Vi abbiamo parlato ieri dell’intervista realizzata dal sito australiano Finder a Pete Hines, vicepresidente di Bethesda, nella quale il manager ha dichiarato che la realizzazione del sesto capitolo della saga ‘The Elder Scrolls’ ha la priorità sul rifacimento di titoli d’annata, come ‘Morrowind’ e ‘Oblivion’, per le console dell’attuale generazione (qui). Nella stessa occasione Hines è stato stuzzicato dall’intervistatore sulla possibilità di realizzare un film ambientato nel mondo dei videogiochi fantasy che hanno reso celebre la software house.
“Ci viene chiesto in continuazione, ma la versione breve della storia è che noi facciamo videogiochi. È per questo che siamo conosciuti. E questa conversazione, di norma, arriva a farci chiedere: “Lasceremo che qualcun altro dia la propria interpretazione di ciò che è ‘Fallout’, di ciò che è ‘Elder Scrolls’, o di ciò che è ‘Dishonored’?” Oppure continueremo a tenere duro e lasciare che siano gli sviluppatori i soli in grado di dire “questo è ciò che è ‘Fallout’, questo è ciò che è ‘Elder Scrolls’, o ‘Wolfenstein’, o quello che è”? Noi vogliamo che i nostri sviluppatori, e non un regista, un produttore o uno studio decidano di che cosa debbano parlare i nostri franchise”, ha dichiarato Pete Hines. “Anche quando dicono: “Oh, no, avrete voi il totale controllo!”, bene, non conosco nessuno che abbia davvero il totale controllo sull’adattamento cinematografico del suo videogioco. Se fosse così per davvero, perché non farlo per conto tuo? Perché naturalmente gli studios, lo sceneggiatore e il regista avrebbero un sacco di cose da dire. Avrebbero la propria visione. Perciò ce lo chiedono in continuazione, ma vediamo la cosa più come una distrazione. Siamo un’azienda di videogiochi, facciamo ciò che sappiamo fare.”
Tra il serio e il faceto, Hines ha poi aggiunto: “Penso che se Peter Jackson si presentasse alla porta dell’ufficio di Todd Howard [designer, regista e produttore presso Bethesda Softworks, celebre appunto per le saghe TES e ‘Fallout’, ndr] e dicesse: “Voglio fare un film su ‘Elder Scrolls’”, bene, questa sarebbe una conversazione seria, alla quale prestare attenzione. Ma penso che Peter sia piuttosto impegnato. Per cui non vedo nessuno di noi guardare al mondo del cinema, almeno nel breve termine. E se dai uno sguardo al nostro consiglio di amministrazione, abbiamo un sacco di pesi massimi di Hollywood come Jerry Bruckheimer, Leslie Moonves ed Harry Sloan, per cui non è che non sappiamo a chi rivolgerci perché si realizzi un film o una serie televisiva. Il punto è piuttosto: “Questo è davvero quello che vogliamo fare? Cosa otterremo da questo? Che tipo di distrazione ci creerà?””
Quelle del vicepresidente di Bethesda sono affermazioni da non sottovalutare, perché capaci di fotografare con grande onestà intellettuale la problematica del controllo creativo degli autori del materiale originario nel passaggio da un medium (in questo caso quello videoludico) a un altro (quello cinematografico o televisivo). È un discorso, in realtà, ben più ampio, che tocca ‘Il Trono di Spade’, così come ‘Warcraft’ o ‘Harry Potter’ (tanto per fare degli esempi): ogni volta che i fan si lamentano della trasposizione cinematografica di un videogame di successo (ma vale anche per lo switch da libro a film, serie TV o… videogioco), sarebbe buona norma ricordare che dietro quel passaggio si celano tutte le dinamiche lucidamente additate da Pete Hines. Ragion per la quale, almeno in questa fase, la scelta dell’amministrazione di Bethesda appare la più saggia.
D’altronde non ha chiuso del tutto la porta, no?
– Stefano Marras –