Come tutti ormai purtroppo sappiamo, lo scorso gennaio Ursula Kroeber Le Guin ci ha lasciati. Il mondo della fantascienza e del fantasy ha subito un durissimo colpo nell’aver perso un’autrice così eclettica e profonda che, nell’arco degli ultimi sessanta anni, ci ha insegnato, assieme ad altri visionari, il significato della letteratura di “evasione”.
Anche qui su Isola Illyon vogliamo in qualche modo celebrarla, ma piuttosto che realizzarne una semplice biografia, abbiamo deciso di farvela conoscere meglio attraverso alcune storie e fatti interessanti, di cui magari potreste non essere al corrente.
Si autodefinì una anarchica femminista contro il mondo capitalista e Amazon
Fin dagli albori della sua produzione, la scrittrice si definì una femminista anarchica, e forse dobbiamo ringraziarla per questo, visto che è stata lei a far nascere e a radicare, nel nostro moderno modo di pensare, il modello della protagonista femminile forte al pari di quella maschile. Interessante è la storia di come rifiutò addirittura di scrivere un racconto, che le era stato commissionato, solo perché l’editore le aveva imposto di non far apparire alcun personaggio donna. O come non ricordare che durante la 65° edizione del National Book Awards Ursula attaccò senza mezzi termini Amazon a causa della sua impronta volta al controllo “di cosa la gente debba scrivere, ma soprattutto di cosa debba leggere”. Queste parole furono dettate dal fatto che, secondo lei, il colosso dell’ecommerce cercasse in tutti i modi di lucrare, e che ogni libro acquistato su Amazon fosse un ulteriore passo verso una cultura senza contenuti e senza soddisfazione. Questo discorso lo tenne all’età di 84 anni, pensate un po’.
Le trasposizioni su pellicola e seriali del ciclo di Earthsea non la soddisfarono
Conoscete I Racconti di Terramare? Scommetto di sì. Indovinate un po’ da quale saga sono tratti? Già, quella di Earthsea, della Le Guin. Secondo l’autrice sia il film animato di Goro Miyazaki che la serie tv non riuscirono a cogliere quello che effettivamente lei voleva evocare, e ne rimase molto delusa, tanto da non concedere nessun altro suo scritto per opere visive.
Per molti anni dichiarò con fierezza che il suo libro La Mano Sinistra delle Tenebre venne scartato da un editore
Nel 1968 La Mano Sinistra delle Tenebre fu scartato da un editore perché considerato troppo complesso, labirintico e denso di dettagli, citazioni e informazioni, non aiutando la lettura e rendendolo di fatto impubblicabile, nonostante fosse scritto molto bene. Senza dubbio l’editore deve aver avuto un brutto colpo due anni dopo quando Ursula vinse il prestigioso premio Hugo proprio con quel libro.
Fu la prima scrittrice a parlare di “gender” nei propri romanzi
Sempre ne La Mano Sinistra delle Tenebre la scrittrice ci narra la storia di un popolo ermafrodito che per due giorni al mese ha la capacità di acquistare un’identità sessuale definita e poter addirittura partorire. Proprio nel libro troviamo un passaggio in cui si legge precisamente che “Il Re è incinto”. Molti altre opere tratteranno questo argomento che a lei fu molto caro, e che le valse anche qualche noia con associazioni cattoliche americane.
Odiava essere definita un’icona
Incredibile ma vero: quando Steve Duin (famoso scrittore, fumettista e autore del blog “The Oregonian”) la definì un’icona vivente, in una lettera a lei indirizzata, la scrittrice decise di rispondere in maniera alquanto buffa e teatrale. Di sua mano vergò lo schizzo di un’icona sacra con tanto di aureole sulle teste e alucce angeliche e scrisse: “Questa è la mia idea di icona e non credo proprio di appartenervi”. Questa fu solo una delle tante risposte meravigliose che Ursula le Guin ha donato al mondo.
Non voleva essere ricordata solo come una scrittrice di fantascienza
La Le Guin, lo sapete, non era solo una scrittrice di fantascienza: odiava essere definita in modo così settoriale, e per nessun motivo voleva essere ricordata solo per questo. Dopotutto lavorava su poesie, storie brevi, novelle – e persino su western, perché nata nel West degli States! Ma più di tutto, voleva essere considerata semplicemente una donna e una scrittrice.
Amava profondamente i gatti e l’Italia
Fatemi essere campanilista in queste ultime righe. Ursula Le Guin amava il nostro paese, amava Calvino e Pasinetti, amava le nostre fragole col limone sopra, i gatti e Venezia, e si augurava che in una prossima vita l’avrebbero potuta trovare reincarnata in una gattina di casa intenta a pescare tra i rii della città lacustre e a cantare sui tetti.
Beh, se c’è una giustizia a questo mondo, ci auguriamo che le possa accadere davvero.
–Riccardo Gallori–
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