Molti di voi avranno incontrato i meravigliosi versi del Paradiso Perduto di John Milton durante il normale percorso di studi, ma difficilmente avranno proseguito nella lettura di questo poema epico inglese del 1667, fondamentale passo della storia della letteratura mondiale.
Nella sua opera, divisa in 12 libri (in maniera simile all’Eneide di Virgilio), Milton racconta della caduta dell’uomo, la tentazione di Adamo ed Eva da parte di Satana, e la loro successiva cacciata dal giardino dell’Eden. La peculiarità affascinante del poema è che il protagonista indiscusso è proprio il signore dei dannati, l’angelo caduto Lucifero, ambizioso e orgoglioso, fresco di confino nel regno infernale e intento a sfidare Dio Padre, visto da lui come un tirannico creatore.
“Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso” vi ricorda qualcosa?
Questa sorta di Iago biblico, affascinante, astuto e instancabile nella sua missione di corruzione, viene contrapposto a un Dio Padre buono ma irascibile e sarcastico, e a un Dio Figlio, vero polo positivo della storia.
Tutta questa introduzione è servita per arrivare alla vera notizia: pare che Martin Freeman, il nostro giovane Bilbo ne Lo Hobbit, avrebbe intenzione di produrre proprio una serie tv basata sull’opera di Milton, in collaborazione con la Dancing Ledge Productions. La frase di Lowrence Bowen, boss dell’azienda, che definisce Paradiso Perduto come “la versione biblica de Il Trono di Spade, in grado di trasportare il lettore in un mondo fatto di intrighi politici e incredibile violenza”, di certo fa capire le intenzioni dei producer in merito al destino dello show (nonostante il progetto sia ancora in fase embrionale), intenzioni che se da un lato parrebbero cogliere un certo clima presente nell’opera, e cioè la parte machiavellica umana e carnale, da un altro sembrano volutamente ignorare tutta quella più poetica – non a caso è scritta in versi.
Per adesso possiamo solo fare congetture: bisognerà aspettare ancora un bel po’ per vedere se il buon Freeman riuscirà a partorire un progetto degno dello show HBO, o magari più sullo stile del comunque riuscitissimo American Gods.
Voi che ne pensate, un testo del genere può davvero prestarsi a una resa televisiva, o la febbre da serie tv ha contagiato anche il signor Baggins?
–Simone Formicola–
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