Tutti gli articoli devono spoilerare! Proseguite solo se siete in regola con la serie, e non provate a sussurrare il nostro nome ad un Uomo senza Volto come se non vi avessimo avvertiti.
Nonostante i suoi pregi, “Game of Thrones” non regge il confronto con i libri in merito alla costruzione di colpi di scena. Non solo, ma pare anche provare un certo piacere a frustrare i fan con momenti talmente assurdi che li spingono a elaborare complesse e fantasiose teorie per trovare un senso, salvo scoprire che il Rasoio di Occam (= è inutile formulare più ipotesi di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno, quando quelle iniziali siano sufficienti) funziona sempre nel mondo de “Il Trono di Spade“.
Poiché pochi segmenti sono stati sovra-analizzati quanto lo scontro tra Arya e l’Orfana, questa settimana dedichiamo a loro le nostre riflessioni: se qualcosa non vi quadra, non esitate a lasciare un commento qui sotto.
Oggetto del contendere tra Arya e i servi del Dio dai Mille Volti è l’assassinio di Lady Crane, affidato alla Stark come ultima possibilità (“O la ammazzi, o ammazziamo te”). L’obiettivo è un soggetto molto interessante, sotto vari punti di vista. È protagonista di uno spettacolo teatrale che mette in scena gli eventi di Approdo del Re, con la Crane nel ruolo di Cersei: un tocco shakespeariano che mette Arya di fronte al tema centrale del proprio arco (vendetta come via per l’annullamento di sé). E come bonus per i fan dei libri, i Crane sono una famiglia nobiliare dell’Altopiano, le cui donne si narra possedessero poteri da Metamorfi (vi ricorda qualcuno?).
Arya sabota attivamente l’omicidio e denuncia la mandante. Mossa strana: le due si conoscono appena, e in fondo la Crane è condannata in ogni caso (gli Uomini senza Volto hanno una reputazione). Arya è entrata in risonanza col dolore dell’attrice sul palco: ma era un dolore finto e provato da un personaggio. A questo punto, avrebbe per lei più senso perdonare Cersei, non certo l’attrice che la impersona.
A causa del fiasco, l’Orfana ottiene il permesso di uccidere la piccola Stark. Il rapporto tra le due è peculiare: gli Uomini senza Volto non uccidono chi sta loro antipatico, eppure Arya continua ad avanzare di grado nonostante la sua incompetenza e le reiterate violazioni, in virtù della (ingiustificata) simpatia che Jaqen H’ghar prova per lei. C’è da chiedersi se l’Orfana detesti Arya, o piuttosto desideri eliminare il rischio che lei rappresenta per la Casa del Bianco e del Nero.
L’incontro tra le due nella puntata 6×07 è un catalizzatore di teorie folli. Arya si comporta grossolanamente fuori dal personaggio, gira disarmata, tiene la guardia abbassata, lascia avvicinare degli sconosciuti (non è che degli assassini cambiafaccia la vogliono morta, eh): un netto contrasto con gli accurati preparativi che le vediamo compiere alla fine della puntata precedente. Forse ha un piano, è una trappola, la vera Arya è appostata nelle vicinanze e la si vede di spalle. E invece, l’Orfana appare e la accoltella ripetutamente (lacerazioni intestinali, materia fecale nella cavità addominale, potenziale emorragia aortica) e lei cade in acqua (immaginatevi una nuotata per i canali di Venezia). Ora, noi sappiamo che infezioni e morti da accoltellamento sono fin troppo frequenti in “Game of Thrones”. Sia Roose Bolton che un armadio come Areoh Otah sono stati abbattuti da una singola pugnalata: logica e coerenza interna ci dicono che Arya è già dissanguata, o almeno in setticemia. L’ottava puntata si apre dunque con un tradimento del patto tra autori e spettatori: Arya è viva, perché D&D hanno detto sì. L’agguato si sarebbe potuto gestire in modo diverso (ferita a un arto?) per giustificare la sopravvivenza della ragazza – ma non avrebbe avuto lo stesso effetto shock.
Arya riceve dunque aiuto da Lady Crane, che dimostra competenze da Maestro perché… accoltellava e suturava ripetutamente i propri compagni? Il mondo di “Game of Thrones” non è certo perfetto, ma la serie riesce ugualmente a toccare il fondo facendo passare la violenza domestica come un comportamento divertente e istruttivo (sarebbe come far vedere che stuprare Sansa ha reso Ramsay una persona migliore).
Quando l’orfana ritorna, la prima vittima è chiaramente Lady Crane. Arya fugge facendo sfoggio di una serie di abilità di parkour impossibili per un atleta olimpionico, figurarsi per una ragazzina in post-operatorio imbottita di oppiacei. Salta dal primo piano, rimbalza a destra e a manca, rotola giù da una rampa di scale, e il peggio che le succede è strapparsi i punti: la sospensione dell’incredulità tuttavia regge (Bran è la prova che gli Stark sono resistenti ai danni da caduta), la coreografia è adeguata, e vediamo anche da dietro un tizio somigliante al maestro di scherma Syrio Forel (che alcuni fan hanno dunque teorizzato essere, in realtà, Jaqen H’ghar). L’Orfana fa decisamente un’impressione da Terminator nel suo incedere per le strade di Bravoos: in molti l’hanno notata, al punto che sembra una scelta decisamente intenzionale. Il fatto che i Terminator dei film (e l’Orfana della serie) siano l’esatto opposto di come dovrebbero agire gli Uomini senza Volto getta ugualmente qualche dubbio sulla decisione. Lo scontro finale si consuma, fuori scena, in una stanza buia, dove Arya spera di avere un essenziale vantaggio contro l’avversaria: un enorme azzardo, che alla fine paga, e soprattutto rende bene su schermo.
Infine, la nostra Stark ottiene, dalla Casa del Bianco e del Nero, il permesso di continuare a vivere: il Dio, dopotutto, ha avuto una vita. Perché tuttavia viene promossa nuovamente? Arya è la peggior Donna Senza Volto di sempre, come prontamente dimostra andandosene via e riprendendo la propria identità. Fortunatamente, il Jaqen della serie sembra abbastanza allegro all’idea di far andare via una ragazzina che, per quanto ne sappia, spiffererà tutti i segreti del suo ordine ai quattro venti.
Non esattamente il migliore dei saluti per Bravoos, ma nemmeno il peggiore (ehr, Dorne): ora non ci resta che vedere dove ci porterà la storia di Arya.
– Federico Brajda –