Versione testata: PlayStation 4
Negli ultimi anni, il panorama videoludico ha visto la nascita e la morte di un numero considerevole di MMORPG, i giochi di ruolo online in cui orde di utenti entrano in campo col proprio avatar virtuale, formando party più o meno assortiti. Nel caso di Skyforge, il gioco di cui vi parlo oggi, i protagonisti vestono i panni di veri e propri Immortali (così vengono chiamati i potenti guerrieri e maghi che si possono controllare): ma saranno davvero immuni al destino che è toccato a buona parte dei titoli appartenenti a questo genere ormai tanto abusato? Andiamo a scoprirlo.
Sviluppato da Allods Team e Obsidian Entertainment, e distribuito in Europa da My.com con la ormai diffusissima formula del free-to-play, Skyforge si presenta con uno scintillante sistema di combattimento action-oriented in terza persona, in cui effetti di luce ed esplosioni mettono alla prova il motore di gioco con qualche sporadica caduta di frame rate di troppo, soprattutto nelle situazioni più concitate.
Ci troviamo in un’ambientazione posta a metà strada tra fantasy e sci-fi, dove la tecnologia si mescola ai poteri magici, sia nelle armi da guerra che negli oggetti di utilizzo comune. La voce narrante (che ci parla in inglese, ma con sottotitoli in italiano) ci introduce al mondo nel quale si svolgono le avventure, Aelion, così chiamato in onore del suo dio protettore Aeli, caduto in disgrazia da tempo e soppiantato nei suoi compiti dagli Immortali, aspiranti divinità dai poteri fenomenali. Le forze tra le cui fila il giocatore si trova a schierarsi sono costantemente impegnate a combattere contro i più classici dei nemici invasori che, ovviamente, hanno come obbiettivo la conquista del pianeta e lo sterminio dei suoi abitanti. Niente di particolarmente entusiasmante sotto il punto di vista della trama, dunque, che non riesce a districarsi piacevolmente neppure tramite i dialoghi coi PNG, limitati a essere dei classici bot quasi inespressivi, senza grossi eccessi di personalità.
Di contrappasso, Skyforge vanta un editor per avatar piuttosto soddisfacente, in cui risulta possibile personalizzare dettagli spesso trascurati da titoli ben più blasonati: capigliatura, trucco, altezza e struttura fisica sono solo alcuni dei parametri tra i quali l’utente può smanettare durante i primi minuti di gioco. Purtroppo non è possibile scegliere razze differenti dal comune umano, il che ha limitato un po’ il mio entusiasmo nei confronti di un tool che, nel suo piccolo, fa comunque il suo dovere. Poco male.
Ciò che mi ha colpito maggiormente di queste prime fasi, comunque, è scoprire la possibilità di poter variare a piacimento tra le classi disponibili, sfruttando lo stesso personaggio. È quindi possibile (e, anzi, caldamente consigliato) differenziare il proprio stile di gioco saltando dal paladino al berserker, a seconda delle necessità che la missione corrente ci offre. A differenza degli altri RPG, quindi, non saremo assolutamente legati alla scelta iniziale della classe, e potremo sviluppare a piacimento lo stile di gioco che più si addice ai nostri gusti.
All’inizio saranno solo tre le classi a disposizione, non a caso tra le più semplici ed efficaci per esordire in un MMORPG: il Paladin, specializzato nel corpo a corpo, che non infligge molti danni ma ha ottime caratteristiche difensive; il Cryomancer, mago dei ghiacci in grado di scagliare potenti incantesimi a distanza considerevole e capaci di infliggere danni consistenti in poco tempo, ma dalla quantità di punti vita piuttosto scarsa; e il Lightbinder, ruolo di supporto piuttosto fragile, ma adattabile alle situazioni e assolutamente indispensabile nelle missioni più ardue.
