuntarla in ultima istanza. Notizia questa importantissima: in virtù di una poco lungimirante concessione dei diritti cinematografici nel 1969 alla UA (che poi li cedette alla Warner), la Tolkien Estate – e tramite essa gli eredi del Professore – non ebbe voce in capitolo sulle trilogie di Peter Jackson. È evidente quindi che gli eredi di Tolkien siano rientrati a gamba tesa in virtù della battaglia legale che li vide opposti alla Warner e che, capiamo a posteriori, aveva proprio nei diritti tv su piattaforme digitali l’enorme posta in palio. Lo confermano le parole di Matt Galsor, portavoce della Tolkien Estate, che ha dichiarato: “Siamo molto lieti che Amazon, con il suo costante impegno nei confronti della letteratura, ospiti la prima serie televisiva su Il Signore degli Anelli”.
Il ritorno attivo della Tolkien Estate non solo come detentrice del diritto di veto, ma addirittura in campo produttivo, prefigura probabilmente la nascita di un canone tolkieniano cui dovranno attenersi tutti coloro che vorranno cimentarsi con le storie ambientate nella Terra di Mezzo, magari sulla falsariga di quello di Star Wars. Questa cosa, se dovesse rivelarsi reale, dovrebbe metterci al riparo da abomini stile serie tv di Shannara, considerata l’estrema attenzione di Christopher e Priscilla Tolkien per il lavoro del padre.
Detto questo, inutile nascondere l’eccitazione per quella che sarà destinata a diventare la produzione tv più imponente della storia. Alla fase attuale, antecedente la pre-produzione (ancora da stabilire tutto: showrunner, tempistiche, ecc.), è davvero lecito sbizzarrirsi sulle modalità e le storie che ognuno di noi vorrebbe veder raccontate. Anche qui le dichiarazioni di Galsor (“vogliamo portare sullo schermo storie precedentemente inesplorate basate su scritti originali di Tolkien”) gettano un primo squarcio di luce: l’accordo prevede diverse stagioni e possibili spin-off non riguardanti direttamente gli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli.
Avremo forse a che fare col racconto delle vicende accadute negli anni intercorsi tra La Battaglia delle Cinque Armate e l’inizio de La Compagnia dell’Anello, magari la ricerca di Gollum da parte di Aragorn, e le peripezie dei Raminghi con la voce narrante di Gandalf a tirare le fila sullo sfondo? O magari la storia delle terribili battaglie e degli eroismi avvenuti sotto le Fronde di Bosco Atro e sulla soglia della Montagna Solitaria durante la Guerra dell’Anello, appena accennate nelle appendici del libro? Sia come sia, il mio personalissimo auspicio è che non venga del tutto dimenticato il “canone visivo jacksoniano” (perlomeno quello della trilogia de Il Signore degli Anelli) che, seppure non concordato con gli eredi, ha dato vita visivamente alla Terra di Mezzo, rispettando sostanzialmente la visione del Professore.
Una proiezione quantomai preliminare delle tempistiche di produzione potrebbe portare a sederci davanti all’episodio pilota della prima stagione della serie entro fine 2019 – inizio 2020.
E voi, illyoners, cosa vorreste vedere sul piccolo schermo? Mai come in questo caso, diteci la vostra!
–Luca Tersigni–
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