I maestri della fantascienza ci hanno insegnato che le grandi storie ambientate nel futuro, anche quello più lontano, hanno origine nel presente. È la nostra società che sta mettendo le basi per ciò che sarà possibile, forse, vedere nei secoli a venire. In effetti, la nostra epoca non è altro che la fantascienza immaginata dagli uomini dei primi del ‘900 e ora concretizzata. Pensate a scrittori come Verne, Wells e Salgari: hanno immaginato quello che sarebbe potuto essere, e in parte le loro idee sono diventate realtà. E ho nominato solo tre scrittori, senza fare esempi dal mondo del cinema – ce ne sarebbero innumerevoli – e del fumetto.
Ed è proprio una storia a fumetti quella di cui vi parlo oggi. E una di quelle belle. Dopo esser stato presentato al Napoli Comicon, l’11 maggio è finalmente arrivato nelle fumetterie il primo numero di “LOW”, sottotitolato “Il delirio della speranza”, un capolavoro maturo sceneggiato da Rick Remeder (“Black Science”, “Deadly Class”), disegnato da Greg Tocchini (“The Last Days of American Crime”) e pubblicato in Italia da Star Comics. È la storia di una famiglia che potrebbe assomigliare a tante altre: un padre fiero del cognome che porta e desideroso di un futuro brillante per i propri figli; una madre combattiva e passionale dall’inguaribile ottimismo; tre fratelli, un maschio e due femmine, destinati a compiere grandi cose e a portare avanti il nome della famiglia. Si possono sprecare i paralleli con le grandi epopee familiari che tutti conosciamo, da “La famiglia Winshaw” di Johnatan Coe, a “I Tenenbaum” di Wes Anderson.
Ma i Caine vivono nelle profondità dell’oceano, come tutto il resto dell’umanità, dopo che la Terra si è trasformata in un inospitale deserto di fuoco. Il momento in cui il Sole ingloberà il pianeta si avvicina sempre più e, in attesa del ritorno delle sonde spedite nello spazio in cerca di un altro luogo abitabile, la popolazione umana si è rifugiata in città subacquee schermate da enormi cupole anti-radiazioni. Una di queste è Salus, città in cui vive Johl Caine, possessore dell’ultima potentissima tuta da timoniere che solo un membro della sua famiglia può indossare. Una mattina come tante altre, affiancato dalla moglie Stell, Johl si appresta a intraprendere una normale esercitazione a bordo del loro sottomarino con i figli Marik, Della e Tajo. Ma non sanno che un gruppo di pirati capitanati dal malvagio e vendicativo Roln si aggira là fuori…
“LOW” è la storia di una famiglia ambientata in un futuro dai tratti esotici e perfino onirici. Una famiglia i cui membri sono costretti a fare i conti con i propri limiti, le proprie pulsioni e le proprie paure, e per farlo devono trovare la forza dentro se stessi, nella profondità della propria anima. Non a caso il titolo del fumetto indica questo (l’inglese “low” significa “basso”): non solo la profondità del mare, non solo la profondità dell’animo umano, ma anche la bassezza che uomini e donne riescono a raggiungere quando il loro istinto sopraffà la speranza. Salus è una città che porta nel proprio nome il suo significato: quello del termine latino “salus” è “salvezza”. Una salvezza che però si trova sul fondo dell’oceano, nel punto più basso dell’esistenza umana. E persa da tutti la speranza di tale salvezza a causa dell’imminente e inarrestabile catastrofe, piacere, edonismo e dissolutezza prendono il sopravvento. Perché, come detto dal cattivo di turno, «la speranza può distruggere una persona una volta che le è stata tolta». Ora sono i bassi istinti ad emergere in tutta la loro animalità, mentre crollano del tutto etica, morale e legalità. Salus potrebbe essere la meravigliosa Atlantide, ma diventa Babilonia, dove ciascuna emozione, buona o cattiva che sia, viene portata ai limiti estremi. Persino Stell, l’unica che pare immune alla perdita di senno che contagia tutti, e per questo osteggiata e derisa, sembra infervorata da un ottimismo quasi fanatico e delirante nel suo predicare un futuro migliore.
Il nucleo familiare come fulcro della società, la speranza contro la disillusione, e il rispetto per l’ambiente: questi sono i temi centrali di un fumetto che senza le illustrazioni oniriche di Tocchini, violente nel contenuto e soavi nel tocco, non avrebbe lo stesso potere ipnotico. Tavole che escono dai canoni del layout classico per abbagliarci con splash page dal ritmo cinematografico, regalandoci un’ambientazione sottomarina futuristica in chiave pop.
Il primo ciclo di questa nuova saga fantascientifica alterna episodi introduttivi che servono a far conoscere personaggi e ambiente, con momenti più avvincenti che raggiungono climax anche emozionanti. Ma la qualità della sceneggiatura e dei disegni sono davvero sempre altissime. Sono soprattutto alcuni elementi narrativi ricorrenti a contribuire a dare una caratterizzazione originale a una storia che altrimenti poteva diventare una tra le tante: la sensazione di essere in un mondo dove vige solo la legge del panem et circenses, l’importanza del buon uso della tecnologia – simboleggiato dall’ultima tuta da timoniere, che ricorda molto un’armatura robotica giapponese pilotabile da un essere umano –, la sessualità sfrenata che condisce l’intera trama, e non da ultima la lezione di Isaac Asimov (“Catastrofi a scelta” dice niente?) imparata da Rick Remeder.
La fantascienza ha il potere di parlare a tutti noi perché… parla di noi. E opere come “LOW” fanno riflettere. Quali delle cose che ci immaginiamo oggi diventeranno realtà? Come e dove ci immaginiamo di essere tra qualche millennio? Saremo ancora capaci di amare, gioire e piangere come facciamo adesso? Impareremo dai nostri errori e vivremo in armonia? Non abbiate paura di aprire le porte della fantasia, perché quello che immaginate oggi sarà il mondo di domani.
– Michele Martinelli –
LOW Volume 1 – Recensione
Michele Martinelli
- Plot originale, sceneggiatura ben scritta, illustrazioni ipnotiche;
- Caratterizzazione dei personaggi di sicuro non nuova, ma calata egregiamente nella trama e nell’ambientazione;
- Le tematiche affrontate sono attuali e toccano ciascuno di noi;
- La violenza è la stessa che conosciamo noi quotidianamente, ma mai rappresentata fine a se stessa;
- In alcuni punti si avvertono brevi cadute di ritmo;
- Le illustrazioni avrebbero potuto mostrare maggiori dettagli delle città subacquee;