Grazie al portale di streaming Crunchyroll, anche a noi europei è data la possibilità di seguire serie anime che altrimenti non sarebbe possibile reperire attraverso altri metodi “legali”. Una di queste è quella di cui vi parlerò oggi, ovvero Re:Zero – Starting Life in Another World.
Quest’opera è diventata rapidamente uno degli anime di maggior successo in Giappone nel 2016, e la storia stessa della sua produzione è particolarmente interessante. Il suo autore, Tappei Nagatsuki, l’ha inizialmente scritta sotto forma di romanzo amatoriale, pubblicato gratuitamente sul sito giapponese Shōsetsuka ni narō. Il successo è arrivato grazie al passaparola dei fan su Twitter, che ha permesso così a Nagatsuki di realizzarne una light novel, successivamente adattata in manga e poi in anime. In Italia i diritti per le versioni cartacee sono stati acquistati da Edizioni BD/J-Pop, mentre l’anime, come già detto, si può vedere gratuitamente su Crunchyroll.
Il protagonista di Re:Zero è un hikikomori (termine nipponico che indica un individuo che sceglie di isolarsi dalla vita sociale) di nome Subaru Natsuki che, di ritorno da un negozio, inizia a sentire delle voci, ha delle visioni, e si ritrova catapultato in un mondo fantasy. Ma ormai il personaggio che finisce in una realtà sconosciuta e diventa l’eroe del momento è un classico, e su questo cliché ci scherza Subaru stesso: grazie alla sua conoscenza di anime e videogiochi riesce a mantenere la calma e muoversi con relativa naturalezza nella grande città medievale in cui si ritrova. La situazione inizia a complicarsi quando viene aggredito da un gruppo di malintenzionati: per sua fortuna viene salvato da una giovane e bellissima mezz’elfa dai capelli argentati, che il ragazzo riconosce come la protagonista femminile della storia. Decide così di aiutarla a recuperare un oggetto (uno stemma) che le è stato rubato, e che pare essere di fondamentale importanza per lei. Nel corso della ricerca Subaru ricorre al suo intuito e alle sue conoscenze da “nerd” per lanciarsi alla ricerca di indizi, mantenendo sempre un tono ironico sulla sua situazione, consapevole del fatto che l’avventura che sta vivendo sia di quanto più classico si possa trovare in una storia del genere. Subaru non sembra avere nessun potere magico o tecnica particolare, ma questo gli si rivele nel momento di necessità. Purtroppo non si tratta di nessuna facoltà di sparare fiamme o evocare demoni: ogni volta che il giovane perde la vita, ritorna al momento in cui è finito la prima volta nel mondo fantastico. Questo potere può essergli di grande aiuto, ma solo a patto di riuscire a risolvere con le sue forze le varie situazioni in cui incappa.
Di per sé l’idea alla base dell’opera è carina, nonostante non sia particolarmente originale, ma il fatto che il protagonista ne sia consapevole rischia alla lunga di rendere il tutto un po’ fastidioso. A prima vista i personaggi sembrano essere piuttosto stereotipati (il protagonista gentile e finto egoista, la bella unica nel suo genere e la ladruncola bambinetta), ma chissà che nel corso dell’anime non riescano a mostrare quella profondità necessaria a far sì che lo spettatore empatizzi con loro.
Voi che ne dite? L’avete già visto? Cosa ne pensate? Se non l’avete fatto e siete interessati, lo trovate qui.
–Caterina Gastaldi–