Ci sono dei ricordi che occupano un posto speciale nella memoria di ognuno di noi: parlo di quei momenti, libri, film, giochi, esperienze che hanno rappresentato gli snodi fondamentali lungo il nostro sentiero interiore verso il fantasy e il fantastico. Alcuni sono epocali e propri di un’intera generazione (“Il Signore degli Anelli”), altri più specifici e personali.
Personalmente, uno di questi momenti è stato quando presi in mano il mio primo libro-game, “La Crociata della Morte”, di Joe Dever, il quindicesimo capitolo (il me undicenne aveva un approccio caotico alla narrativa) della saga semi-cult del maestro Kai (o Ramas, a seconda della traduzione), “Lupo Solitario“. Fu una vera e propria rivelazione: la scintilla che accese in maniera incontrovertibile la mia passione per il gioco di ruolo propriamente detto.
A quanti tra i lettori avranno vissuto una simile esperienza con i libri di Joe Dever è dunque dedicata questa recensione del gioco di ruolo di “Lone Wolf”, sviluppato in collaborazione tra Dever e Cubicle 7, e curato nell’edizione italiana dalla Raven Distribution.
La scatola base dà un’ottima impressione di sé fin da subito: a fronte di un prezzo non proprio modesto, al suo interno ci imbattiamo in una mappa a colori dell’ambientazione, sei schede del personaggio vergini e sei preparate (di fattura decisamente elevata), un paio di schede riassuntive per l’inventario e i combattimenti, una discreta quantità di gettoni plastificati (per indicare personaggi, nemici, e monete), e tre manuali.
Il “Libro dell’Addestramento Kai” riguarda la creazione dei personaggi, novizi appartenenti all’ordine dei Cavalieri Kai, monaci guerrieri devoti al Dio del Sole (dei “ranger psionici con poteri divini”, per usare le parole dell’autore Joe Dever), paladini e campioni del regno di Sommerlund nell’eterna lotta tra bene e male, le Terre Libere e i Signori delle Tenebre, seguaci del crudele dio dell’oscurità Naar.
Notiamo subito che esistono due differenti livelli di regole: Iniziato e Maestro. Il primo (evidentemente pensato per i neofiti assoluti dei giochi di ruolo) riduce veramente all’osso le meccaniche implementate nel secondo, che pure risultano eccezionalmente semplici. Le uniche caratteristiche rilevanti sono la Combattività (prestanza fisica e abilità marziale), la Resistenza (capacità di sopportare ferite e condizioni avverse) e la Volontà (misura delle capacità mentali di un Kai, spesa per ricorrere a manovre in combattimento e, in supplementi futuri, magia e poteri psichici). A partire da queste, è poi possibile personalizzare il personaggio con le discipline Kai in cui ci si è specializzati nel corso del proprio addestramento: l’elenco include abilità mondane (scherma, orientamento, caccia) e occulte (telecinesi, psicoschermo), e forniscono bonus specifici a determinate situazioni (un personaggio con psicolaser potrà dirigere attacchi mentali contro i nemici in combattimento, mentre Affinità Animale consentirà di gestire in termini amichevoli il rapporto con le creature selvagge). Per il livello Maestro, sono presi in considerazione anche i tratti personali, fisici, mentali, o speciali, e le abilità (con tre livelli di addestramento che forniscono bonus incrementali).
Il secondo manuale, il “Libro della Saggezza Kai”, è dedicato invece al Game Master (chiamato, in questa istanza, “narratore”): in esso si trova la descrizione delle regole principali concernenti l’uso delle abilità, i combattimenti, l’inventario, il bestiario, la storia e la geografia dell’ambientazione. Anche qui abbiamo i due livelli, e anche qui le meccaniche risultano semplici e scorrevoli, chiaramente indirizzate a una gestione rapida e intuitiva dell’esperienza di gioco, focalizzata più sugli aspetti narrativi e ruolistici piuttosto che sui cavilli regolistici tanto cari ai nostri amici power-player. Chiaramente esistono sinergie e combinazioni più funzionali di altri, ma riuscire ad azzeccarle per “battere” il gioco passa decisamente in secondo piano rispetto all’immedesimarsi e vivere un’avventura degna di questo nome con i propri amici: i bonus alle prove sono determinati dalla capacità del giocatore di inventare modi creativi per ottenere vantaggi e affrontare in maniera pensata la situazione, piuttosto che da qualche oscura statistica segnata su un pezzo di carta.
Il sistema di elezione per la gestione di abilità e combattimenti rimane la famigerata Tabella del Destino: trattasi d’una plancia con sopra segnati dei numeri da 0 a 9, che agisce da generatore di numeri a sorte (può essere rapidamente sostituita da un banale d10). Nelle prove si identifica un “valore bersaglio” (tipicamente, 7 o superiore – le prove più semplici sono superate automaticamente nella maggior parte dei casi dai personaggi con l’abilità o disciplina adeguata), mentre nei combattimenti il numero estratto è confrontato con un Rapporto di Forza (differenza tra la Combattività dell’avversario e quella del Personaggio), che determina l’ammontare della perdita di Resistenza in entrambi i contendenti. Ancora, nei combattimenti la gestione è particolarmente astratta e “narrativa”: anziché ricorrere a un campo di gioco che indichi le specifiche posizioni dei personaggi e a fantomatiche aree di minaccia, si parla genericamente di zone di “distanza” (di ingaggio, ravvicinata, distante) alle quali sono associati bonus e malus e azioni specifiche del tipo di arma, e tra le quali i combattenti possono muoversi più o meno liberamente.
Infine, il “Libro delle Leggende Kai” contiene un paio di avventure introduttive pensate per essere usate appena estratto il manuale dalla scatola, con personaggi precostruiti, oltreché alcuni consigli e spunti per aiutare i narratori nella progettazione di nuove campagne. Sotto quest’ultimo punto di vista, tuttavia, una precisazione si rende necessaria: come agli amanti dei libri non sarà sfuggito, il gioco riprende tanto fedelmente le meccaniche dei libro-game che un adattamento da questi ultimi risulta praticamente automatico.
Che aspettate, dunque? Andate a cercare gli archivi online del Progetto Aon, ebook dei libri della serie di Lupo Solitario scaricabili gratuitamente con la benedizione dello stesso Joe Dever: il catalogo in italiano è piuttosto limitato, ma per gli anglofili nessun ostacolo si pone per ritornare a percorrere il cammino della saggezza: per il Sommerlund e per i Kai!
– Federico Brajda –
Recensione “Lone Wolf – Lupo Solitario” RPG
Federico Brajda
- Regole rapide, semplici e intuitive, che tuttavia non sacrificano una buona verosimiglianza;
- Ambientazione profonda e dettagliata, che vanta una tradizione invidiabile;
- Giocandolo non si potranno non rivivere le stesse emozioni provate leggendo i libro-game originali;
- Ridotta flessibilità nella creazione del personaggio;
- Molti aspetti (troppi?) sono lasciati alla creatività del Narratore, il che come sempre è un'arma a doppio taglio;
- La mancanza di un sistema di bilanciamento degli incontri può portare a esperienze traumatiche per giocatori (e Narratori) poco ferrati;