Tutto ha una fine, persino l’interminabile pausa che è seguita ai primi venticinque episodi dell’anime L’Attacco dei Giganti. Ed eccoci qua, quindi, pronti per la seconda stagione: abbiamo deciso di analizzare le puntate in gruppi di tre, in modo da avere la possibilità di mettere parecchia carne al fuoco, trattando filoni narrativi in maniera più completa quando possibile, e affrontando allo stesso tempo i singoli temi che ogni episodio offre.
DISCLAIMER: Da questo punto saranno trattati argomenti che potrebbero contenere spoiler, quindi attenzione!
Ripartiamo, dunque, dal punto in cui la trama era stata interrotta, come se i quattro anni di pausa non fossero mai esistiti. Le puntate riprendono infatti dalla numero 26 (ma noi per comodità continueremo a citarle come 2×01, 2×02, ecc.), questo perché di fatto non esistono saghe diverse che segnino delle cesure all’interno dell’arco narrativo. Tutto ciò viene confermato, oltre che dai titoli di testa, dal meraviglioso espediente utilizzato nella prima puntata per riprendere la narrazione, con un voluminoso libro che si apre a metà e con l’inquadratura che stringe sul contenuto delle pagine, come a voler dire “siamo arrivati qui”. Si ricomincia, quindi, con un breve recap a ricordarci che Annie, dopo aver seminato distruzione nelle vesti del Gigante Femmina, si è cristallizzata in uno stato comatoso, mentre il gruppo di reclute (a eccezione di Eren, Mikasa e Armin) è confinato in una zona a sud del Wall Sina, perché qualcuno di loro è in grado di trasformarsi in gigante. La rottura dell’equilibrio è immediata: da una parte crolla un pezzo di muro, rivelando al suo interno un gigante; dall’altra alcuni titani hanno inspiegabilmente superato il Wall Rose e minacciano l’incolumità dei villaggi.
Appare subito evidente come queste puntate presentino un macrotema unico che le unisce, ovvero la paura, intesa non tanto come terrore vero e proprio, quanto piuttosto come disagio e preoccupazione per ciò che non si conosce. Allo stesso tempo, però, ognuna di esse, singolarmente, si fa carico di uno specifico sottotema, che si incastra perfettamente con quelle successive, creando di fatto un intreccio di argomenti e concetti efficace.
Partiamo dalla prima puntata. Abbiamo parlato di disagio, sensazione ben radicata in Hanji, che si sente quasi impotente di fronte alla cortina di fumo omertosa del reverendo Nick, interrogato sul gigante nel muro. Così come paura viene provata da Connie e Sasha, che si ritrovano a dover fronteggiare un attacco da parte dei giganti nel territorio in cui si trovano i loro villaggi. Allargando lo sguardo, però, “Il gigante bestia” ci appare come un unico, grande punto interrogativo. Ogni personaggio ha un dubbio, una domanda a cui deve trovare una risposta, che siano le sorti dei propri concittadini o un segreto indecifrabile, che si tratti di trovare una breccia o cercare di comprendere il proprio ruolo (vero Eren?). Tutti sono alla ricerca di qualcosa, persino il mostruoso titano peloso che sottrae il dispositivo di manovra tridimensionale a Mike, prima di lasciarlo nelle grinfie dei suoi simili (scena dai ridotti contenuti splatter grazie ai tagli realizzati in maniera perfetta). E da qui, in un amen siamo già all’episodio “Sono a casa”, nel quale scopriamo finalmente il destino dei villaggi di Sasha e Connie. Oltre a rendere ancora più misteriosa l’apparizione dei giganti nel Wall Rose, esso ha il compito, tramite un’accurata introspezione sulla Ragazza della Patata, di presentarci il secondo tema: il background culturale. Questo episodio gioca, infatti, sulla contrapposizione tra le due reclute e sul loro diverso modo di affrontare la situazione disperata. È proprio il retaggio, quello che ha sempre voluto nascondere (curioso che il flashback ci mostri Christa e Ymir, due personaggi di cui invece non sappiamo nulla), a rendere Sasha l’impavida combattente che salva la piccola vittima del gigante, mentre un discorso antitetico andrebbe fatto per un Connie paralizzato che continua con i suoi interrogativi.
La terza puntata, “Verso sud-ovest”, si riallaccia alla prima, introducendo allo stesso tempo un argomento fondamentale, ovvero i segreti. Il gruppo composto da Eren, Hanji, Mikasa, Levi e Armin continua a interrogare il reverendo riguardo alla presenza del gigante nel muro, riuscendo solamente a intuire che il credo e il governo abbiano interesse nel mantenere il mistero tale, salvo poi scoprire che la custode delle informazioni potrebbe essere Christa. Salto dunque all’esterno, dove anche Ymir confida qualcosa a Reiner (discutibile la scelta di tagliare il dialogo), mentre la ricerca della breccia porta i superstiti a castello Utgard, dove un assalto dei giganti distoglie temporaneamente l’attenzione dalle supposizioni di Connie riguardo alla loro origine.
In definitiva questi tre episodi riprendono la trama mantenendo gli standard elevatissimi di qualità. La scelta di focalizzare l’attenzione su un tema per puntata compatta i piani narrativi, dandogli allo stesso tempo continuità nella serie. Alla cura dei dettagli nel disegno (fedeltà al manga da applausi) si aggiunge un comparto sonoro “epico”, con una opening da fine del mondo e una ending da storici dell’arte.
–Andrea Camelin–
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L’Attacco dei Giganti – Recensione episodi 2×01-02-03
Andrea Camelin
- Gli sceneggiatori sono stati abili nel presentare più temi;
- Gli argomenti trattati nei singoli episodi si incastrano perfettamente tra loro;
- Disegni e sonoro sempre al top;
- Alcune scelte di adattamento dal manga sono discutibili;
- La CGI in alcune scene stona parecchio;