Anche se mancano solo due stagioni alla fine de Il Trono di Spade, questo non significa che George Martin sparirà dal piccolo schermo. Lo scrittore ha infatti annunciato da poco che Wild Cards, saga antologica ambientata in un universo condiviso di cui è curatore e co-autore, diventerà una serie tv, e dovrebbe arrivare sui nostri schermi nel giro di uno o due anni grazie alla Universal Cable Productions. L’autore ha aggiunto che non si occuperà direttamente dell’adattamento, sia perché legato dal contratto con la HBO, che gli impedisce di lavorare con altre emittenti, sia perché impegnato a scrivere il penultimo libro della saga de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. A garantire la qualità del lavoro ci saranno comunque il producer Gregory Noveck (RED) e Melinda M. Snodgrass, autrice di alcuni racconti di Wild Cards e sceneggiatrice americana che, tra le altre cose, ha lavorato anche su Star Trek – The Next Generation.
Wild Cards, come già detto, è una serie antologica composta da racconti realizzati da diversi autori che condividono uno stesso universo narrativo. Il progetto è nato nel 1986 a opera di alcuni scrittori di fantascienza capitanati dallo zio George, ispirati dalle avventure vissute nelle varie campagne di giochi di ruolo. Ogni raccolta, anche se non realizzata dallo stesso autore, di solito si occupa di seguire le vicende legate a un determinato evento, oppure di trattare un tema comune: le opere sono tutte ambientate sulla Terra, ma in una linea temporale alternativa a quella reale, che inizia nel 1946, e che dà vita a un’ucronia fantascientifica e supereroistica. La storia inizia il 15 settembre 1946, quando un virus alieno viene liberato nei cieli di Manhattan all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale: il 90% degli infetti muore tra atroci sofferenze (e nei libri questa circostanza viene chiamata “estrarre la regina nera”), il 9% muta orribilmente (“estrarre il jolly”), e un fortunato 1% ottiene poteri sovrannaturali (“estrarre l’asso”). Di questo 1%, però, non tutti hanno capacità utili e degne di nota: questi ultimi vengono chiamati “Deuce”, mentre quelli con poteri particolari “Assi”, e gli sfortunati trasformati “Jokers”.
Le storie raccontate si spostano così negli anni successivi al contagio, dove il virus, spostandosi col vento, colpisce ancora in maniera sporadica. Il mondo è per lo più popolato da gente comune, i Jokers sono allontanati dalla società e ghettizzati, mentre alcuni Assi usano i loro poteri per il successo personale.
Anche se si tratta di una serie di racconti di stampo supereroistico, le storie hanno un tono realistico, e trattano senza timore di sessualità e violenza, con quello stile tipico che i lettori di Martin conoscono bene. In più, Wild Cards ha la particolarità di introdurre personaggi realmente esistiti o esistenti, adattando la storia contemporanea ai cambiamenti che il mondo ha avuto dopo l’arrivo del virus: proprio per questo è possibile imbattersi in Nixon, Grace Kelly o Jim Morrison, adattati al post-contagio.
Insomma, le premesse per questa trasposizione televisiva sono tra le migliori, sia per la qualità piuttosto buona dei racconti, sia per il curriculum della Universal Cable Productions, che si è occupata, tra le altre cose, della produzione del recente Mr. Robot, molto apprezzato da critica e pubblico.
– Caterina Gastaldi –