Bentornati, cari amici Illyoners! Alcune settimane fa, parlandovi di Old School Renaissance, abbiamo nominato un fenomeno che ne rappresenta probabilmente la massima espressione materiale. Un po’ come i principi e i dettami di una corrente artistica vanno a concretizzarsi in opere quali dipinti o statue, gli ideali della corrente “Old School” dei GdR sono sfociati in una esplosione di retro-cloni di Dungeons & Dragons. Dopo l’acquisizione della TSR da parte della Wizards of the Coast, la creazione della nuova edizione di D&D fu accompagnata dalla famosa Open Gaming License, con cui si autorizzavano i produttori indipendenti a realizzare prodotti di supporto per il gioco. Assieme a un sacco di buoni supplementi e di spazzatura prodotta da intraprendenti furbetti pronti ad arricchirsi, cominciarono a nascere anche i cosiddetti retro-cloni, prodotti della passione di giocatori d’altri tempi, nostalgici delle edizioni classiche del loro amato gioco di ruolo. Chiaramente, il fascino del prodotto originale resta inarrivabile, ma per chi volesse giocare alla vecchia maniera senza essere in possesso degli antichi manuali, oppure non volesse rovinare i preziosi cimeli d’epoca, o ancora solo per il gusto nerd di possederli, la scelta di “fratellini in provetta” del nostro caro, vecchio D&D è alquanto vasta. Talmente vasta, in effetti, che non abbiamo alcuna intenzione di compilare un elenco completo, né una classifica, ma soltanto scegliere e presentarvi alcuni di quelli più famosi, o più significativi, degli esponenti di questo fenomeno. Questa settimana ci concentreremo sui cloni del D&D “classico”, quello nato dalle menti sagaci di Gary Gygax e Dave Arneson, riproposto in varie versioni sempre più evolute, curate da altri autori e culminate infine nella versione BECMI e sue derivate.
BASIC FANTASY ROLE PLAYING GAME
Ormai giunto alla sua terza edizione, questo si basa sul sistema d20 e sulla licenza OGL, ma è stato scritto dall’autore Chris Gonnerman con l’intento di imitare Dungeons & Dragons Basic ed Expert del 1981, curati rispettivamente da Tom Moldway e David “Zeb” Cook. Il gioco è stato accolto fin dalla prima uscita da commenti molto positivi, in quanto prodotto di alta qualità. Ben scritto, è decentemente illustrato (alcuni disegni sembrano un tantino amatoriali, ma il livello medio è comunque piuttosto buono) e corredato da raccontini introduttivi in stile “diario” che creano l’atmosfera e invogliano a giocare. Il regolamento è descritto in maniera semplice ed efficace, così da poter essere appreso anche da un bambino, ma c’è abbastanza carne al fuoco da impegnare a lungo persino i veterani. Rispetto al gioco originale, Basic Fantasy si differenzia per alcune variazioni: tanto per citare qualche esempio, la Classe dell’Armatura è ascendente, razze e classi sono separate, vengono introdotte delle prove di abilità molto simili a quelle dell’edizione 5.0 (d20 + bonus di abilità contro un “numero soglia”) e vengono proposte alcune regole opzionali dal gusto moderno, come la “preparazione di incantesimi a memoria”. BFRPG è molto ben supportato da moduli d’avventura e supplementi, senza contare l’ovvia compatibilità con l’enorme mole di materiale dell’originale D&D. Tutto questo bendidìo è scaricabile gratuitamente (sempre che non si preferisca acquistare la versione stampata) da questo sito, dove è disponibile anche la traduzione ufficiale in italiano, ed è possibile contribuire alla crescita del sistema mandando i propri contributi, che saranno aggiunti alla lista di quelli disponibili.
