Takume: The Dreaming Daughter, è un’avventura grafica pubblicata da Talecrafter che vi terrà incollati allo schermo per ben… 5 minuti!
Scritta da Lara Kaaa, autrice di giochi e fumetti (ha lavorato a Feminist Comic Network), è un prodotto pensato realmente per essere completato nel giro di pochissimo tempo. Estremismo dell’arte del riassunto o mancanza di contenuti? Nessuna delle due: siamo infatti dinanzi un’opera unica nel suo genere, che definire gioco sarebbe persino azzardato.
Nei panni di Takume, una ragazza ammantata di nero, ci ritroveremo in una selva oscura, alla ricerca di nostra sorella che si è persa nel bosco. La strada per ritrovarla è intervallata da bizzarri incontri con quelli che sembrano essere spiriti della foresta o viandanti, i quali ci forniranno dei consigli sul come proseguire per trovarla. E, nel momento in cui la scoveremo, avremo con lei una discussione riguardo la ricerca stessa che è avvenuta, elemento che darà una luce vagamente filosofica ai minuti passati per raggiungerla (che lasciamo scoprire a voi, onde farvi incappare in spoiler).
Il gameplay è pressoché inesistente: col mouse dovrete soltanto muovervi e interagire con i personaggi per farli parlare. Non vi verrà chiesto di risolvere prove o enigmi, e il massimo dell’interazione è rappresentato dal cliccare su un albero per far cadere un frutto.
La grafica estremamente pixellosa non impedisce di entrare nelle atmosfere del gioco, che sono abbastanza coinvolgenti e catturano l’attenzione dall’inizio alla fine, grazie anche al comparto sonoro all’altezza della situazione.
Quel che viene da chiedersi alla fine del gioco è il motivo per cui sia stata partorita quest’opera, tanto stringata da poter essere paragonata alla striscia di un fumetto – o meglio, al motivo che ha spinto gli ideatori a renderla un’avventura grafica, anziché un semplice filmato o racconto. Non si può dunque non provare un briciolo di delusione per ciò che il team avrebbe potuto tirare fuori se ci avesse lavorato di più: le atmosfere, e più in generale l’aspetto tecnico, sarebbero state perfette per un prodotto dal respiro più ampio, in cui il giocatore avrebbe potuto mettere del suo nel compimento della storia.
Ciò nonostante, bisogna ammettere che il sapore che Takume lascia in bocca alla fine è comunque piacevole: la storia nella sua breve durata è riuscita comunque a trasmettere dei concetti interessanti, degli spunti di riflessione che spesso mancano a storie ben più lunghe.
Chi lo sa, magari gli autori di Talecrafter hanno voluto sondare il terreno con un micro-gioco in attesa di una pubblicazione più importante. Noi lo speriamo caldamente, e nel frattempo vi consigliamo di provarlo voi stessi e farci sapere cosa ne pensate: potete scaricarlo gratuitamente da qui in formato PC, Mac, Linux e Android, scegliendo anche di fare una piccola donazione agli sviluppatori.
–Andrea Carbone–
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Takume: The Dreaming Daughter, recensione dell’avventura grafica
Andrea Carbone
- La grafica retrò crea un piacevole effetto nostalgia;
- Le atmosfere sono curate e coinvolgenti;
- Il finale è colmo di significati;
- Totale assenza di gameplay;
- Durata fin troppo esigua;
- Non tutti i personaggi sono funzionali alla storia;