Di ragioni per voler bene a Netflix, il colosso americano dello streaming, ce ne sono parecchie: ci fornisce un accesso discrezionale a un numero infinito di ore di intrattenimento di qualità e non ci giudica (più di tanto) quando decidiamo di abbandonare ogni attività socio-lavorativa per fare binge-watching della nostra serie preferita. Certo, il fantasy è sempre stato un po’ ignorato a livello di produzioni: d’altro canto il nostro genere non ha mai avuto particolare fortuna a livello televisivo, salvo alcune eccezioni come una certa serie HBO il cui titolo al momento non mi sovviene…
Dire che il vento stia per cambiare al momento pare un pochetto eccessivo, ma alcune dichiarazioni degli ultimi giorni sembrano aprire la strada a futuri adattamenti di una categoria molto specifica (e ancora praticamente non-sfruttata): i libro-game.
I lettori assidui di Isola Illyon sapranno che da queste parti amiamo particolarmente Joe Dever, e per estensione tutti i libro-game: per i lettori meno attenti ricordo solamente che si tratta di testi in cui il giocatore controlla il protagonista e, in determinati momenti, decide quale opzione scegliere tra diverse alternative oppure esegue delle prove, come in un GdR cartaceo o un videogioco.
Proprio l’ascesa dei videogame RPG negli scorsi decenni ha contribuito al declino dei libro-game, offrendo un’esperienza molto più immersiva e complessa. Gli amanti del retrò però non hanno mai dimenticato (né smesso di giocare a) quei primi esperimenti nel campo del “GdR in single player”.
Tra questi, c’è anche chi, in passato, ha tentato la trasposizione al mondo della televisione. Gli appassionati forse ricorderanno Scourge of the Worlds: A Dungeons & Dragons Adventure, DVD del 2003 rilasciato dalla Rhino Theatrical in collaborazione con la Wizards of the Coast che narrava le avventure degli iconici Redgar, Lidda e Mialee (D&D 3.5) con tutta la magnificenza che la computer grafica di inizio secolo poteva offrire.
Un film in cui, tramite il telecomando, gli spettatori potevano dirigere e influenzare le scelte dei protagonisti in momenti definiti: modalità già sperimentata negli anni precedenti, ma che per la prima volta veniva applicata (con una notevole complessità a livello di trama e intreccio, almeno per l’epoca) al mondo del fantasy.
Scourge of the Worlds era tutt’altro che perfetto, soprattutto per la tendenza a piantarsi nei momenti cruciali. Ricevette critiche generalmente (ma non eccezionalmente) accettabili, attestandosi a un 56% da parte dei fan sul sito di recensioni Rotten Tomatoes (contro il 19% di Dungeons & Dragons, il film del 2000), non sufficiente comunque a far decollare l’idea, che presto venne accantonata.
I tempi sono però cambiati, e Netflix sembra più che determinata a riprendere il discorso: da qui l’annuncio a voler esplorare il mondo degli show interattivi, con l’uscita quest’anno di Puss in Book: Trapped in an Epic Tale e Buddy Thunderstruck: The Maybe Pile, entrambi di produzione propria.
Si tratta ancora di prodotti chiaramente pensati per un pubblico giovanissimo, a parere di Netflix il più propenso a interagire con i personaggi su uno schermo, e soprattutto sprovvisti delle meccaniche vere e proprie di un gioco: non esiste un obiettivo da raggiungere, solamente delle possibilità diverse di raccontare una storia, che però conducono allo stesso finale. Aggiungiamo che le piattaforme in grado di implementare tale meccaniche per ora sono solo Smart TV, dispositivi iOS, console per videogiochi, e decoder Roku: web e Android sono ancora tagliati fuori, ma la situazione potrebbe cambiare in futuro.
Chi può dire dove si potrebbe arrivare, nel caso Netflix decidesse di implementare tale modalità narrativa anche in prodotti per adulti? C’è chi grida alla morte della creatività, il giorno che sarà il pubblico a decidere come una serie debba finire, e chi si preoccupa che i costi di produzione per opzioni e finali alternativi finirebbero col rendere rapidamente l’idea sconveniente e irrealizzabile.
Voi che ne dite? Vi piacerebbe prendere il posto di re Joffrey ed essere finalmente voi a decidere quale testa far finire su una picca? O vi basterebbe anche solo vedere su piccolo schermo il libro-game che vi ha tanto tenuto compagnia prima di costituire un party vero e proprio per giocare a un GdR cartaceo?
–Federico Brajda–
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