Visto il successo di Super Mario Maker, il videogame per Wii U e Nintendo 3DS col quale è possibile creare i propri livelli ispirati ai titoli del baffuto idraulico italiano, perché non tentare la stessa strada con altri brand famosi di Nintendo? È quello che deve essersi chiesto il signor Sink, fan della saga di The Legend of Zelda, quando ha preso gli asset di A Link to the Past per creare un prototipo di uno Zelda Maker, un tool con il quale poter creare con semplicità un proprio episodio della nota serie fantasy.
Completo di ogni cosa e richiedente solo tempo e fantasia per poter essere utilizzato, una volta notato da Nintendo il progetto non ha avuto però scampo: avendo utilizzato materiale ufficiale, la produzione ha inevitabilmente infranto il diritto d’autore, e questo alla grande N non è andato a genio. Risultato? Tutti i video su YouTube relativi al gioco sono stati rimossi, così come sono stati bloccati i link che ne permettessero il download.
Tanti utenti, affascinati dal progetto, hanno comunque provato a chiedere a Nintendo perché non lavorasse ufficialmente su un The Legend of Zelda Maker ma, nonostante l’enorme impatto che potrebbe avere su tutti coloro che amano la serie, la compagnia ha preferito rifiutare l’idea.
Senza lasciarsi scoraggiare dalla decisione dell’azienda nipponica di bloccare il suo lavoro, il signor Sink ha rilanciato il progetto, sfruttando la pubblicità procuratagli dalla vicenda per dare vita a un nuovo titolo, Legend Maker. Scopo dell’opera era superare la saga originale di partenza, costruendo qualcosa di completamente nuovo e con asset originali che non infrangessero nessuna norma e fossero a prova di copyright. Insomma, un qualcosa di molto ambizioso, e che l’anno scorso è approdato su Kickstarter alla ricerca dei fondi necessari alla sua realizzazione.
Sfortunatamente neppure questa volta gli è andata bene: il progetto non è riuscito a raggiungere l’obiettivo minimo, e Sink è stato costretto a riprendere i lavori senza l’aiuto economico necessario, con un conseguente rallentamento dello sviluppo del gioco. Dalle ceneri del suo progetto, però, Sink è riuscito a far nascere la sua fenice, sperando di raggiungere il successo grazie al progetto Patreon aperto, chiamato Runiya. Questo action RPG dovrebbe presentare una storia originale nel quale il giocatore interpreterà un angelo caduto, offrendo una paletta di colori molto più ampia di Zelda Maker e dell’originale titolo Nintendo del progetto padre, senza dimenticare una soundtrack inedita e altre novità elencate passo dopo passo qui. Che dire? Auguro allo sviluppatore di avere successo questa volta: nonostante i continui ostacoli, sta continuando la lotta per il suo sogno, quindi lo meriterebbe tutto.
Da tutta questa storia, comunque, sorge spontanea una domanda, di certo non nuova all’industria dei videogiochi, un quesito che affligge il mercato più o meno trasversalmente, e riguarda la passione messa nello sviluppare un titolo. Molte idee scaturite dalla mente dai fan vengono prima rifiutate perché catalogate come “Impossibili” o “Non convenienti”, per poi venire successivamente fermate con mezzi legali, una volta dimostrato dai questi il contrario. Era già accaduto un episodio simile con i titoli fanmade della serie Pokémon, mancanti certamente dello stile di quelli ufficiali, ma sicuramente non da buttare via. Perché non reclutare gli appassionati più accaniti, intraprendenti e capaci, e trasformarli in risorse da usare nei vari progetti?
La possibilità di sviluppare uno Zelda Maker non avrebbe intaccato alcun progetto ufficiale, avrebbe potuto benissimo essere un titolo secondario e non avrebbe danneggiato nessuno. La aziende dovrebbero riflettere su quanti potenziali soldi vadano persi per il rifiuto categorico di accettare nuovi suggerimenti e, al tempo stesso, per la voglia di tenersi un’idea in cantiere senza trasformarla in realtà. È sacrosanto che Nintendo protegga i suoi franchise ma, forse, dovrebbe cominciare a entrare nell’ottica che quando qualcuno voglia sviluppare qualcosa di gratuito, non ci siano diritti da proteggere, ma semplice passione da premiare.
–Simone Maccapani–
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