Dopo più di una settimana dall’annuncio di HBO sulla progettazione di quattro spin-off de Il Trono di Spade, finalmente anche George R.R. Martin rompe il suo silenzio con un lungo messaggio pubblicato sul suo blog.
In generale, ciò che sappiamo fin ora è vero, ma ci sono chiarificazioni e cambiamenti dell’ultimo minuto da annotare. Innanzitutto, l’autore ha voluto fare alcune precisazioni preliminari, dichiarando che, “per quel che vale, non mi piace particolarmente il termine spin-off e non credo si applichi a questi progetti”. Difatti, i nuovi lavori saranno sì ambientati nel vastissimo mondo creato per Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ma non riprenderanno direttamente né la trama, né i personaggi della sere tv. È per questo che Martin preferisce di gran lunga il termine successor show a spin-off.
Lo scrittore ha anche fatto maggiore chiarezza sul proprio coinvolgimento nella sceneggiatura dei nuovi progetti. Intanto, le prime due bozze di successor show, presentate alla HBO nell’agosto scorso, sono uscite proprio dalla penna di Martin, ma solo una di esse sta venendo sviluppata, e conta fra quelle sceneggiate da Borenstein, Hegeland, Goldman e Wrai. Inoltre, Martin non sta collaborando costantemente solo con questi ultimi due, ma con tutti e quattro, da lui reputati professionisti di grande talento.
Ma lo zio George non si è fermato qua con i colpi di scena: infatti, se la settimana scorsa i progetti ufficializzati erano quattro, l’autore ha ora svelato che in realtà sarebbero ben cinque, con la conseguente aggiunta di un ulteriore sceneggiatore al lavoro con HBO, che secondo Martin non solo è incredibilmente capace, ma anche un grande amante del mondo di Westeros. Tuttavia non ha ancora voluto rivelarne l’identità.
Cinque progetti e cinque sceneggiatori non devono essere confusi, si raccomanda poi lo scrittore, per cinque serie televisive diverse: infatti, per il momento si stanno stilando le storie per cinque episodi pilota. Che poi essi possano trasformarsi in altrettante serie è tutto da vedere. Ovviamente Martin spera per il meglio, ma invita comunque i suoi fan ad avere delle aspettative realistiche.
Ad ogni modo, l’obiettivo del team creativo è quello di rendere questi nuovi show all’altezza de Il Trono di Spade, nonostante Martin tenga a precisare che non si tratti di un compito facile, anzi: gli Emmy vinti da David Benioff e Dan Weiss dovrebbero da soli ricordare quanto sia alto il livello a cui si aspira.
Ovviamente, arrivati a questo punto si spera ardentemente in alcune rivelazioni sulla trama. E in effetti Martin afferma che potrebbe dare maggiori informazioni, ma che preferisce mantenere il mistero ancora per un po’. Può però già dirci cosa non sarà presente in nessuno dei progetti in corso.
Sicuramente non verrà raccontata la storia di Dunk & Egg, i protagonisti delle tre novelle ne Il Cavaliere dei Sette Regni, poiché le loro vicende dovrebbero dipanarsi nel corso di sette o dieci storie. Infatti, essendo consapevole dei propri tempi di scrittura, Martin in questo caso non vuole correre il rischio che un’eventuale trasposizione televisiva proceda più velocemente della versione cartacea della storia. Tuttavia, l’autore non esclude che, una volta conclusi i racconti di questi due personaggi, non se ne possa ricavare una serie.
In secondo luogo, non si parlerà nemmeno della Ribellione di Robert Baratheon contro i Targaryen, nonostante le petizioni dei fan, poiché Martin assicura che ogni avvenimento importante di quella guerra verrà reso noto ai lettori quando Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco saranno concluse. Di conseguenza, tenendo anche conto dei flashback presenti nella sesta stagione de Il Trono di Spade, una serie del genere darebbe troppo la sensazione di una storia raccontata due volte.
In tal senso, Martin si premura di avvertire (in maiuscolo e grassetto!) i lettori che sì, sta ancora lavorando a The Winds of Winter, sebbene a rilento e senza l’aiuto di utilissimi cloni.
Quindi, nonostante siano sfumate due trame molto quotate e desiderate dai fan, le possibili storyline di questi successor show restano numerose e, al di là di evidenti ragioni economiche, potrebbero rappresentare un’ottima occasione per esplorare il resto dell’universo martiniano. Sempre a patto che gli sceneggiatori siano all’altezza dell’opinione che Martin ha di loro.
Comunque, le scommesse sulle possibili trame dei pilot sono aperte, cari lettori: raccontateci le vostre supposizioni!
–Gloria Comandini–
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