“I ricordi non sono solo suoni e immagini. Sono qualcosa che va ben oltre tutto ciò”: per un vecchio appassionato di fantasy come me il prodotto di cui vi parlo oggi rientra perfettamente in questa definizione. Accadde nel lontano (lontanissimo) 1994: venne realizzata un’opera diversa dal solito, assolutamente esilarante nella sua semplice genialità. Avrete capito che mi riferisco a Guru Guru, un argomento che qua su Isola Illyon amiamo alla follia.
Per chi non lo conoscesse bene, si tratta un manga fantasy parodistico partorito dalla mente deviata di Hiroyuki Etō da cui, come spesso accade, vennero tratti non uno, ma ben due anime. Questi meriterebbero la visione da parte di tutti gli amanti dei JRPG, a prescindere, specialmente ora che ci viene offerta la possibilità di goderne a pieno, in una nuova e rombante veste grafica, nel reboot che è possibile seguire su Crunchyroll, il Netflix degli occhi giganti e delle studentesse liceali. Non abbiamo a che fare con un seguito quindi, come molti vociferavano, e onestamente non si può che esserne entusiasti, visto il valore storico intrinseco dell’opera edita da Square Enix.
Magical Circle Guru Guru (questo il nome del reboot) narra le vicende di Nike, il classico eroe giovane, (quasi) senza macchia e (decisamente poco) valoroso, il quale ha il compito di accompagnare la altrettanto giovane e inesperta maga Kukuri attraverso un viaggio che li porterà a combattere il classico boss finale dei giochi di ruolo. Tuttavia, per poter sconfiggere il malvagio nemico del bene, Nike e Kukuri dovranno ovviamente fare prima piazza pulita di un numero variabile di mostri, scagnozzi e comprimari, migliorando le proprie abilità e rafforzando contemporaneamente il proprio rapporto.
Fin qui nulla di particolarmente esaltante, non fosse per un dettaglio che fa la differenza: il mondo di Guru Guru sembra essere perfettamente al corrente di tutti gli stereotipi esistenti nei colorati universi della categoria di Final Fantasy e Chrono Trigger, e anzi, ci sguazza come un bimbo nelle pozzanghere in un frizzante pomeriggio autunnale – raccontando tutto nella maniera più naturale possibile. Ci metterete pochi secondi a entrare nel mood: sin dai primi momenti è possibile godere di un prologo disegnato nello stile dei vecchi RPG, con tanto di grafica pixellosa, musiche stile SNES e, in generale, tutta quella piacevole e polverosa nostalgia che i 16-bit sanno risvegliare in noi, ma mai in maniera ampollosa o invadente. Le vicende si alternano rapidamente, quasi di corsa, ma il tutto viene trattato con cura e nella maniera il più possibile demenziale.
Ogni personaggio è assolutamente fuori di testa a suo modo. Impossibile non innamorarsi dell’anziano Edvarg, l’ultimo temibile ballerino della tradizionale danza Kita Kita, alla ricerca di un degno erede a cui tramandarla, e in grado di continuare a danzare sullo sfondo in qualsiasi situazione.
A proposito dei personaggi: tanto per evidenziare l’atmosfera giocosa e parodistica che permea ogni fotogramma, questi vengono ovviamente presentati con un pratico specchietto che ne descrive i Punti Salute e i Punti Mana, proprio come se ci si trovasse in uno scenario da videogioco e i dialoghi si svolgessero con un PNG, e tutti quanti, dal primo all’ultimo, rappresentano uno stereotipo facilmente riconoscibile. Nike per esempio, viene spesso chiamato semplicemente “l’Eroe”. Addirittura, durante i primi piani, la grafica “sgrana”, esattamente come accadrebbe zoomando lo screenshot di un vecchio videogame, in una finezza che mi entusiasma ogni singola volta. E di chicche di questo tipo Guru Guru è stracolmo.
Il rischio più grande che si corre quando si effettua un’operazione del genere è che non si riescano ad accontentare gli appassionati storici, che formano il bacino più grosso di utenti che andranno a iscriversi su Crunchyroll per seguire la serie animata. Lo spirito di Guru Guru, la sua atmosfera unica, è ciò che lo rende davvero meritevole di esser visto, e tradirne la tradizione, la storia, e i personaggi potrebbe far storcere il naso a molti. Fortunatamente, almeno a una prima occhiata, mi è sembrato che questo nuovo anime sia un prodotto assolutamente di qualità, rispettoso delle origini, ma anche in grado di oliare molti meccanismi un po’ impolverati e tipicamente anni ’90, offrendoci una vicenda identica nel cuore, ma più snella, fresca, e vivace, senza abbandonare tutte le caratteristiche che lo hanno reso memorabile.
Da appassionato del titolo, non posso che consigliarvi di correre immediatamente a recuperarlo: nel momento in cui vi scrivo è possibile visionare gratuitamente il primo episodio (qui), ma è disponibile già anche il secondo (solo per gli utenti premium). Vogliamo anche una vostra opinione!
–Alessandro Fresta–
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