È notizia di pochi giorni fa che Christopher Tolkien, figlio del grande J.R.R., non abbia intenzione di fermare l’instancabile opera di riscoperta degli archivi di suo padre, dai quali sono scaturite nel corso degli anni diverse opere postume, come la finnica “The Story of Kullervo”, “The Fall of Arthur” e “The Children of Hurin”, romanzo che narra, senza soluzione di continuità, la tragica storia di Turin Turambar e della sorella Nienor. Questa volta, invece, a essere riscoperta sarà una delle storie del Professore di più antica concezione: si tratta di una delle love story più amate del fantasy, quella tra il mortale Beren e l’immortale Lúthien che diede la stura a uno dei temi più importanti e ricorrenti nella narrativa della Terra di Mezzo, la relazione tra l’uomo mortale e l’elfa che rinuncia per amore all’immortalità che le è propria, ma dischiude orizzonti infiniti alla prole mezzelfa così concepita, spesso baciata dal fato e catalizzatrice di eventi cardine nella storia di Arda. Basti pensare al figlio stesso di Beren e Lúthien, Dior il Bello, genitore di Elwing che sposò Earendil il marinaio, artefice della sconfitta definitiva di Morgoth ad opera dei Valar che mise fine alla Prima Era, e lui stesso figlio del mortale Tuor e dell’immortale Idril di Gondolin; oppure ai figli di Elwing ed Earendil, Elrond mezzelfo (sì, proprio il Signore di Gran Burrone interpretato da Hugo Weaving nelle saghe cinematografiche di Peter Jackson) ed Elros Tar-Minyatur, il quale scelse una vita mortale, diventò primo Re di Numenor e quindi capostipite di tutti gli Uomini dell’Ovest; o ancora Aragorn figlio di Arathorn (che non a caso parla di Beren e Lúthien agli hobbit in un celebre passo de Il Signore degli Anelli), che sposando Arwen Undomiel rinnova la tradizione.
Il prototipo di tutte queste unioni è proprio quella tra Beren e Lúthien, che verrà riproposta in un romanzo autoconclusivo il prossimo maggio 2017 dalla HarperCollins, a cura appunto di Christopher Tolkien e con illustrazioni di Alan Lee. Il titolo uscirà a dieci anni dalla pubblicazione di “The Children of Hurin” e a distanza di un secolo dalla prima stesura della storia, avvenuta nel 1917 ad opera di un Tolkien reduce dalle trincee delle Fiandre, e intitolata “The Tale of Tinuviel”. L’importanza di questa leggenda per il Professore è testimoniata dal suo continuo ritorno nella narrativa della Terra di Mezzo in diverse forme: oltre alla già citata incursione ne Il Signore degli Anelli per bocca di Aragorn, è il caso di ricordare le versioni in prosa della storia presenti ne Il Silmarillion e ne I Racconti Perduti, e il poema in versi incompiuto The Lay of Leithian, contenuto nella raccolta postuma The Lays of Beleriand. Secondo l’editore il testo in uscita nel 2017, intitolato semplicemente “Beren and Lúthien”, sarebbe il tentativo da parte del figlio Christopher di “estrarre la storia dall’intero corpus narrativo tolkieniano nella quale è incorporata”, per portare alla luce il processo di evoluzione di questa particolare leggenda man mano che cambiava e si integrava con l’evolversi della storia della Terra di Mezzo. Per fare questo pare che Christopher Tolkien abbia selezionato testi provenienti da tutte le versioni sopra riportate a partire dalla prima stesura, che – sempre secondo l’editore – “riveleranno aspetti della leggenda andati successivamente perduti”.
Beren fu probabilmente il più celebrato eroe umano della Prima Era. Discendente della Casa di Beor, una delle prime casate umane ad allearsi con gli Elfi, sopravvisse al disastro della Dagor Bragollach che pose fine all’assedio di Angband da parte dei Noldor e si rivelò quindi un’autentica spina nel fianco degli eserciti di Morgoth insieme a dieci fedelissimi. In seguito al tradimento e alla distruzione del suo gruppo che comportò anche la morte del padre, Beren vagò fino al celato reame elfico del Doriath, regno di Re Thingol e della sua sposa Melian la Maia, dove in una radura incontrò per la prima volta la loro figlia Lúthien, descritta come la più bella di tutti figli di Ilùvatar: se ne innamorò perdutamente, tanto da soprannominarla in cuor suo Tinùviel (“Usignolo”) e da dichiararsi infine a lei, ricambiato. Ostacolati come da copione dal padre di lei, la leggenda segue gli sforzi dei due tesi a coronare il loro sogno d’amore, vicende che si intrecceranno fatalmente con Morgoth, Sauron, i Silmarilli e altri protagonisti della Prima Era. Tolkien scrisse al figlio che la prima ispirazione per la storia gli venne dalla moglie Edith: sulla lapide che condividono al Wolvercote Cemetery a Oxford, sotto il nome di Tolkien è inciso “Beren” e sotto quello della moglie “Luthien”.
–Luca Tersigni–