L’Introduzione di una storia è sempre la parte più complicata, più dello svolgimento e, forse, anche più del finale. Nell’introduzione sono raccolti tutti i segni che contraddistingueranno la trama nella sua interezza, pertanto deve essere fatta bene. Come si presenta, dunque, al suo primo giro Blackbox, il nuovo fumetto Steampunk-Distopico edito dalla Hyppostyle e partorito dalla penna di Mario Monno, dalla mente di Giuseppe Grossi e dai colori di Gaetano Longo? Andiamo a vedere di cosa si tratta.
A ECRÒNIA NESSUNO GIOCA PIÙ
Ecrònia è un paese, una città, un simbolo. È l’emblema del progresso, dello sviluppo e della lotta agli sprechi. È questa la sua forza, è questo ciò a cui si è arrivati con tanta fatica e morte. È questo il risultato della Guerra, un conflitto che ha stabilito, semplicemente, chi dovesse essere il più meritevole a regnare. Un conflitto che lascia un amaro ricordo di sé, e che tutti guardano come naturale circolo della vita.
La società di Ecrònia ha dato il via ad E.L.I.A, un progetto che, a quanto sembra, serve a catalogare, analizzare e seguire ogni individuo della città, dai laboriosi tecnici della fabbrica Intelectro, addetti a sviluppare sempre nuova tecnologia, fino agli Alleggeritori, coloro che hanno lo scopo di rendere gli animi più tranquilli. E chi non è più utile, chi non riesce più ad essere un bene per la società, viene semplicemente rimosso e mandato alla Baia, anche se ancora non sappiamo cosa sia – probabilmente un posto per reietti.
A far parte del progetto E.L.I.A c’è Isaac Tempton, un uomo apatico, cinico e determinato a svolgere il suo lavoro al meglio, convinto di essere simile all’essere umano definitivo più di molti altri. Isaac è affezionato all’odore della sua corazza di cuoio, al suo Gnu, e al suo lavoro che lo rende giudice di tutti, compreso di se stesso e del suo allievo, Tibbs Harison, ragazzo audace ma dalla strana personalità, quasi sadica. Questi sono gli addetti al progetto E.L.I.A: individui senza scrupoli, che giudicano altri individui per la loro vicinanza alle macchine. Perché – e questo lo sa anche Isaac – il futuro sono proprio loro: gli Ibromi, metà macchina, metà umani.
Questo è Blackbox, un fumetto a tinte gravi, drammatiche, decisamente dark a volte, e dispotiche. Un fumetto che, per ora, sembra non voler regalare nulla a nessuno, né avere come eroe un vero eroe. Il protagonista, difatti, è proprio un antieroe in tutto e per tutto o, piuttosto, un individuo che ha scritto a caratteri cubitali “Legale Neutrale” in fronte, giusto per rendere più chiara la cosa agli appassionati di Gioco di Ruolo. Un personaggio dedito al suo lavoro e completamente fuso con la sua causa, capace di grande carisma ma, paradossalmente, di poca umanità.
PROPOSITI PER UN FUTURO MIGLIORE
Nonostante quello che mi sia capitato sotto mano non sia altro che un frammento del diario personale di Isaac (ovvero il numero 0, presentato nel corso della scorsa edizione del Lucca Comics & Games), ciò che posso dire con fermezza è che Blackbox, per ora, sembra un prodotto abbastanza inquadrato. Il fumetto, paradossalmente, pare spuntato fuori da un’ambientazione per un Gioco di Ruolo più che da un’idea per una serie di tavole. Una società ferma sui suoi principi, salda, cinica abbastanza da perdere il proprio lato umano; individui che hanno il compito di giudicare e giudicarsi, eliminare i pesi. La storia stessa del personaggio è ammantata dal dovere verso la società ma, al contempo, lascia trapelare un passato doloroso, quasi troppo difficoltoso e traumatizzante da ricordare.
Ammetto che, nell’insieme, Blackbox mi ha dato l’impressione di essere un misto di cose già viste e altre inedite. Negli ultimi anni, anche con l’allargarsi del mercato dei GdR e la nascita di tante nuove realtà editoriali, ho avuto per le mani molti progetti di genere steampunk. In tutti questi erano presenti uomini macchina e società al limite dell’umano, quindi da questo punto di vista Blackbox non regala molto di originale. Da un altro lato, però, presenta al lettore un protagonista decisamente particolare, un individuo che non va contro la società e contro il suo essere sbagliata, ma è affine ad essa, un braccio armato di una mente corrotta (forse) o probabilmente troppo avanzata per essere compresa.
La domanda fondamentale, ovviamente, è il come si evolverà Isaac. Prenderà la strada già vista e rivista del difensore degli oppressi, trasformandosi da iniziale sostenitore con rimorso della società a condottiero dei diversi, o continuerà la sua strada come organo ineffabile di un mondo a noi estraneo, agendo contro i nostri presupposti ma regalandoci scorci di quella che è, oggigiorno, la nostra società? Non siamo forse noi sempre più simili ad Ecrònia?
Sì, perché Blackbox è un fumetto che sembra, sotto sotto, voler raccontare anche ciò che non va nell’odierno sistema, non limitandosi ad intrattenere ma spingendosi forse a voler creare un dialogo costruttivo. Oppure è un semplice fumetto, nato da un’idea interessante, che andrà sviluppandosi crescendo. Per scoprirlo, non ci resta che attendere aprile, quando vedrà la luce il primo numero. Nel frattempo, potete seguire gli aggiornamenti sul fumetto dalla pagina Facebook, mentre qui trovate il sito ufficiale dell’editore.
Voi cosa ne pensate, isolani? L’idea vi attira? Fatecelo sapere qua sotto!
– Yari Montorsi –