Col tempo è possibile sbloccare Classi aggiuntive tramite l’uso dell’Atlas, un tool attorno al quale ruota buona parte della crescita del personaggio, utile anche a ottenere nuove abilità tramite la spesa degli Spark. Feature, quest e attività vengono invece sciorinate grazie a un valore denominato Prestigio, il quale regola i progressi di gioco – sebbene con qualche dubbio sul suo reale funzionamento algoritmico.
Un altro elemento da tenere assolutamente sott’occhio e da imparare a padroneggiare è l’Order, fondamentale per far progredire in fretta i poteri del nostro Immortale, potenziandone le statistiche. Questo ci dà la possibilità di avere degli adepti, utili a ottenere risorse e seguaci, necessari a renderci più forti e ad aumentare ulteriormente le dimensioni dell’Order, in un circolo vizioso che alla lunga assicura buoni risultati, seppure coi suoi limiti. Sì, perché (almeno nel momento in cui vi scrivo) esiste un certo numero di valute ottenibile settimanalmente (velocizzabile con le microtransazioni, ma comunque non superabile), probabilmente allo scopo di limitare vantaggi ai giocatori con più tempo libero rispetto ad altri, e di rendere così l’esperienza più equilibrata, gonfiando nello stesso tempo la longevità.
Il problema è che, a mio avviso, ciò che si ottiene con un sistema come questo è l’effetto contrario, che porta pian piano all’abbandono del gioco da parte dell’utenza. Io stesso mi sono trovato a collegarmi solo per giocare delle piccole missioni utili al potenziamento di questa o quell’arma, ottenendo il massimo possibile in questo senso e dovendo poi abbandonare Skyforge al suo destino fino alla settimana successiva. Un sistema del genere non mi sembra affatto il più adatto a un MMORPG, che per definizione si basa sull’utilizzo continuo da parte della community. Un esempio lampante di come i limiti settimanali rendano tutto meno divertente è il sistema Atlas, il quale ruota attorno all’utilizzo degli Spark, una delle risorse limitate e tramite cui si sbloccano le numerose classi disponibili: nelle ore di gioco a doppia cifra che ho investito nel titolo sono stato ben lungi dall’averle sbloccate tutte, e non certo per mancanza di dedizione.
Come se non bastasse, l’interfaccia di gioco poco snella, combinata col numero considerevole di informazioni fornite in rapida successione (tra Prestige, Order ed Atlas), rendono l’esperienza disorientante, almeno nelle primissime ore di gioco, fondamentali ad accendere il fuoco della curiosità nell’utente medio.
Ciò che mi consola, tolte tutte le magagne di cui sopra, è che il numero di giocatori connessi contemporaneamente è ragguardevole, e che gli sviluppatori di Skyforge potrebbero prendere in considerazione l’idea di effettuare aggiustamenti laddove necessario, come d’altronde già accaduto da quando è stata rilasciata l’open beta, qualche tempo fa. Stiamo parlando comunque di un MMO, e come tale è continuamente soggetto a cambiamenti, aggiornamenti e limature.
Quel che appare lampante, al momento della stesura di queste righe, è che Skyforge si presenta come un ibrido di ambientazioni, meccaniche e idee discutibili, senza riuscire a eccellere in nessun campo tra i numerosi che propone su schermo.
Rimango fiducioso e connesso, sperando che il destino del nostro Immortale aspirante dio non sia quello di finire nel dimenticatoio. Il potere di un dio, dopotutto, è determinato da quanti credono in lui.
–Alessandro Fresta–
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Skyforge: la nostra recensione
Isola Illyon
- Buon livello di personalizzazione degli avatar;
- Numerose classi, molto diverse tra loro e intercambiabili durante il gioco;
- Sistema di combattimento action divertente e spettacolare;
- Tecnicamente non eccelso;
- Interfaccia e menù poco intuitivi;
- Tante, troppe valute di gioco;
- Il limite settimanale di valute ottenibili rischia di far finire presto il gioco nel dimenticatoio;