L’hype per l’ottavo episodio di Star Wars non accenna a placarsi: tra teorie sempre più fantasiose sull’identità di Snoke e analisi minuziosissime degli ultimi trailer, i fan stanno davvero cercando di estrapolare ogni minimo dettaglio su Gli Ultimi Jedi. E non gli si può nemmeno dare torto, visto che il prossimo episodio avrà l’ingrato compito di rispondere a molte delle domande lasciate in sospeso da J.J. Abrams. E queste domande tormentano noi fan da almeno due anni, quindi direi che siamo giustificati nella nostra curiosità
Ma, cari lettori, non dimentichiamo che tutti questi quesiti hanno un’unica, grande chiave di volta: Luke Skywalker. Cosa è accaduto durante i 32 anni passati tra Il ritorno dello Jedi e Il risveglio della Forza? E perché, dopo il tradimento di Kylo Ren e il conseguente massacro dei padawan del suo nuovo tempio Jedi, ha deciso di ritirarsi in esilio su Ahch-To, invece di restare a combattere il Primo Ordine con Leia?
Ora, le supposizioni in merito sono state tantissime e in molti hanno (giustamente) ironizzato sul lunghissimo periodo di pausa che Luke si è preso dal resto della Galassia. Tuttavia, Rian Johnson, il regista di Episodio VIII, ha recentemente assicurato, in un’intervista rilasciata a USA Today, che la scelta di Luke di ritirarsi in un’isola sperduta avrà perfettamente senso, dopo aver sentito la sua storia.
Ovviamente, se questo commento getta benzina sul fuoco delle supposizioni, in realtà a parer mio si inserisce abbastanza prevedibilmente in un filone narrativo già ampiamente annunciato: la ricerca delle radici dell’Ordine dei Jedi.
Le prime avvisaglie appaiono già in Episodio VII, dove si spiega come Luke fosse partito alla ricerca del primo Tempio Jedi, riconoscendolo in Ahch-To. Ma la sua curiosità sulla storia dell’Ordine era palese fin da molti anni prima, visto che si era messo sulle tracce di tutto il sapere bandito dall’Impero già poco dopo le vicende de Il ritorno dello Jedi, come è raccontato nel romanzo Bloodline. E non ci dovremmo nemmeno stupire troppo: è logico che l’ultimo erede di una tradizione millenaria, ormai senza maestri di riferimento e cresciuto durante la propaganda anti-Jedi dell’Impero, cerchi di saperne di più. Soprattutto se dovesse nutrire il desiderio di avere a sua volta nuovi allievi.
Ma se ha studiato così tanto in passato, perché andare a cercare ora il luogo dove, presumibilmente, è stato fondato l’Ordine Jedi? A parer mio la risposta più logica è una sola: per capire come mai l’Ordine non sia in grado di far fronte alla lusinga del Lato Oscuro, e trovare un’alternativa per sconfiggere Snoke.
Infatti, sulle problematiche interne ai Jedi prima dell’Ordine 66 si è discusso tantissimo: come chiudessero un occhio sulla corruzione del Senato, l’inutilità del celibato e la cecità nel prevedere le minacce del Lato Oscuro sono solo la punta di un gigantesco iceberg. Insomma, alla fine della fiera l’Ordine Jedi, con tutta la sua saggezza millenaria (e guidato da un millenario Yoda), non è comunque riuscito a impedire che tutto andasse in mona ciclicamente. E se Luke poteva credere che la distruzione dei Jedi a opera di Palpatine e Anakin fosse stato un puro colpo di sfortuna, vedere una simile rovina accadere di nuovo non poteva che voler dire una cosa: i Jedi falliscono perché c’è qualcosa che non va nel loro codice, e probabilmente erano riusciti a sopravvivere così a lungo solo grazie al sostegno della Repubblica.
Ma come capire l’errore dell’Ordine? Sondandone le origini, ovviamente, sperando di trovare qualche antica testimonianza che chiarisse le idee: che siano forse tali i libri mostrati nella recente foto promozionale rilasciata da USA Today (che vedete qua sopra)? Di sicuro sembrerebbero appartenere a un’epoca così lontana da non disporre nemmeno degli holocron, i tradizionali congegni per immagazzinare informazioni usati tanto dai Jedi, quanto dai Sith. I colleghi di Geektyrant ipotizzano che si possa trattare del mitico Journal of the Whills, un misterioso resoconto sul rapporto tra Jedi e Sith reso canonico dalla novellizzazione dell’Episodio VII.
Personalmente non voglio azzardare previsioni troppo dettagliate sul tipo di rottura che Luke avrà con la filosofia Jedi, ma credo che dovremo aspettarci un’esplorazione inaspettatamente critica dell’Ordine e delle sue usanze. Che questo poi porti Luke al Lato Oscuro è, ovviamente, tutto da vedere. Ma una cosa è certa: la via dei Jedi non sempre si è rivelata giusta, e forse è giunto il momento di renderne conto esplicitamente anche nei film.
In generale, credo che ridefinire nel nuovo canone la storia dei Jedi sia assolutamente necessario, sebbene il compito ricaduto su Johnson non sia semplice, soprattutto se paragonato alla ricchezza del vecchio Universo Espanso, che aveva esplorato a lungo (e bene) l’argomento. Infatti, che poi Johnson faccia un buon lavoro è, purtroppo, ancora meno sicuro, soprattutto se diamo credito alle rimostranze di Mark Hamill sulla gestione di Luke.
Insomma, i dubbi permangono e il 13 dicembre è ancora troppo lontano.
–Gloria Comandini–
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