LABYRINTH LORD
Scritto da Daniel Proctor e pubblicato da Goblinoid Games, anche LL emula D&D Basic ed Expert del 1981 di Moldway e Cook, riuniti in un unico volume di 140 pagine. Si tratta di uno dei primi e più famosi esponenti del genere, tanto che fu la Goblinoid Games stessa a coniare il termine “retro-clone”, ormai entrato nell’uso comune dei giocatori di ruolo old school. L’adattamento è molto fedele al modello originale, con qualche aggiustamento di poco conto, mentre le differenze più notevoli consistono nella possibilità di portare i personaggi fino al 20° livello anziché fermarsi al 14°, nella capacità dei chierici di lanciare incantesimi già dal 1° livello, in una migliore organizzazione generale e in particolar modo delle liste di mostri ed incantesimi. Parlando di liste, ci sono ovviamente tutte le creature, gli incantesimi e gli oggetti magici “classici” compatibili con la OGL, mentre quelli protetti dal copyright della WotC sono stati in molti casi rimpiazzati degnamente. Come nella fonte originale, le regole sono semplici e chiare, supportate da tabelline minimali. Lo spirito è quello dei vecchi tempi: si sacrifica un po’ di realismo in nome della semplicità e flessibilità, lasciando al Master la responsabilità di prendere decisioni basate su poche linee guida e sul proprio buon senso. A molti questa impostazione potrebbe non piacere, ma secondo chi scrive è proprio questo il pregio più grande delle vecchie edizioni di D&D, ciò che rendeva le partite di un tempo così imprevedibili, emozionanti e divertenti. Il supporto (data per scontata la solita compatibilità con l’ingente quantità di materiale classico) è buono, con numerosi moduli, una linea dedicata di miniature e anche un supplemento “Advanced” per renderlo compatibile con AD&D. Il tutto è scaricabile gratuitamente dal relativo sito, ma sganciando la dovuta pecunia si può ottenere la versione cartacea con tanto di illustrazioni (di qualità altalenante). Anche in questo caso esiste una versione ufficiale tradotta in lingua italiana.
DARK DUNGEONS
Creato da un autore che si cela sotto lo pseudonimo “Blacky the Blackball”, DD è un progetto davvero ambizioso. Infatti, sebbene il nome della versione originale non venga mai citato dall’autore per ragioni legali, esplorandone i contenuti risulta abbastanza chiaro quale sia la fonte d’ispirazione. La strutturazione dei contenuti, lo stile a tre colonne delle pagine, le tabelle… tutto ci “ricorda” la celeberrima Dungeons & Dragons Rules Cyclopedia. Quest’opera magna della TSR del 1991, di cui abbiamo recentemente parlato con il mitico Bruce Heard, raccoglie in un unico volume tutte le regole di Dungeons & Dragons Basic, Expert, Companion e Master. Sì, proprio le mitiche quattro scatole che ben conosciamo anche in Italia, curate da Frank Mentzer (altro illustre ospite delle nostre pagine) tra il 1983 e il 1985, e pubblicate in Italia sotto l’etichetta Editrice Giochi. Dark Dungeons, “ispirandosi vagamente” a questa opera ambiziosissima, è perfettamente compatibile con la spaventosa mole di avventure e supplementi usciti per quei set, e si spinge oltre, aggiungendo regole per il gioco a livello “Immortale” (il quinto set della serie, mai uscito in Italia). Lo stile è piuttosto sobrio e spartano, le illustrazioni non originali, tratte probabilmente da altre fonti (ricorrono, ad esempio, immagini tratte dall’epopea dantesca!), ma il punto di forza di questo clone, grazie alla magnitudine della sua fonte, è l’enciclopedica quantità di materiale, sufficiente a un Game Master per una vita di campagne e di avventure. Generazione di personaggi, incantesimi, regole per l’esplorazione dei dungeons e delle lande selvagge, sistemi di combattimento terrestre, aereo e marino, opzioni per la maestria con le armi, scelte per gli avventurieri di alto livello e procedure per la gestione di fortezze e possedimenti, regole per gestire battaglie, guerre e assedi, descrizioni del multiverso e dei piani alternativi, indicazioni per il gioco a livelli immortali, capitoli per il Game Master ricolmi di mostri, tesori, artefatti e consigli per condurre il gioco e creare campagne: in un unico volume, scaricabile gratuitamente dal “solito” sito ufficiale (è possibile anche acquistare la versione “print on demand”), trovate un gioco di ruolo completo e infinito, con più materiale di quanto ve ne possa servire per giocare tutta la vita. Niente male, no? Nessuna traccia però, in questo caso, di una versione nella nostra lingua.
È tutto per oggi, cari amici! Arrivederci al prossimo episodio per un’interessante selezione di “pecore Dolly” dell’amato AD&D.
– Lorenzo Santini –